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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il caso

Stop alla stretta Ue sugli antibiotici per gli animali: Parlamento approva lista “amica” degli allevatori

Socialisti ed ecologisti delusi mentre esultano veterinari e Lega: “Potremo ancora salvare la vita a cani e gatti”, ma determinano malattie più resistenti per gli umani

Approvato dal Parlamento europeo il nuovo regolamento contenente la lista di antibiotici da riservare solo all'uomo, vietandone l'uso per gli animali. La lista è stata compilata in base alle indicazioni della Commissione, dopo che diversi pareri scientifici hanno individuato una connessione tra la resistenza agli antibiotici, che mette ormai in difficoltà gli operatori sanitari risultando inefficaci, con l'abuso di antibiotici negli allevamenti.

La decisione ha destato amarezza nell'arco dei deputati che si collocano a sinistra e di quelli ecologisti (S&D, Left e Greens), che a suo tempo avevano presentato un'obiezione, al fine di bloccare il regolamento, chiedendo una lista più ampia di antibiotici da vietare in zootecnia, come pure per animali da compagnia. Ad avere la meglio è stata però una maggioranza prevalentemente conservatrice, che ha sostenuto la proposta dell'esecutivo Ue. “Si tratta di una perdita per la salute umana e animale, a favore degli interessi commerciali. Già oggi, più di 1,3 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di infezioni che non possono più essere trattate con successo a causa della resistenza antimicrobica” ha sottolineato nil gruppo dei Socialisti in un nota.

"I germi resistenti agli antibiotici sono una minaccia in costante crescita e riconosciuti come una cosiddetta 'pandemia silenziosa' dalla Commissione europea, ma solo in bei discorsi senza conseguenze concrete nella legislazione", ha affermato l'eurodeputato Tiemo Wölken, portavoce S&D nella commissione salute. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i germi resistenti agli antibiotici sono tra le prime dieci minacce alla salute globale e hanno il potenziale di uccidere 10 milioni di persone all'anno entro il 2050. In base a questi dati, Bruxelles aveva varato nel 2017 il piano "One health", che puntava appunto a ridurre l'uso di antibiotici nei casi non nesessari, al fine di ridurre queste forme di resistenza.

La maggioranza parlamentare, evidenziano i socialisti, ha spianato la strada all'accettazione di una “lista poco ambiziosa”, che sarebbe incapace di arginare le gravi conseguenze per la salute. Cosa ancor più grave, sottolinea Wölken, "l'elenco non contiene un solo antimicrobico attualmente autorizzato per uso veterinario, il che è estremamente poco ambizioso in quanto non apporta alcun cambiamento e mantiene lo status quo”. Al momento della discussione, diverse critiche erano piovute a livello europeo sulle ipotetcieh restrizioni agli antibiotici, in particolare da parte dei veterinari che hanno in cura cani e gatti, in molte famiglie assimilati a persone.

Anche l'Associazione italiana medici veterinari (Anmvi) si era espressa contro le restrizioni. “Gli animali rischiano di essere privati di terapie salva vita”, avevano scritto in una nota. Dal canto suo, esulta invece la Lega per questo risultato. "Grazie al nostro impegno, siamo riusciti a respingere questa proposta. Il principio è giusto, lo ribadiamo, ma limitare l'utilizzo in generale di antimicrobici non può tramutarsi in misure che mettono a rischio la salute e il benessere degli animali”, ha affermato l'eurodeputata veneta Rosanna Conte, proseguendo: “Tanto più considerato che la proposta delle sinistre avrebbe riguardato anche gli animali da compagnia, come cani e gatti, che non sono destinati al consumo alimentare e dunque non costituiscono rischi per l'uomo”.

Per gli animali allevati, evidenzia in un comunicato stampa l'eletta leghista, "in ambito zootecnico vige il perentorio rispetto dei tempi di somministrazione entro i termini stabiliti ai sensi di legge, in modo che gli antimicrobici, eventualmente utilizzati, vengano smaltiti dall'organismo dell'animale prima del consumo da parte dell'uomo. L'eventuale assimilazione, ci dice la scienza, è in questi casi assai remoto”.

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