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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Spagna supera la Germania, è la regina della produzione di maiali in Europa

Berlino ha perso il suo cliente più importante, la Cina, che ha bloccato le importazioni a causa della diffusionea peste suina africana negli allevamenti tedeschi

La Germania ha perso il primato europeo della produzione di carne suina, venendo scalzata dalla Spagna, dopo essere stata a lungo in cima alla classifica dell'Ue. La causa è stata la diffusione della peste suina in alcuni allevamenti del Paese che ha fatto perdere a Berlino l'accesso al lucrativo mercato cinese, dopo che Pechino, per questioni di prevenzione, ha vietato le importazioni. Gli allevamenti spagnoli hanno così potuto approfittare della situazione, complice anche il fatto che Madrid ha, in materia di allevamenti suini, regolamenti meno stringenti.

Le esportazioni in Cina

La Cina, secondo quanto i dati della Commissione europea, è il principale mercato di esportazione per i prodotti suini dell'Unione, rappresentando circa il 56 per cento delle vendite del 2021. Questo boom di importazioni da parte di Pechino è stato causato dall’epidemia di Psa che ha devastato i suoi allevamenti di maiali, fino ad allora i più grandi al mondo, rendendo il gigante asiatico più dipendente dagli acquisti dall'estero.

"Il fatto che negli ultimi anni (la Cina) sia stata colpita dalla peste suina africana ha fatto salire la domanda alle stelle", ha detto Ramon Soler Ciurana, responsabile delle esportazioni di Faccsa-Prolongo, un produttore di carne suina di Malaga, nel sud della Spagna, che sta espandendo le sue strutture di imballaggio e congelamento della carne suina.

Come riporta la Reuters l’aumento delle importazioni europee verso la Cina è stato vertiginoso, lo scorso anno sono state spedite 3,34 milioni di tonnellate di prodotti suini, in aumento di oltre il 60 per cento rispetto ai 2,31 milioni del 2019 e quasi il triplo degli 1,28 milioni del 2018. Quest’anno sono calate di appena lo 0,1 per cento, raggiungendo gli 1,86 milioni da gennaio a luglio, in calo di appena lo rispetto a un forte 2020.

Produzione in crescita

La Spagna, sempre secondo i dati di Bruxelles, si appresta a confermare l’aumento della produzione di carne suina per l’ottavo anno consecutivo, quest’anno sono state prodotte 2,60 milioni di tonnellate nei primi sei mesi del 2021, in crescita del 4,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

In Germania si può invece osservare una tendenza contraria. Secondo quanto riportato dalla società tedesca di consulenza di mercato Ami il numero di suini negli allevamenti è diminuito nell’ultimo anno del 3,5 per cento, passando da 25,5 milioni nel maggio del 2020 a 24,6 milioni nel maggio del 2021, continuando una tendenza al ribasso dai 28,1 milioni del 2014. La produzione è scesa dell'1,3% a 2,52 milioni di tonnellate e si avvia verso un quinto calo annuale consecutivo.

La Psa ha giocato un ruolo cruciale nella Germania orientale vicino al confine con la Polonia, dove la malattia è stata trovata nei cinghiali e più recentemente nei maiali domestici. Il governo tedesco ha reagito imponendo alcune misure come il divieto di allevare maialetti, e questo ha causato ingenti danni agli allevamenti locali. A causa della situazione infatti alcuni macelli sono stati riluttanti ad acquistare maiali dalla regione.

Gli stessi tedeschi investono in Spagna

Toennies, il più grande gruppo tedesco di macellazione e confezionamento della carne, è una delle aziende che ha deciso di investire in Spagna. Attualmente sta costruendo un impianto di imballaggio e di macellazione a Calamocha, con un costo di circa 75 milioni di euro (87 milioni di dollari). Il progetto partirà nel 2023 e l'impianto macellerà 2,4 milioni di animali all'anno, creando fino a 1.000 posti di lavoro. "Il mercato della carne di maiale in Spagna sembra attraente e il quadro politico è positivo", ha detto Vielstaedte di Toennies. "Il nostro nuovo stabilimento spagnolo sarà rivolto esclusivamente alle esportazioni verso mercati che comprendono costole di maiale verso il Nord America, pancette verso il Giappone e altri prodotti come piedi e orecchie di maiale verso la Cina e altre parti dell'Asia".

Regole meno stringenti

Vi sono altri motivi, oltre alla Psa, che spiegano il declino della Germania. Uno di questi è il calo della domanda interna per la carne, legata in parte a un'alimentazione più attenta alla salute e al passaggio di molti giovani verso un’alimentazione vegetariana. Anche le regole più severe per il benessere degli animali hanno contribuito al declino dell'allevamento di maiali. La legislazione tedesca presenta delle rigide regole in materia di pianificazione. L'industria fatica ad adattarsi alla normativa sul benessere degli animali relativa a questioni come l'uso di stalle per scrofe. "Anche se gli allevatori tedeschi vogliono investire in nuove stalle per suini, spesso non possono ottenere l'approvazione delle autorità locali", ha detto Andre Vielstaedte, un portavoce di Toennies.

In parte della Germania, sono state imposte anche delle restrizioni sull'uso del letame, legate alle preoccupazioni per l'alta concentrazione di ammoniaca nell'aria. Gli allevatori di maiali spagnoli, al contrario, beneficiano di una forte domanda di liquame, un fertilizzante naturale fatto di letame e acqua, poiché i terreni in gran parte del paese si sono impoveriti e mancano di sufficiente materia organica.

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