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Venerdì, 29 Marzo 2024
La proposta

Un'etichetta per sapere quanto viaggia (e inquina) il nostro cibo

La sostenibilità è un fattore anche nella logistica e va implementata affinché l'export delle eccellenze italiane non impatti troppo sull'ambiente. I consigli di un esperto

Fiore all'occhiello del Made in Italy, l'export alimentare ha raggiunto un valore di 52 miliardi nel 2021, come ha dichiarato di recente l'Ismea. Qual è però il costo in termini ambientali affinché una pasta di mandorle, una confezione di canederli o un provolone del Monaco raggiungano Berlino, Parigi o Helsinky o semplicemente viaggino all'interno dei nostri confini? I dati chiaramente cambiano se parliamo di grandi aziende, come quelle che producono forme di Parmigiano o noti marchi di pasta, o se si tratta di fattorie e piccole aziende di prodotti alimentari, ma ormai tutte le realtà sono chiamate a prestare attenzione alla sostenibilità ambientale, anche in termini di trasporti.

Francesco Facchini, ricercatore senior in ambito logistica presso il Politecnico di Bari, ricorda quanto sia centrale la  sostenibilità nel far viaggiare le merci del settore alimentare. L'esperto, nel corso del Festival dell'Innovazione organizzato dalla società Food Hub, ha indicato quali sono i fattori in cui le aziende possono migliorare e quali sono le sfide del futuro per abbassare l'impronta carbonio delle spedizioni. Ad aiutare poi i consumatori ad individuare le società che più si impegnano potrebbe esserci una nuova etichetta con l'indicazione Logistica Sostenibile.

Sempre più merci in viaggio

Dal 2009 in poi il numero di beni in generale trasportati in Italia è aumentato, con un picco tra il 2019 e il 2021 determinato anche dalla pandemia. Le restrizioni di movimento hanno spinto più le merci che le persone a viaggiare. Il mezzo di gran lunga più impiegato rimane quello stradale, vantaggioso in termini di flessibilità per raggiungere anche i piccoli centri distanti dalle grandi città, ma meno conveniente sul piano economico e molto dannoso dal punto di vista ambientale rispetto alle rotaie e alle navi. Nonostante l'unico mezzo più negativo sia notoriamente l'aereo, proprio questo trasporto ha visto un incremento nel suo utilizzo anche nel trasporto merci.

Clienti e investitori interessati alla sostenibilità

Citando un sondaggio che ha coinvolto 800 aziende, Facchini ha fatto notare: “Chi ottimizza i processi di sostenibilità migliora in reputazione aziendale (circa +58%), nelle vendite (+39,2%) e in una maggiore efficienza energetica (57,3%)”. Come si sa da tempo, una parte sempre maggiore di clientela tende a premiare questo sforzo ambientale, rendendosi disponibile anche a spendere di più per un prodotto che rispetti certi criteri. D'altra parte, le aziende per comprendere fino in fondo i vantaggi della sostenibilità devono guardare anche dall'altro lato: quello degli investitori. Anche loro sono sempre più interessati a finanziare progetti con un impatto ambientale positivo.

Migliorare l'impronta carbonica

La normativa Ue già impone alle aziende di quantificare l'impronta carbonica di un'azienda, che stabilisce quanta Co2 è stata emessa nell'aria per far funzionare un impianto, produrre e commercializzare un bene. In questo campo la Francia è ancora più avanti, dato che lì vige l'obbligo di esporre nelle fatture le emissioni specifiche determinate per il trasporto delle merci. Cosa fare affinché nella logistica si adottino ancor più misure amiche dell'ambiente, oltre che nei metodi produttivi e nel confezionamento?

Refrigerazione passiva

In primo luogo, sottolinea il ricercatore, garantendo ai clienti che anche i fornitori rispettino criteri di sostenibilità. La filiera deve quindi essere sostenibile nei vari passaggi. Oltre a provare a far viaggiare di più le merci su rotaia, un fattore importante nell'ambito del trasporto su strada riguarda la tecnologia dei veicoli. “Rinnovare la flotta, passando ad esempio a modelli di tipo euro 4 fino ad euro 6 comporta una riduzione drastica dei consumi” evidenzia l'esperto. Altro elemento utile concerne l'utilizzo di sistemi alternativi di refrigerazione all'interno di questi mezzi. Al posto quindi di frigoriferi (refrigerazione attiva) si possono utilizzare ove possibile dei mezzi opportunamente isolati e stoccare i prodotti dentro contenitori isolanti. In questo modo si riduce la spesa in carburante grazie ad un miglior isolamento del carico (refrigerazione passiva).

Aerodinamica dei trasporti

Incide poi l'aerodinamica degli automezzi. Questa parte riguarda molto di più i produttori dei mezzi, chiamati a reinventare l'ingegneria ad esempio dei camion, che consenta di ridurre le resistenze al moto e ottimizzare i consumi. Il ricercatore del Politecnico ha poi accennato al cosiddetto “Platooning”, cioè alla possibilità di far viaggiare 3 mezzi uno dietro l'altro ad una velocità media di 80 Km/orari. In questo modo si possono risparmiare tra il 5 e il 15% di benzina. In una visione futuristica, solo il primo mezzo sarebbe guidato da un autotrasportatore, mentre gli altri dure sarebbero a conduzione automatica.

Migliorare la capacità dei mezzi

Senza arrivare a soluzioni così avanzate, di cui andrebbe accertata in primo luogo la sicurezza, è indispensabile agire dapprima su elementi più semplici. “L'80% mezzi viaggia ancora con una capacità del 50% rispetto al carico utile e questo problema deriva innanzitutto da imballaggi non ingegnerizzati in modo adeguato” ha affermato Facchini, aggiungendo che “va ripensata la struttura degli imballaggi proprio per migliorare la volumetria dei trasporti”.

Etichetta in bozze

Dal lato dei consumatori invece potrebbe essere tra qualche anno disponibile un'apposita etichetta di logistica sostenibile (Sustainable Logistic) che prenda in considerazione tutte le attività compatibili con fenomeni ambientali. Mentre una bozza di logo esiste già, questa etichetta potrà essere approvata solo una volta che un'apposita normativa Ue riuscirà a definire con esattezza la definizione ed i criteri necessari per ottenerla.

Strategie di viaggio

È chiaro che in Italia, per caratteristiche orografiche e una drastica mancanza di infrastrutture, sono maggiori gli ostacoli per realizzare questi miglioramenti. Da questo punto di vista l'ideazione di un piano nazionale, che preveda investimenti appositi ad esempio per il trasporto di merci su rotaia, aiuterebbe anche le nostre piccole imprese a migliorare su questo aspetto. In attesa di cambiamenti strutturali, affinché le aziende possano calcolare la loro impronta carbone e capire come riprogrammare la logistica è possibile accedere ad Ecologistico, un software gratuito che elenca tutte le possibili soluzioni per trasporti sostenibili e collaborativi.

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