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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Ue eviti il collasso del settore bieticolo"

L'appello del deputato leghista Piastra: "Dal 2000 a oggi hanno chiuso 16 impianti su 19 del comparto dello zucchero con la promessa di una riconversione produttiva che non vi è stata"

"Il vento in Europa sta cambiando, ma ad ogni buon conto vigileremo per cercare di capire se dalla Ue esiste la volontà di svegliarsi per segnare un'inversione di tendenza, rispetto alle difficoltà evidenti del settore bieticolo". Lo dichiara il deputato leghista Carlo Piastra.

Il crollo dell'80% del prezzo dello zucchero, denunciato dalle associazioni di categoria nei giorni scorsi, ha suonato come un campanello d'allarme, non isolato secondo Piastra, per il comparto saccarifero. "All'inizio degli anni 2000, molte società che gestivano gli impianti italiani accettarono di accedere ai contributi europei, che avevano come unica finalità quella di cessare un settore che aveva occupato migliaia di persone e ancor più stagionali. In cambio di fondi che, nella migliore delle ipotesi, sono serviti per bonificare le aree prima adibite agli impianti, ma che in molti casi non hanno portato nessuna riconversione agro-industriale".

In cambio della chiusura di 16 dei 19 stabilimenti in giro per il Paese, nella migliore delle ipotesi sono arrivate copiose le promesse di centrali a biomasse, ma nella maggioranza dei casi non è seguito alla chiusura degli zuccherifici nessun percorso di riconversione delle aree. L'unica centrale effettivamente sorta sulle ceneri di un impianto è a Finale Emilia (Mo), dove Coprob (che controlla gli stabilimenti saccariferi di Minerbio e Pontelongo) produce 12,5 megawat da biomasse. Poco altro. "Soltanto pochi anni fa - dice Carlo Piastra - il settore comprendeva complessivamente oltre 7000 dipendenti, che lavoravano dalla trasformazione al confezionamento; migliaia di stagionali, ed un indotto di grandi dimensioni, con una superficie coltivata a barbabietola pari a circa 233mila ettari. A fronte dei 34mila ettari attuali e della difficoltà a trovare ancora agricoltori pronti a scommettere su questa coltura".

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