rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Fondi per la ricerca

Cos'è il 'mal secco', la malattia che ha ridotto del 40% la produzione di limoni

Presente da oltre un secolo in Sicilia. Il governo ha appena stanziato 9 milioni di euro per un triennio al fine di combatterlo e tutelare la produzione di agrumi Igp

Un fungo 'appassionato' di limoni e al tempo stesso una sciagura per i produttori di agrumi. Questo in breve il ritratto del 'mal secco', una malattie delle piante che ha provocato danni ingenti ad uno dei settori più floridi dell'agricoltura nostrana. Il governo italiano sta provando a correre ai ripari stanziando un fondo specifico per combattere questa patologia particolarmente distruttiva, che ha investito soprattutto i limoni, riducendone la produzione del 41% negli ultimi trent'anni. Il 'Fondo in difesa della salute degli agrumi' inserito nella recente legge di bilancio dovrebbe costituire un aiuto per le regioni maggiormente dedite a questa produzione, dove sono presenti agrumi certificati da marchio di qualità.

Patologia invernale

Il cosiddetto 'mal secco' è un fungo che attacca principalmente il limone, il cedro ed il bergamotto. Questa malattia si propaga nei coni degli alberi, penetrando attraverso delle 'ferite' nei tronchi che tendono a formarsi nei periodi umidi e piovosi, in particolare tra ottobre e febbraio. Insediandosi nelle arterie legnose provoca una sindrome caratteristica, nota come tracheomicosi. Ad essere visibili sono però i sintomi che si manifestano sulle foglie in cima, che tendono a decolorarsi e ad ingiallirsi, in particolare in corrispondenza delle nervature. Il legno infetto inoltre tende ad assumere un colore tipico, simile a quello del salmone.

Morte fulminea

A seconda di quale area colpisce, il decorso della malattia può essere lento o fulmineo. Nel primo caso, quello più diffuso, provoca effetti più gravi solo col passare del tempo: le foglie cadono, mentre i rametti seccano. La pianta inizia così ad avvizzirsi e a defogliarsi nelle aree più elevate, deperendo progressivamente. Nei casi invece in cui l'infezione si genera direttamente dalle radici, la pianta può deperire in maniera repentina, con la morte che arriva in breve tempo. Proprio a questa malattia viene attribuito in larga parte il declino della produzione agricola in Italia, scesa del 45% in termini di superficie e del 41% sul piano della produzione.

Come arginarla

Gli agronomi hanno individuato alcuni rimedi per evitare il propagarsi della patologia: estirpare i ceppi di piante infette, evitare lavorazioni del terreno da metà autunno a primavera avanzata, tagliare e bruciare i rami infetti. Viene suggerito inoltre di non praticare reinnesti su piante malate e di proteggere il limoneto, coprendolo con reti o cannucce durante i periodi di grandinate, gelate e venti intensi. Gli esperti consigliano inoltre di realizzare le operazioni di potatura preferibilmente nella tarda primavera. In questa occasione bisogna approfittarne per eliminare i 'polloni' che si sviluppano sotto il punto d'innesto. A livello chimico, non bisogna eccedere nelle concimazioni ricche di azoto, mentre possono avere effetti positivi i trattamenti a base di rame, coerenti con i protocolli del biologico, nel periodo compreso tra ottobre ed aprile come pure in seguito ad eventi meteorologici gravi.

Origini antiche

Questa patologia non è recente, ma da oltre centro anni colpisce gli agrumeti italiani, come hanno ricostruito Antonino e Vittoria Catara, docenti dell'Università di Catania, nella pubblicazione "Il 'Mal secco' degli agrumi, da un secolo in Sicilia". In questo testo del 2019, i due spiegano la diffusione e i rischi di questa malattia, resasi particolarmente devastante negli ultimi anni. A metà degli anni '80 la produzione complessiva di agrumi siciliani superava le 680mila tonnellate, mentre secondo i dati del 2017 la Trinacria contribuiva con 'appena' 384mila tonnellate alla produzione del Belpaese, che superava di poco le 440mila tonnellate. Le province più generose risultavano quelle di Siracusa e Catania, che in base ai dati Istat considerati nello studio avevano contribuito rispettivamente con 128mila e 112mila tonnellate. La prima malattia fungina dei limoni riscontrata in Europa risale al 1800 in Grecia, ma si sospetta che il fungo abbia avuto origine proprio in Asia centrale, area di provenienza degli agrumi. In Sicilia il 'mal secco' ha fatto la sua prima apparizione documentata nel 1918 nel messinese, arrivando negli anni successivi a provocare la distruzione di tremila ettari di limoneti.

Nove milioni per la ricerca

Nonostante da allora si siano susseguiti studi e siano stati individuati alcuni suggerimenti utili, la patologia prosegue la sua marcia, spesso a causa di monocolture che facilitano il propagarsi della malattia. Per cercare soluzioni di lungo termine il ministero dell'Agricoltura ha disposto nell'ultima legge di bilancio appositi finanziamenti, che prevedono 3 milioni di euro per ogni anno, dal 2023 al 2025, attribuendo un sostegno totale pari a 9 milioni di euro. Il fondo è vincolato a specifiche attività. In particolare verranno finanziate le ricerche mirate al contenimento della diffusione del 'mal secco' nelle produzioni tutelate tramite Indicazione geografica protetta. La finalità, ha dichiarato il ministro Francesco Lollobrigida, è di rafforzare le filiere italiane, proteggendo i prodotti sinonimo di eccellenza e qualità".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cos'è il 'mal secco', la malattia che ha ridotto del 40% la produzione di limoni

AgriFoodToday è in caricamento