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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La sfida

L'Italia apre le porte ai nuovi Ogm, ma la Germania si mette di traverso

Bruxelles ha proposto una normativa per avviare la sperimentazione delle tecniche di genoma editing: Berlino è contro, Roma ne fa una priorità

È scontro tra Italia e Germania. La partita non si gioca sui campi di calcio ma in materia di nuovi organismi geneticamente modificati. Mentre Roma intende accelerare sulle tecniche di editing del genoma, Berlino vuole porre un freno alla liberalizzazione dell'ingegneria genetica applicata alle piante. Il ministero dell'Agricoltura tedesco si è dichiarato contrario alla deregolamentazione delle nuove tecniche genomiche, così come proposta dalla Commissione europea e a cui l'Italia è favorevole. Una posizione "di peso" quella tedesca che potrebbe rallentare le procedure avviate da Bruxelles per delineare una normativa più favorevole.

Alterazioni del Dna

Per giugno di quest'anno l'esecutivo europeo prevede di presentare la proposta per allentare le norme dell'Ue sull'editing genetico, in particolare le nuove tecniche genomiche (Tea), sottraendolo dalle regole restrittive che vigono per gli Organismi geneticamente modificati di prima generazione. L'esecutivo europeo preme per una liberalizzazione, convinta che questa sarà utile per la creazione di piante più resistenti ai cambiamenti climatici e in grado di offrire maggiori garanzie in termini di sicurezza alimentare. Una parte del mondo scientifico reputa invece prematuro questo passaggio. Le tecniche di miglioramento genetico delle piante consistono in metodi scientifici che alterano i genomi di una pianta, modificando, eliminando o potenziando alcuni tratti delle stesse (senza quindi aggiungere Dna esterno), come la tolleranza alla siccità, la capacità di concentrazione di una vitamina, o anche il colore dei frutti. Dopo aver preso tempo prima di esprimere una posizione, il ministero dell'Agricoltura tedesco, guidato da Cem Özdemir dei Verdi, si è espresso contro la deregolamentazione di queste tecniche.

Miopia normativa

Silvia Bender, alto funzionario del ministero tedesco, durante una conferenza scientifica ha sottolineato l'importanza di salvaguardare la libertà di scelta di produttori, rivenditori e consumatori, assicurando loro che sappiano se stanno acquistando o commerciando un prodotto ottenuto utilizzando tecniche genomiche o meno. A questo punto delle ricerche non sarebbe possibile offrire queste garanzie. A proposito della liberalizzazione Bender ha affermato: "Credo che questa conclusione sia troppo miope e non sia conforme alla mia comprensione della trasparenza", sottolineando anche il fatto che l'Ue "sta ancora cercando di trovare una posizione adeguata in merito". La trasparenza sui prodotti geneticamente modificati, ha sottolineato la funzionaria, è anche una condizione per la coesistenza delle tecniche con il settore biologico e privo di Ogm. Quest'ultimo in particolare deve essere messo nelle condizioni di risalire all'origine dei suoi prodotti e input. Bender ha però riconosciuto che altri Paesi stanno perseguendo un "approccio diverso". Tra questi l'Italia, che sta invece premendo l'acceleratore sulla deregolamentazione.

Biotecnologie "pulite"

Il 14 marzo il Crea, l'ente di ricerca agricolo del governo italiano, ha presentato un documento (position paper) relativo al contributo della genetica avanzata, concludendo che bisogna "promuovere un sistema pubblico-privato di miglioramento genetico basato sulle tecnologie genomiche più avanzate", reputandolo "strategico per adeguare l’agricoltura nazionale al futuro e mantenere la sostenibilità e la competitività del comparto agricolo nazionale". Il Crea ha definito le Tea come "radicalmente diverse dagli Ogm di una volta", ragion per cui le due tipologie di tecniche non possono essere normate allo stesso modo. L'ente ha anche sottolineato l'esigenza di rilanciare un programma di ricerca sulle "biotecnologie pulite", in modo tale che, in previsione delle scelte europee, Roma si presenti all’appuntamento con "un adeguato programma di investimento". In caso contrario si rischierebbe di vanificare il lavoro svolto sinora. Infine il Crea chiede di predisporre strumenti di trasferimento tecnologico dei risultati ottenuti nell'ambito della ricerca al mondo produttivo. Viene quindi definito prioritario il coinvolgimento delle industrie private, "in modo da rinnovare il panorama varietale e renderlo idoneo al nuovo scenario climatico".

Avversari della liberalizzazione

A Berlino in realtà le posizioni non sono univoche. Al fianco di Özdemir si è collocata anche la ministra dell'ambiente Steffi Lemke, lei pure in quota Verdi, convinta oppositrice dell'editing genetico. Di parere opposto Bettina Stark-Watzinger, ministra della ricerca e della scienza del Partito democratico liberale, che vorrebbe invece sfruttare il potenziale offerto dalle nuove tecniche genomiche, eliminando le barriere legislative in vigore. A livello europeo contro la deregolamentazione si sono già schierati Austria, Ungheria e Cipro. Secondo i tre Paesi la Commissione non ha valutato a sufficienza i rischi derivanti dalla liberalizzazione delle tecniche di editing del genoma. “In particolare per quanto riguarda la valutazione del rischio ambientale, molte questioni rimangono aperte”, si legge in una nota diffusa dal ministro dell'ambiente austriaco.

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