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Venerdì, 29 Marzo 2024
Lavoro

Coronavirus, i rider scioperano: "Niente più consegne a domicilio, le faccia lo Stato"

Quattro sindacati di categoria, da Napoli a Milano, chiedono al governo di mettere in campo ammortizzatori sociali per i lavoratori in modo che possano restare a casa senza perdere reddito: "Da piattaforme online nessun dispositivo di sicurezza"

Basta consegne a domicilio che mettono a rischio la salute dei rider e dei consumatori. Se il food delivery è "un servizio pubblico indispensabile", allora sia lo Stato a farsene carico attraverso la Protezione civile. "Noi ci fermiamo". E' il messaggio lanciato da quattro organizzazioni sindacali di fattorini (Deliverance Milano, Riders Union di Roma e Bologna e Rider per Napoli) che invitano i colleghi a scioperare per non rischiare di contrarre il coronavirus

"Invitiamo le/i riders ad astenersi dal servizio fino a tutta la durata delle ordinanze restrittive", si legge in un post su Facebook co-firmato dalle quattro organizzazioni. "Seguiamo con preoccupazione le vicende che riguardano il nostro Paese, a maggior ragione perché siamo tra quelle e tra quelli che non possono restare a casa - scrivono -  "Abbiamo lavorato in questi giorni in preda alla paura che in tante e tanti vivono in questo momento così delicato - prseguono - Abbiamo lavorato principalmente per piattaforme che non ci hanno fornito - nonostante le nostre incessanti richieste, nonostante le leggi dello Stato - i dispositivi di sicurezza necessari".

Da qui, la decisione di fermare le corse: "Viviamo di consegne a domicilio, sono la nostra fonte di reddito - magra, precaria, a cottimo. Ma come abbiamo fatto in altre circostanze sentiamo la necessità di dire che la nostra vita e la nostra salute valgono più di una pizza, di un sushi o di un panino". E poi aggiungono: "Invitiamo consumatrici e consumatori a non ordinare: pensiamo al necessario, alla nostra salute, alla nostra vita e a chi sembra non abbia il diritto di poter restare a casa".

Il problema principale dello stop alle consegne per i rider riguarda il reddito: "Siamo lavoratori dipendenti ma sulla carta la falsa autonomia e l'assenza di un contratto ci privano di ogni strumento di difesa e di tutela". Ecco perché, al fianco della decisione di fermare le corse, i rider chiedono anche garanzie al governo: "Chiediamo l'accesso agli ammortizzatori sociali e il diritto di prendere continuità di reddito, perché dobbiamo poter continuare a vivere restando a casa". Il governo, dicono ancora, "mobiliti l'Agenzia delle entrate per provvedere alla restituzione immediata delle ritenute d'acconto per i prestatori occasionali che negli anni 2018 e 2019 sono rimasti al di sotto della soglia dei 5.000 euro".

Nei giorni scorsi, la Regione Campania ha individuato nel food delivery un possibile veicolo di contagio, ma con il divieto di ristoranti, fast food e pasticcierie di aprire al pubblico, in Italia le consegne a domicilio sono diventate fondamentali. "Riteniamo la situazione molto grave e per noi fermare il contagio viene prima di qualsiasi altra cosa. Se distribuire cibo a casa diviene indispensabile, ci devono pensare lo Stato, la Protezione civile e gli organi preposti", dicono i rider.

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