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Venerdì, 26 Aprile 2024
Lavoro

Schizzano i costi di produzione del vino. In ritardo gli investimenti ecologici della Farm to fork

Aumentati prezzi di energia, vetro e trasporti. Le Cooperative europee temono nuove chiusure di bar e ristoranti causa Covid

I costi di produzione del vino sono in costante ascesa. Non solo in Italia, ma anche in Francia e Spagna, gli altri due principali Paesi produttori. Il trittico insieme rappresenta il 50% del settore vinicolo dell'Unione europea. “Gli incrementi vanno dal costo dell’elettricità a quello dei fertilizzanti, ma ad aumentare sono anche i prezzi del vetro, delle scatole, degli imballaggi e dei materiali da costruzione”, ha denunciato Luca Rigotti, coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza cooperative agroalimentari. La forbice dell'incremento varia tra l'8 e il 12%, con picchi che raggiungono il +24,4% per il costo dell'energia. I costi dei trasporti risultano raddoppiati, lamentano le aziende del settore, che stanno affrontando gravi ritardi nella consegna dei prodotti. Secondo l'esperto, al momento i costi aggiuntivi sono rimasti sul groppone dei produttori.

A spaventare, inoltre, è il possibile ripristino delle restrizioni nel settore dell'Horeca. Una nuova chiusura di bar e ristoranti assesterebbe un colpo durissimo al mondo del vino, destabilizzandolo ulteriormente. I segnali positivi provengono, invece, da un aumento dei prezzi di vendita (causato da una vendemmia inferiore alla media degli ultimi anni) e dall'incremento dell’export, facilitato dalla fine dei dazi statunitensi. Le cooperative di Francia, Spagna e Italia, sottolineano che, per far fronte ai rincari, le imprese stanno fermando o posticipando i loro piani di ammodernamento.

Questo rende impossibile la programmazione e realizzazione di nuovi investimenti, in particolare quelli che dovrebbero raccogliere la sfida della transizione ecologica del settore vitivinicolo indicata dalla nuova strategia agro-alimentare voluta dall'Ue. “In questa situazione, anche i limiti imposti dalla Farm to Fork potrebbero potenzialmente contribuire, nel medio periodo, ad una riduzione delle produzioni europee”, sottolinea Rigotti, concludendo “con l'inevitabile conseguenza che il calo produttivo si traduca in un aumento delle importazioni extra-Ue”. Bisognerà capire come  garantire stabilità dell'offerta, produttività e rispetto della strategia europea.

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