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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

"Piombo e cadmio oltre i valori consentiti nel cioccolato fondente. Fare attenzione alle dosi"

La denuncia proviene da un'associazione di consumatori Usa nei confronti delle multinazionali del settore, che assicurano di rispettare i limiti di legge per i metalli pesanti

Quello fondente è considerato il cioccolato più salutare, grazie alla presenza di antiossidanti e al basso contenuto di zuccheri. A preoccupare gli amanti delle barrette ad alto contenuto di cacao arriva però la denuncia di Consumer Reports, un'associazione di consumatori statunitense che ha svelato quantità di piombo e cadmio reputate "pericolose" nei prodotti di cioccolato fondente di varie multinazionali. Chi rappresenta le aziende sostiene che le barrette analizzate siano conformi ai limiti. Nel frattempo la vicenda è già approdata in tribunale e potrebbe creare un precedente importante nella valutazione della sicurezza dei prodotti a basa di cacao e nei doveri nei confronti dei consumatori.

Livelli di consumo

Tutto parte dai test realizzati da Consumer reports (Cr), che hanno rivelato livelli dannosi di piombo e cadmio in 23 delle 28 barrette di cioccolato analizzate, facenti capo a 21 marchi diversi, tra cui Mondelez International, Lindt, Theo Chocolate e Trader Joes's. Come riferimento sono stati utilizzati i limiti individuati dallo Stato della California. Per stabilire la pericolosità, gli esperti fanno riferimento al consumo quotidiano di almeno 33 grammi di cioccolato fondente al giorno. Se è pur vero che la maggior parte delle persone non mangia cioccolato tutti i giorni né in tali quantità, resta un 15% che ha quest'abitudine, almeno secondo la società di ricerche di mercato Mintel. Secondo gli esperti dell'associazione statunitense sussistono preoccupazioni anche per coloro che non sono consumatori abituali di cioccolato.

Le analisi

Nei test Consumer reports dichiara di aver utilizzato come parametro il livello di dose massima consentita (Madl) della California per il piombo (0,5 microgrammi) e il cadmio (4,1 mcg). L'alto contenuto di piombo, afferma Cr, è stato rilevato in dieci barrette, tra cui quella della Lindt con l'85% di cacao. Otto prodotti presentano invece livelli di cadmio da reputarsi al di sopra della media, mentre 5 barrette presentano valori alterati per entrambi i metalli pesanti, come la barretta di cioccolato biologico Green & Black's che fa capo a Mondelez.

Presenza naturale

Precisiamo che il piombo e il cadmio sono presenti in maniera naturale nelle fave di cacao. Si ritrovano in percentuale maggiore nel cioccolato fondente rispetto a quello al latte, dato che il primo ha un contenuto di cacao più elevato rispetto al secondo, caratterizzato da maggiore zucchero. Oltre che nel cioccolato, questi due metalli pesanti possono essere trovati in altri alimenti, come patate dolci, spinaci e carote. Seppur contenuti sempre in piccole quantità, questi metalli possono comunque raggiungere livelli pericolosi dato che provengono da più fonti. Per questo motivo limitare l'esposizione è fondamentale.

Soggetti a rischio

Secondo gli esperti l'esposizione costante e a lungo termine anche a piccole quantità di metalli pesanti può determinare vari problemi di salute, con pericoli in particolare per le donne incinte e i bambini piccoli. In particolare, per questi ultimi tali sostanze possono determinare problemi di sviluppo, incluso quello del cervello e portare a un quoziente intellettivo inferiore, come ha affermato Tunde Akinleye, il ricercatore sulla sicurezza alimentare che ha guidato i test. L'esperto ha evidenziato che i rischi ci sono a qualunque età. L'esposizione frequente al piombo negli adulti può portare ad esempio a problemi al sistema nervoso, ipertensione, soppressione del sistema immunitario, danni ai reni e problemi riproduttivi.

La risposta dei produttori

Contattata da AgriFood Today per ottenere delucidazioni, Mondelez International ci ha rinviato alla National Confectioners Association, un gruppo commerciale che tutela gli interessi delle aziende che confezionano i prodotti. Christopher Gindlesperger, vicepresidente senior degli Affari pubblici e della comunicazione, ci ha risposto assicurando la sicurezza del cioccolato. "Gli standard dell'Ufficio californiano per la valutazione dei rischi per la salute ambientale (Oehha) citati nello studio di Consumer Reports non sono standard di sicurezza alimentare", ha affermato il funzionario precisando che "un'indagine condotta da esperti [...] ha concluso che il cadmio e il piombo sono presenti nel cacao e nel cioccolato a causa del suolo e che la pulizia dei chicchi di cacao durante la lavorazione riduce il piombo e il cadmio nei prodotti di cioccolato".

Come ridurre la contaminazione

I prodotti citati in questo studio, assicura Gindlesperger, sono conformi a rigorosi requisiti di qualità e sicurezza. I livelli forniti dai test di Consumer Reports sarebbero invece "ben al di sotto dei limiti stabiliti nell'accordo". Il riferimento è ad una "sentenza consensuale" del 2018 della Corte Superiore dello Stato della California, che ha stabilito nuovi i livelli di concentrazione per il piombo e il cadmio, che sono stati "accettati" dall'industria del cioccolato e del cacao. Rispetto alla presenza "naturale" nei suoli, Consumer Reports ha sottolineato che esistono misure in grado di limitare la contaminazione dei metalli, da adottare quando le fave di cacao vengono pulite nelle fabbriche. Potrebbero inoltre influire sulla riduzione l'ingegneria genetica delle piante o la miscelazione delle fave insieme ad altri semi coltivati ​​in luoghi con livelli più bassi di metalli pesanti.

Cacao in tribunale

Nonostante le rassicurazioni dei produttori/distributori a fine dicembre due consumatori appassionati di cioccolato fondente di New York hanno intentato causa contro Hershey (la più grande compagnia statunitense nella produzione di cioccolato) e Trader Joe's (una catena americana di negozi alimentari), proprio sulla base dei dati pubblicati da Consumer reports. Come riporta Forbes, entrambe le azioni legali accusano le due società di presunte pratiche ingannevoli, non rivelando ai consumatori i livelli di piombo e cadmio nei loro prodotti. Le confezioni e le etichette alimentari sono definite "false, ingannevoli e fuorvianti". Gli avvocati sostengono che i consumatori potrebbero non conoscere i presunti livelli "pericolosi" di piombo e cadmio nei loro prodotti prima di acquistarli, mentre le compagnie chiamate in tribunale ne sarebbero state a conoscenza.

Responsabilità individuale o aziendale?

I ricorrenti sostengono inoltre che le aziende "hanno la responsabilità di implementare controlli per ridurre al minimo o prevenire in modo significativo l'esposizione ai rischi chimici nei prodotti” ai sensi di legge. La National Confectioners Association assicura invece che "il livello di esposizione è molto basso, poiché il cacao e il cioccolato vengono consumati come dolcetti, non come alimenti quotidiani della dieta come il pane o il latte". In base ai dati sulla nutrizione relativi agli Stati Uniti cioccolato e dolciumi sono presenti nell'alimentazione 2-3 volte a settimana. Limitare i consumi spetterebbe dunque ai singoli, chiamati ad un'alimentazione corretta senza esagerare coi piaceri del cacao.

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