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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ue approva aiuti di Stato dell'Italia, ma vuole zona rossa a Roma per frenare la peste suina africana

La newsletter con le notizie e gli approfondimenti dei giornalisti di AgriFoodToday. Dai campi ai tavoli dell'Unione europea

Attualità

L'UE APPROVA GLI AIUTI DI STATO ITALIANI: 1,2 MILIARDI PER AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA – Bruxelles approva gli aiuti di Stato previsti dall'Italia, pari ad 1,2 miliardi di euro a sostegno dei settori delle aziende agricole, fortemente danneggiate nel contesto dell'invasione russa dell'Ucraina. Il regime è stato autorizzato dalla Commissione europea nell'ambito del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato, che riconosce il grave turbamento subito da tutta l'economia dell'Unione europea a seguito dell'attacco sferrato ai danni di Kiev. "Proseguiamo la stretta collaborazione con gli Stati membri per garantire che le misure nazionali di sostegno possano essere attuate in modo tempestivo, coordinato ed efficace, tutelando nel contempo la parità di condizioni nel mercato unico" ha dichiarato Margrethe Vestager, Vicepresidente della Commissione e responsabile della politica di concorrenza. Nelle misure autorizzate, i beneficiari ammissibili avranno diritto a ricevere aiuti di importo limitato in varie forme, che includono sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali o di pagamento e anticipi rimborsabili. Sarà inoltre possibile ottenere la riduzione o l'esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Potranno avere accesso alle misure le imprese di tutte le dimensioni attive nei settori dell'agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell'acquacoltura, gravemente colpite dall'aumento dei prezzi dell'elettricità, dei mangimi e dei carburanti a causa dall'attuale crisi geopolitica e dalle relative sanzioni adottate dagli Stati membri nei confronti della Russia. Bruxelles ha valutato che il regime italiano è in linea con le condizioni stabilite nel quadro temporaneo di crisi, risultando inoltre “necessario, adeguato e proporzionato” rispetto ai turbamenti incorsi negli ultimi mesi. Per saperne di più

Filiera

L'INDIA BLOCCA LE ESPORTAZIONI DI GRANO. MERCATI ALIMENTARI IN TILT - I picchi del termometro stoppano le esportazioni di grano dall'India. Lo ha annunciato il governo di Nuova Delhi, guidato dal primo ministro Narendra Modi, a fronte del temuto calo di produzione, dovuto soprattutto alle ondate di caldo estremo che hanno colpito il Paese nelle ultime settimane. Secondo i vertici del G7, questa decisione "aggraverà la crisi" dell'approvvigionamento di cereali, determinata dalla guerra in Ucraina. L'India è il secondo produttore mondiale di grano e a marzo aveva annunciato di aver già venduto 7 milioni di tonnellate di grano, puntando ai dieci milioni per i prossimi raccolti. Una decisione che avrebbe potuto dare sollievo al mercato globale, caratterizzato da prezzi record e privato dei raccolti fermi nei silos o nei porti del mar Nero. Adesso arriva il retro-front, con la scelta di bloccare le vendita all'estero, tranne nei casi di permessi speciali. L'obiettivo dichiarato è di garantire la "sicurezza alimentare" di una popolazione che conta 1,4 miliardi di persone. I ministri del G7 temono però prezzi più alti, che, coniugati a disponibilità inferiori, aumenterebbero il rischio di carestie e disordini sociali, soprattutto nei Paesi più poveri, costretti ad importare grandi quantità di cereali. La misura dell'India viene perciò reputata protezionistica da parte dei principali Paesi importatori. Secondo la Coldiretti, nonostante l'Italia non abbia importato in modo diretto dall'India, questa decisione potrebbe provocare un aumento dell'inflazione pari al 6,1% nell'eurozona, con un taglio delle stime di crescita del Pil. L’emergenza mondiale riguarda anche il nostro Paese, che importa oltre il 60% del proprio fabbisogno di grano tenero, necessario per la produzione di pane e biscotti, il 35% del grano duro per la pasta e il 46% del mais per l’alimentazione del bestiame. Per saperne di più

Salute

PESTE SUINA AFRICANA: A ROMA L'UE IMPONE UNA ZONA ROSSA PER ARGINARLA – Per applicare tutte le misure di contenimento previste contro il diffondersi della peste suina africa, l'Ue ha chiesto all'Italia di istituire "immediatamente" una zona rossa a Roma. Dall'area non verranno esportati suini verso gli Stati membri né a Paesi terzi. La decisione della Commissione Europea, a firma della commissaria alla Salute Stella Kyriakides, pubblicata oggi nella Gazzetta Ufficiale dell'Ue, stabilisce anche i confini minimi della zona rossa. Come si legge in una lettera inviata all’Italia, la decisione dell’Ue si è resa necessaria «dato che sussiste nell’immediato un rischio maggiore di ulteriore diffusione della malattia». Dato che un recente focolaio di peste suina africana si è diffusa tra animali selvatici in Italia, in particolare cinghiali, è opportuno che «la presente decisione stabilisca che l’Italia non autorizzi i movimenti verso altri Stati membri e paesi terzi di partite di suini detenuti nella zona infetta e dei relativi prodotti fino alla data in cui la presente decisione cesserà di produrre effetti». Al momento la decisione si applicherà fino al 31 agosto. Per saperne di più

Innovazione

L'ITALIA REPUTA ISRAELE UN "PARTNER STRATEGICO PER L'INNOVAZIONE AGRICOLA" - Per migliorare la sicurezza alimentare, minacciata dall'instabilità geopolitica e dai cambiamenti climatici, l'Italia punta a rafforzare un'alleanza strategica con Israele. Reputato un Paese all'avanguardia nel mondo agricolo dell'area euro-mediterranea, le aziende nostrano mirano ad acquisire dagli israeliani tecnologie e sistemi di produzione più efficienti sul piano della produzione e della sostenibilità ambientale. Sul fronte dello sviluppo del potenziale "ancora inespresso" dell'agricoltura italiana, "Israele è un partner strategico per l'Italia", ha affermato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel corso del meeting “Techagricolture Italia - Israele'' organizzato a Napoli da Confagricoltura, in collaborazione con il Comune e l'Università Federico II. "Considerata la forte complementarietà delle nostre economie e la vicinanza geografica e culturale, il mercato italiano presenta importanti attrattive per le imprese israeliane che cercano nuovi sbocchi nel mercato dell'Unione Europea", ha sostenuto il ministro. Il nostro Paese, dal canto suo, cerca di carpire le novità tecnologiche provenienti da Tel Aviv e dintorni. "L'Italia conferma il suo grande interesse per il mercato israeliano, con specifico riferimento a hi-tech, biomedicina, innovazione agricola, energie rinnovabili, smart mobility, settori in cui Israele vanta un'eccellente reputazione". Per saperne di più

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