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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Guerra commerciale tra Ue e Indonesia: “A rischio esportazioni di prodotti lattiero-caseari”

Bruxelles impone dazi sul biodiesel asiatico ottenuto dall’olio di palma e Jakarta risponde quintuplicando le tariffe doganali su latte e derivati. Confagricoltura: “L’Italia punti sul biometano”

Le “guerre” commerciali combattute a colpi di dazi e rappresaglie sulle tariffe doganali continuano ad aumentare le tensioni sul mercato internazionale delle esportazioni, dal quale dipende una parte consistente del made in Italy agroalimentare. Stavolta due nuovi rivali sono l’Unione europea e l’Indonesia, entrate in conflitto dopo la decisione del Governo di Jakarta di aumentare dal 5 al 25% le tariffe doganali su prodotti lattiero-caseari provenienti dall’Ue. Un aumento programmato e non ancora in vigore, ma che potrebbe scatenare il fuggi fuggi generale delle aziende importatrici asiatiche che si riforniscono in Europa. Ma quella degli indonesiani pare essere una reazione a una scelta di Bruxelles che non è andata giù ai partner commerciali del sud-est asiatico.

I dazi sul biodiesel

“Le misure allo studio da parte delle autorità indonesiane - si legge in un comunicato di Confagricoltura - sono da mettere in relazione con la recente decisione della Ue, che ha sottoposto a dazi compensativi varianti dall’8 al 18% sul biodiesel importato dall’Indonesia”. La decisione da parte delle istituzioni europee è stata presa, prosegue la nota, “sulla base delle conclusioni di un’indagine che ha rilevato come i produttori di biodiesel indonesiani beneficiano di sovvenzioni tali di ridurre al di sotto del prezzo di mercato il prezzo di acquisto della materia prima, essenzialmente olio di palma”.

Carburanti senza olio di palma

“Il motivo di fondo del contenzioso tra Ue e Indonesia è sullo sfondo legato all’impatto ambientale della produzione di olio di palma”, precisa il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che poi si augura che “il contenzioso con l’Indonesia possa essere risolto sul piano negoziale”. Ma lo stesso Giansanti riconosce che l’eventuale accordo tra le due potenze commerciali non potrà comunque prescindere dalla decisione dell’Ue di “bandire dal 2030 l’utilizzo di olio di palma per la produzione di carburanti”. “Secondo la Commissione Ue il 45% della crescita produttiva di olio di palma ha provocato fenomeni di deforestazione”, ricorda il presidente di Confagricoltura, che poi sottolinea: “Indonesia e Malesia sono i principali produttori (di olio di palma, ndr) a livello mondiale”.

Le potenzialità del biometano

Se la partita commerciale è di competenza di Bruxelles, il Governo italiano potrebbe fare molto sul fronte energetico. Così le pensano i rappresentanti delle imprese agricole, secondo i quali “l’Italia deve puntare con decisione e senza rallentamenti sulle energie rinnovabili e in particolare sul biometano, per consentire all’agricoltura di realizzare tutte le potenzialità in termini di maggiore sostenibilità ambientale”. “Vanno quindi rimossi - conclude Giansanti - tutti gli ostacoli che stanno rallentando la riconversione degli impianti già esistenti e la realizzazione di nuove strutture”.

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