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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lavoro

Obbligo vaccinale per over 50. Riguarderà un lavoratore su tre in agricoltura

Da risolvere il problema della possibilità di accogliere stranieri vaccinati con sieri non riconosciuti dall'Italia. Senza gli stagionali si rischia di perdere i raccolti

Il 34% dei lavoratori del settore agricolo sarà interessato dall'obbligo vaccinale, imposto dal governo italiano per gli over 50. In questa fascia d'età rientrano oltre 350mila lavoratori agricoli, su di un totale di 1,046 milioni di persone impiegate nel settore. È quanto emerge da un'analisi dei dati Inps. Dallo studio risulta che la fascia maggiormente interessata sia quella tra i 50 ed i 55 anni. Il vaccino per questa categoria non sarà più su base volontaria e diventerà indispensabile per poter ottenere il super green pass. Per tutti coloro (lavoratori e non) che non saranno in regola con l’obbligo vaccinale, a partire dal 1° febbraio 2022 è prevista una sanzione di 100 euro una tantum.

Nel settore agricolo, la questione riguarda soprattutto i lavoratori stranieri, che costituiscono il 60% delle persone interessate dalla misura. Provenienti da ben 155 Paesi diversi, in molti casi sono stati vaccinati con sieri non riconosciuti dall'Italia. Si tratta di persone che svolgono circa il 29% delle giornate di impiego necessarie per il settore. Ad esempio, numerosi sono i lavoratori vaccinati con lo Sputnik, la dose creata in Russia e diffusa nei Balcani. Non mancano inoltre gli stranieri immunizzati con il siero cinese Sinovac. In tutti questi casi, la copertura vaccinale non è riconosciuta dagli Stati membri dell'Unione europea.

“Tra poche settimane si avvierà la stagione dei primi raccolti e le aziende agricole attendono l’arrivo di lavoratori extracomunitari, ma sono ancora molte le questioni aperte che, a nostro avviso, devono trovare un equilibrio in ambito internazionale”, ha sottolineato Massimo Giansanti, presidente di Confagricoltura, aggiungendo che “due anni di pandemia hanno palesato evidenti difficoltà nel trovare soluzioni condivise dagli Stati per garantire il flusso e la permanenza dei lavoratori stranieri nel settore primario”. In questo periodo si attende inoltre la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del “Decreto flussi 2021”, appena approvato, insieme con la circolare interministeriale che indicherà date e dettagli per avvalersi delle quote di lavoratori in agricoltura. Confagricoltura ha ricordato inoltre che nel 2020 c'è stata una prima sperimentazione, per cui nell'ambito dei 42mila addetti stagionali previsti dal Decreto nei settori agricolo e turistico-alberghiero, era stata prevista una quota di 14mila unità riservata alle istanze presentate dalle organizzazioni professionali agricole per conto dei datori di lavoro.

La Coldiretti, da parte sua, ha sottolineato che con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di incertezza e speculazioni, che spinge i singoli Stati ad accaparrarsi beni essenziali come l'energia e il cibo. Le difficoltà negli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia se, da un lato, ha ridotto la presenza di lavoratori stranieri, dall'altra ha aumentato quella degli italiani, che sono tornati a considerare il lavoro rurale come una opportunità interessante. Accanto alle figure tradizionali, come potatori di alberi da frutta, olivi e vigne o ai trattoristi, si sono affiancati nuovi mestieri necessari per affrontare la sfida della rivoluzione digitale con investimenti in droni, Gps, software e marketing su internet. Tutti strumenti necessari per aumentare la sostenibilità delle produzioni, sia in termini economici che ambientali.

Per favorire questo cambio generazionale, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini chiede di “adottare strumenti concordati con i sindacati, che consentano anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi". L'obiettivo è di “ridurre il costo del lavoro con una semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all'andamento climatico sempre più bizzarro".

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