"Digiuno o dieta vegana per aiutare i malati di cancro? Bufale pericolose"
Secondo l'oncologo Stefano Cascinu una corretta alimentazione non è solo un preziosissimo strumento di prevenzione, ma favorisce anche l'efficacia delle terapie anti-tumorali. Ma attenzione alle fake news
La dieta vegana "può avere un effetto drammatico su un malato oncologico". Digiunare del tutto, poi, potrebbe "contribuire a farlo morire prima". A dirlo è Stefano Cascinu, docente di Oncologia medica all'Università Vita-Salute dell'ospedale San Raffaele di Milano.
Il digiuno come cura?
In una intervista all'AdnKronos, Cascinu mette in guardia dai rischi legati alle fake news che circolano sul cancro e sulle terapie da seguire. "Ogni giorno - racconta Cascinu - in ambulatorio arrivano almeno un paio di persone, spesso istruite, che si sono costruite un'informazione su siti non controllati e non controllabili, e ci chiedono dei presunti benefici della restrizione calorica, della dieta vegana o di altri regimi dietetici. Il problema è che, se anche un'idea ha funzionato sui topi da laboratorio, non è automatico che lo faccia nella popolazione".
In particolare, Cascinu punta il dito contro "il presunto effetto benefico del digiuno, presentato addirittura come terapia per i tumori". Per il medico si tratta di una gigantesca bufale: "Semplicemente non è dimostrato: proporre una restrizione dietetica o un digiuno a un paziente avanzato o in chemio ha un effetto negativo e può contribuire a farlo morire prima", avverte.
L'importanza di una dieta sana
"Quello che ormai sappiamo bene, e che possiamo dire - prosegue - è che il controllo del perso corporeo è benefico: almeno nel 30% dei casi lo stile di vita, e in particolare l'obesità, è collegato ad alcuni grandi tumori come quello alla mammella, al colon o alla prostata. Mentre mantenere il proprio peso riduce in modo importante il rischio di recidiva". Quanto ai benefici di super-food come spezie o zenzero, "si tratta - chiarisce l'esperto - di alimenti che hanno degli effetti, ma da qui a pensare che proteggano, ad esempio, dal tumore al colon ce ne passa: è una bella speranza e poco più".
"Ribadisco: occorre spiegare alle persone che, se una strategia si è dimostrata efficace sui topi, non bisogna dare per scontato che lo sia anche nell'uomo. Credo - conclude - che sia sempre più importante da parte di noi medici rispondere in modo corretto, dato l'incremento dei quesiti dei pazienti su questi argomenti".