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Martedì, 23 Aprile 2024
Salute

Dopo la Ferrero, in Belgio chiude un'altra fabbrica di cioccolato per salmonella

Stavolta si tratta della Barry Callebaut, azienda svizzera che rifornisce molti marchi internazionali. Difficile definire una mappa delle potenziali infezioni

La salmonella colpisce ancora. Sempre in Belgio. Dopo il caso Ferrero, esploso questa primavera, stavolta a chiudere è la fabbrica della Barry Callebaut, azienda svizzera produttrice di cioccolato, che ha fermato le porte del suo impianto nella città belga di Wieze. A detta dell'azienda, a bloccarsi sarebbe la più grande fabbrica di cioccolato al mondo a causa di casi di intossicazione alimentare da salmonella.

Korneel Warlop, portavoce della Barry Callebaut, ha informato le autorità alimentari belghe e sta contattando tutti i suoi clienti, che in tal caso non sono consumatori diretti, ma altre aziende e marchi che lavorano il cioccolato creando una serie variegata di prodotti. Il che rende molto più complesso risalire la filiera e la distribuzione per individuare eventuali casi di infezione.

Per questa ragione non è chiaro se parte dei prodotti infetti abbia effettivamente raggiunto i consumatori. "Finora sembra tutto a posto, ma la mappatura è ancora in corso", ha dichiarato Warlop al giornale Politico. Un quarto della produzione dell'azienda svizzera viene realizzato in Belgio. Secondo Politico, la comunicazione aperta e trasparente di Barry Callebaut è in netto contrasto con il modo in cui Ferrero ha invece gestito un incidente simile nell'aprile di quest'anno. Anche il gigante italiano del cioccolato ha chiuso una fabbrica con sede in Belgio per la stessa ragione, ma aveva minimizzato i rischi, rifiutandosi di commentare i casi con i media. L'impianto, situato nella cittadina di Arlon, è stato infine riaperto a metà giugno.

Nel frattempo l'avvocato Jérémy Kalfon, che rappresenta le famiglie coinvolte, ha dichiarato di aver presentato circa 15 denunce all'ufficio del pubblico ministero di Rouen, sede del gruppo in Francia, a partire da aprile. "Ho troppi reclami con un certo numero di certezze: i periodi di incubazione sono quelli giusti, c'è salmonella ogni volta, ho le fatture e le confezioni. E sappiamo che Ferrero ha nascosto per mesi la presenza di salmonella nel suo stabilimento", aveva affermato il legale all'agenzia di notizie France Presse. Kalfon ha chiesto l'apertura di un'indagine da parte della procura di Parigi, competente per i reati in materia di salute. Da capire stavolta se e quante persone subiranno i danni determinati dalla più grande fabbrica di cioccolato. Bambini e adulti, anziché visitarla con il Willy Wonka di turno, rischiano di bussare alle sue porte accompagnati da medici e avvocati.

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