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Giovedì, 25 Aprile 2024

La mozzarella avvolta dagli scarti del latte: ecco il packaging del futuro

Il progetto di ricerca Biocosì di Enea, finanziato dall'Ue, ha messo a punto un sistema per riutilizzare l’80 per cento dei reflui dell’industria casearia e trasformali in imballaggi per alimenti totalmente riciclabili

Nel nostro futuro potremmo vederci consegnare la mozzarella in una busta fatta di latte. Più precisamente, realizzata con gli scarti della produzione casearia. È questo il progetto, denominato Biocosì, cui sta lavorando Enea con il sostegno dell'Unione europea.

Bioplastica compostabile

L’assunto di partenza è che l’83 per cento dei rifiuti in plastica censiti nei mari italiani è costituito da packaging, per lo più di plastica usa e getta. La ricerca ha due obiettivi. In primo luogo, ridurre fino ad a eliminare i reflui generati dall’industria casearia che ammontano a circa otto milioni di tonnellate: non solo un problema per l’ambiente, ma anche un notevole costo di smaltimento per l’azienda. Il secondo obiettivo è rappresentato proprio dalla lotta alla plastica fossile. Il progetto mira a recuperare circa l’80 per cento della lavorazione del latte per la produzione di burro e formaggi, in forma di acque reflue casearie, che risultano prive di elementi tossici e sono ricche di proteine, peptidi e lattosio, sostanze che possono essere riutilizzate e non per forza smaltite. 

Come spiega Valerio Miceli del Dipartimento sicurezza e qualità agroalimentare di Enea: “La tecnologia è molto importante e ci ha consentito di mettere a punto un processo che se da un lato riduce l’impatto ambientale, dall’altro non intacca la genuinità del prodotto finale. Ciò è possibile perché i processi messi in campo sono fisici e non chimici”. Il risultato finale è una bioplastica che, stando alle premesse, sarà per il 100% biodegradabile e compostabile. In altre parole, a impatto zero e riciclabile.  

Il progetto si inserisce nel quadro dello sviluppo di un settore, quello delle bioplastiche, che a oggi rappresentano appena l’1% delle plastiche prodotte ogni anno in Europa (circa 300 milioni di tonnellate). Secondo gli ultimi dati di mercato raccolti da European Bioplastics, la capacità di produzione mondiale delle bioplastiche è destinata a crescere a 6,1 milioni di tonnellate nel 2021, quasi il doppio rispetto a 5 anni fa.

La sfida Ue del packaging

Quella del packaging è una sfida che l'Ue porta avanti da decenni. La prima iniziativa legislativa risale al '94 e mirava "a fornire un livello elevato di protezione ambientale garantendo al contempo il funzionamento del mercato interno evitando ostacoli al commercio, distorsioni e restrizioni della concorrenza", ricorda la Commissione europea. Nel 2018, Bruxelles ha pubblicato una nuova direttiva in materia che ha aggiornato alcune norme e ha fissato determinati target per il riciclaggio degli imballaggi. "Entro la fine del 2024 - si legge sul sito della Commissione - i Paesi dell'Ue dovrebbero garantire che siano stabiliti regimi di responsabilità del produttore per tutti gli imballaggi. Tali schemi dovrebbero aiutare a incentivare gli imballaggi progettati, prodotti e commercializzati in modo da promuovere il riutilizzoo il riciclaggio di alta qualità e ridurre al minimo l'impatto degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio sull'ambiente". 

In questo quadro, un capitolo a parte riguarda il packaging alimentare. Un recente studio ha messo in luce che solo 5 dei 17 imballaggi per prodotti alimentari diffusi sul mercato Ue sono regolati dalle normative comunitarie. Una carenza che Bruxelles intende colmare con la revisione delle norme Ue sui materiali destinati al contatto con gli alimenti, che è stata lanciata a fine dicembre e che fa seguito a quanto indicato nella strategia Farm to fork: migliorare la sicurezza alimentare e la salute pubblica (in particolare riducendo l'uso di sostanze chimiche pericolose); sostenere l'uso di innovativi e soluzioni di imballaggio sostenibili che utilizzano materiali ecocompatibili, riutilizzabili e riciclabili, e
contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari. 

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