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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

La cannabis non uccide: l'Onu la rimuove dalle sostanze pericolose. Putin e Orban contrari

La commissione sugli stupefacenti delle Nazioni Unite riconosce i benefici della marijuana nel ridurre dolore e nausea, oltre ad alleviare i sintomi di condizioni mediche come l'anoressia, l'epilessia e la sclerosi multipla

La commissione sugli stupefacenti delle Nazioni Unite ha deciso di rimuovere la marijuana dalla lista delle droghe più pericolose del mondo, della quale faceva parte assieme a eroina e cocaina. L’Onu ritiene ancora la cannabis una sostanza da controllare,  ma la mossa, sostenuta dall’Ue e dagli Stati Uniti, potrebbe allentare le restrizioni alla ricerca sull'uso terapeutico della marijuana. La commissione composta da 53 Stati membri ha approvato la modifica con uno scarto minimo: 27 a favore, 25 contrari e un’astensione. La Russia si è opposta alla scelta e ha definito la cannabis “la droga più abusata a livello globale”. L’Ue aveva deciso di votare compatta a favore del ‘declassamento’ degli effetti della marijuana, ma l’Ungheria si è rifiutata di sostenere la posizione comune e ha votato contro. 

Gli effetti della cannabis

Secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, la Commission for Narcotic Drugs, che ha sede a Vienna, si è espressa in merito a una serie di raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Una di queste chiedeva appunto di rimuovere la cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica del 1961, dove la sostanza è elencata insieme a una lunga lista di stupefacenti sintetici o semi-sintetici. Nella sua raccomandazione alla commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti, il comitato dell'Oms ha osservato che la cannabis può avere effetti negativi e causare dipendenza. Ma ha anche citato i suoi benefici nel ridurre il dolore e la nausea, oltre ad alleviare i sintomi di condizioni mediche come l'anoressia, l'epilessia e la sclerosi multipla. Viene fatto notare che, a differenza degli oppioidi come il fentanil, la cannabis non è associata a un rischio significativo di morte.

Le conseguenze della decisione

Gli esperti di classificazione legale delle sostanze concordano sul fatto che il voto, almeno per il momento, non avrà un impatto immediato sull'allentamento dei controlli internazionali, perché i Governi avranno ancora giurisdizione su come classificare la cannabis. Ma molti Paesi, come l’Italia, assegnano un valore vincolante alle convenzioni internazionali. Di qui la possibilità di interventi legislativi che vadano a modificare la rigorosa disciplina che, ad esempio, ancora oggi limita fortemente la produzione e la distribuzione di cannabis terapeutica e rappresenta un freno anche per chi produce cibi, bevande e prodotti cosmetici a base di cannabis.

Le reazioni

La decisione “toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici”, sostine Marco Perduca, che per l'Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e alla salute, coordina la campagna 'Legalizziamo!'. Perduca ha aggiunto che il voto è importante “anche perché le raccomandazioni dell'Oms erano state elaborate sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni, in condizioni molto difficili”.

Parte del mondo politico riconosce il valore “di un passaggio politico internazionale rilevantissimo che dovrà portare a sdoganare completamente sul piano internazionale la cannabis terapeutica e a slegare la regolamentazione della cannabis per uso ricreativo da quella di altre sostanze”, sostiene il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. “L'Italia colga l'indicazione dell'Onu e tolga definitivamente le restrizioni proibizioniste e vessatorie che ancora impediscono a migliaia di malati di utilizzare e coltivare ad uso terapeutico la cannabis”, prosegue il segretario. “Più in generale - conclude Della Vedova - mentre nel Nord America la cannabis legale diventa la norma, portando più controlli sulle sostanze, facendo emergere nell'economia legale e tassata un business miliardario, in Europa solo il Lussemburgo sta superando il tabù proibizionista”.

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