rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Antibiotici negli allevamenti in calo, ma l'Italia resta tra i maggiori consumatori Ue

E' quanto emerge da un rapporto dell'Ema. Nel nostro Paese è stata registrata una riduzione del 34% tra il 2011 e il 2018, soprattutto tra i farmaci più pericolosi sotto il profilo della resistenza amntimicrobica dell'uomo

Continua a calare in Italia l'uso degli antibiotici negli allevamenti: tra il 2011 e il 2018, le vendite nel settore zootecnico sono diminuite del 34%, lo stesso calo registrato in tutta l'Unione europea. Al netto del calo, il nostro Paese continua a essere il maggiore utilizzatore nell'Ue di questi farmaci insieme a Spagna e Cipro.  E' quanto mostra il rapporto annuale sulla sorveglianza europea del consumo di antimicrobici veterinari (Esvac) pubblicato dall'Agenzia europea del farmaco (Ema).

"La costante diminuzione delle vendite di antibiotici veterinari nell'arco di dieci anni dimostra che l'Europa è sulla buona strada per combattere la resistenza antimicrobica", ha affermato Ivo Claassen, capo della divisione di medicinali veterinari dell'Ema. Il rapporto Esvac presenta i dati di 30 paesi dello Spazio economico europeo e della Svizzera, che hanno fornito informazioni per il 2018.

I risultati mostrano che sono diminuite le vendite di alcuni agenti antimicrobici veterinari appartenenti a classi di antibiotici usati per trattare infezioni gravi nell'uomo causate da batteri resistenti. Ad esempio, le vendite di cefalosporine di terza e quarta generazione sono diminuite del 24%, le polimixine sono diminuite del 70%, i fluorochinoloni sono diminuiti del 4% e le vendite di altri chinoloni sono diminuite del 74%.

Il progetto Esvac è stato avviato dall'Ema nell'aprile 2010 a seguito di una richiesta della Commissione europea di armonizzare la raccolta e la comunicazione dei dati in un Ue su questo delicato tema. I paesi aderenti al progetto sono passati dai 9 del 2010 ai 31 nel 2020. Il rapporto Esvac viene pubblicato ogni anno ed è utilizzato come riferimento e guida da scienziati, veterinari, professionisti sanitari e responsabili politici negli Stati membri. "La guida dell'Ue e le campagne nazionali che promuovono un uso prudente degli antibiotici negli animali - ha concluso Claassen - stanno avendo un effetto positivo".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Antibiotici negli allevamenti in calo, ma l'Italia resta tra i maggiori consumatori Ue

AgriFoodToday è in caricamento