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Giovedì, 18 Aprile 2024
Lavoro

Boom di suicidi tra gli agricoltori: centinaia di morti ogni anno in tutta Europa

Soffrono isolamento, problemi finanziari e sovraccarico di lavoro. In Italia, oltre 500 le vittime tra il 2012 e il 2017. La Francia ha lanciato un piano di prevenzione, mentre una rete europea offre sostegno

Prevenire le cause dei suicidi tra gli agricoltori, che in Francia hanno superato i 500 casi l'anno. Questo l'obiettivo del piano lanciato dal ministro Julien Denormandie che ha presentato la sua tabella di marcia intitolata "Prevenzione del malessere e sostegno agli agricoltori in difficoltà".

Nell'arco di 18 mesi, organizzazioni professionali, associazioni e parlamentari hanno collaborato per definire una strategia concreta per fermare quello che sembra un vero e proprio massacro. Le cause principali individuate sono: isolamento, malessere, problemi finanziari, riduzione dei redditi, sovraccarico di lavoro e mancanza di riconoscimento. Nel piano è prevista l'istituzione di un'unità dedicata alla gestione del malessere agricolo in ogni dipartimento francese entro la fine del 2022.

Queste strutture opereranno in connessione sia con altri enti statali, che con attori locali come Solidarité Paysans (un'associazione di sostegno agli agricoltori), la mutualità sociale e i veterinari. Per realizzare l'operazione, il ministero ha decretato un aumento del 40% di un fondo di settore, che raggiungerà i 42 milioni di euro. Tra gli strumenti previsti c'è un miglior accesso alle cure mediche e psicologiche. Il piano rientra in una dimensione più ampia, volta a proteggere gli agricoltori e a ridare valore sia al loro lavoro che all'alimentazione in generale. Il ministero si concentra anche su un approccio più umano e trasversale alle problematiche, volto a comprendere e a ridurre le vulnerabilità tipiche di questo settore.

I dati in Italia

La Francia non è l'unico Paese a dover affrontare la sofferenza degli agricoltori, tale da spingerli fino a gesti estremi. Per l'Italia la situazione è meno drammatica, ma non si discosta troppo da questa tendenza. Nella nostra penisola uno studio, condotto dall'Istituto Nazionale delle Statistiche, ha rilevato 559 suicidi tra lavoratori dell'agricoltura, della pesca, della silvicoltura e della caccia nel lasso di tempo dal 2012 al 2017. La ricerca ha rilevato un'alta prevalenza di problemi di salute mentale, compresi i sintomi di ansia e depressione, nonché lo scarso accesso ai servizi di tutela psicologica. Inoltre, è emerso un collegamento, seppur ancora dibattuto, tra problemi mentali e l'esposizione ai pesticidi, principalmente agli organofosfati. Il rischio maggiore di suicidio colpisce principalmente uomini, in particolare se privi di famiglia, residenti in aree isolate e con un pesante carico di lavoro, che può arrivare fino a 55 ore o più a settimana. Questi elementi incrementano la fragilità psicologica degli agricoltori rispetto a lavoratori di altri settori.

Strumenti di protezione

Seppur con alcune differenze, spesso i problemi per chi lavora la terra sono simili in vari Paesi. Per questo motivo è stata creata una rete europea di condivisione di esperienze da tre associazioni che lavorano nella stessa direzione: Solidarité Paysans in Francia, BAG in Germania e Agri-Call in Belgio. Quest'ultima si concentra in particolare sulle difficoltà finanziarie, analizzando la situazione, il debito e i crediti. Avvocati, agronomi, esperti finanziari e psicologi sono a disposizione degli agricoltori, offrendo consulenza e supporto in modo gratuito. "Al di là degli aspetti numerici, c'è anche un approccio umano completo, dato che analizziamo la vita familiare, la trasmissione potenziale e ricorriamo a strumenti legali per aiutare a risolvere eventuali problemi di debito”, commenta al quotidiano belga Le Soir Laurence Leruse, coordinatrice dell'associazione.

“Andiamo sempre in coppia nelle fattorie, con supporto psicologico e finanziario, dato che è raro che ci sia un solo problema”, aggiunge la responsabile. L'intervento avviene solo su richiesta della persona coinvolta, anche se in alcuni casi può essere direttamente un medico o un assistente sociale ad attivare la chiamata, ma sempre con il consenso dell'agricoltore. Per far conoscere il proprio lavoro, Agri-Call conta sulla vasta rete di persone che si recano nelle aziende agricole, come veterinari, operatori per la mediazione del debito e sindacati agricoli.

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