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Giovedì, 25 Aprile 2024
Innovazione

Come l'etichetta ambientale digitale può cambiare il nostro modo di scegliere gli alimenti

Le aziende investono sempre più in materiali riciclabili e biodegradabili, in particolare derivati dalla carta. Si lavora a punti di raccolta per compattare gli imballaggi direttamente nei supermercati

Italiani sempre più attenti alla sostenibilità degli alimenti e delle loro confezioni, secondo quanto emerge dai dati dell'Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma. Ben l'84% dei nostri connazionali reputa che la salvaguardia dell'ambiente passi dal carrello della spesa, in particolare di cibo. Per definire un prodotto come “sostenibile” i cittadini osservano diversi fattori: innanzitutto vedono se il prodotto è riciclabile (62%), poi verificano se è realizzato con materiali sostenibili (59%). In ulteriore battuta controllano se evita imballaggi inutili (46%) e dulcis in fundo se risulta plastic free (41%). Con l'entrata in vigore dell'etichettatura ambientale (prevista per gennaio 2023), diventerà obbligatorio in Italia comunicare la destinazione finale della confezione e del materiale di cui è composta. Sono al vaglio diverse proposte per attuare questa nuova normativa, voluta dall'Unione europea.

Tra queste c'è l'etichetta ambientale digitale (Ead), sviluppata da Junker app, che consente di soddisfare i requisiti della normativa senza stravolgere il design. Il cliente per accedere alle informazioni può inquadrare un QR-Code dinamico oppure il codice a barre, un elemento di solito già presente sugli imballaggi. Per soddisfare le esigenze in vista della scadenza del 2023, Ace Italia (The Alliance for beverage cartons and the environment), Federdistribuzione e Comieco hanno siglato di recente un accordo triennale, che ha come obiettivo la promozione di un nuovo sistema di raccolta differenziata e di avvio al riciclo degli imballaggi compositi con una dose prevalente di carta per liquidi alimentari, di solito utilizzati per contenere acqua, latte, succhi di frutta e bevande non gasate.

Il progetto verrebbe realizzato tramite il posizionamento di eco-compattatori automatizzati presso punti vendita della grande distribuzione, agevolando il consumatore con un nuovo canale di raccolta di prossimità e garantendo al tempo stesso la tracciabilità dei materiali raccolti. "L’accordo rappresenta un fondamentale tassello per il raggiungimento dell’obiettivo di raccolta dei cartoni per bevande al 90% entro il 2030, target fissato dalle aziende associate ad Ace nella loro Roadmap al 2030, come contributo dell’industria dei cartoni per bevande al Green Deal europeo", ha dichiarato Michele Mastrobuono, direttore Public Affairs Ace Italia. Secondo Comieco, nel nostro Paese gli imballaggi di poliaccoppiato a base carta raggiungono ogni anno una quantità destinata al consumo di 90mila tonnellate.

Grazie alle sue doti di riciclabilità e biodegradabilità proprio la carta è tra i materiali preferiti per l'ideazione di nuovi imballaggi. Il mondo della pasta è uno di quelli che più sta investendo in questi packaging, in particolare con le confezioni in carta di fibra cellulosica 100% vergine, certificata Fsc e riciclabile. L’obiettivo è quello di introdurre sempre più confezioni monomateriali, valutate con il massimo livello di riciclabilità da Aticelca, l’associazione che riunisce tecnici ed esperti che operano nell’industria cartaria. Alternative alla plastica si cercano anche nel campo dei materiali biodegradabili, in cui l'imballo multistrato in plastica tradizionale viene sostituito con uno certificato che sia compostabile industrialmente.

Secondo gli esperti di packaging la plastica non sarebbe da demonizzare, dato che oggi la tecnologia permette di riciclarla per ottenere contenitori che risultino sicuri anche per l’uso alimentare. È questa la soluzione a cui puntano soprattutto le aziende di acqua minerale. Sul versante del Tetra Pak, invece, alcuni dei principali produttori mondiali di bevande hanno creato tappi a base vegetale, realizzate con polimeri derivati dallo zucchero di canna. La ricerca prova a muoversi sempre più rapida in attesa della grande svolta che ci sarà con l'entrata in vigore della direttiva sulle materie plastiche monouso (Sup) prevista entro il 2024.

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