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Venerdì, 29 Marzo 2024
Innovazione

La metà dei campi di riso europei è in Italia. Ora la sfida è il "miglioramento genetico"

Il Crea fa il punto sullo stato dell'innovazione nel settore della risicoltura. Obiettivo: affrontare i rischi dei cambiamenti climatici

Con 234 mila ettari di superficie investita, pari al 52% dell'intera superficie Ue (di cui 16 mila ettari, il 7% del totale nazionale coltivati in biologico) e oltre 1,5 milioni di tonnellate prodotte (il 54% del totale comunitario), l'Italia si conferma leader europeo della produzione di riso. E' quanto emerge da una analisi condotta dal Crea, l'ente del governo italiano per la ricerca in ambito agricolo.

Il ruolo della ricerca

Ed è proprio la ricerca scientifica al centro della strategia del settore per mantenere la sua leadership e far fronte tanto ai cambiamenti climatici, quando alle nuove sfide posta dalla Pac, la politica agricola europea. Se n'è parlato nel corso di un convegno promosso dallo stesso Crea a Vercelli, "La ricerca sul riso, i cambiamenti climatici e la disponibilità di acqua: le sfide per la risicoltura italiana".

Il nodo dei nodi da affrontare è senza dubbio quello della sostenibilità. Il mondo scientifico sta studiando soluzioni innovative per contenere gli input chimici e tutelare acqua, suolo e biodiversità: come la semina in asciutta a file interrate, che favorisce un significativo risparmio di acqua, soprattutto se accompagnata da una gestione agronomica oculata, ad esempio della fertilizzazione.

Il miglioramento genetico

Anche il miglioramento genetico rappresenta una alternativa valida per aumentare le rese e ridurre gli input di fertilizzanti ed agrochimici, mediante l'introduzione di resistenze genetiche legate ad aspetti fitosanitari, amplificati e favoriti dal cambiamento climatico. Inoltre, può contenere le infestanti e le malerbe, migliorando l'architettura e la crescita della pianta, soprattutto se coadiuvato da soluzioni di agricoltura di precisione e di controllo meccanico, complementare a quello con erbicidi.

Anche il biologico richiede varietà geneticamente resistenti, ben adattabili e in grado di competere con le malerbe, oltre ad una gestione agronomica precisa ed innovativa per facilitare la produttività in assenza di input agrochimici. Rotazioni adeguate e cover crop sono la risposta per contenere le infestanti, mezzi tecnici innovativi nel campo della fertilizzazione organica e dei biostimolanti per contenere le problematiche fitosanitarie.

Il contributo del Crea 

I ricercatori del Crea stanno studiando strumenti di breeding innovativi quali le TEA, Tecnologie di Evoluzione Assistita e soluzioni digitali per la gestione agronomica della risaia. Da evidenziare, infine, le ricerche finalizzate all'incremento di conoscenze sui prodotti bio-based e all'interazione del riso con microrganismi utili, per una loro applicazione nell'agroecosistema risaia.

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