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Giovedì, 28 Marzo 2024
La protesta

Formaggi meno salutari della pizza surgelata. Ora i francesi sono contro il Nutriscore

Realizzati con latte crudo e tipici delle tradizioni transalpine, sono bocciati perché risultano più grassi e salati. Il governo rifiuta loro un “trattamento speciale”

Anche nella sua patria natia il Nutriscore suscita polemiche. A scatenarle stavolta sono i produttori di formaggio francesi, che hanno denunciato come "disastroso" lo schema di informazioni nutrizionali cosiddetto “a semaforo”. La rabbia è scoppiata quando sono venuti a sapere che alcuni dei loro prodotti di eccellenza sono stati classificati come meno salutari delle patatine.

Molti i prodotti da caseificio, che appartengono alla tradizione transalpina, a cui è stata attribuita la lettera D (colore arancione) o addirittura E (colore rosse), ad indicare i pericoli per la salute dei consumatori. Risulterebbero quindi meno nutrienti delle crocchette di pollo, cui è attribuito un colore verde chiaro con la B, della pizza surgelata e del gelato alla vaniglia, che hanno una C di colore giallo. L'ira è stata poi suscitata dalla A verde scuro, quindi la miglior classificazione possibile in termini nutritivi, alle patatine da forno del marchio McCain.

François-Xavier Huard, presidente della Federazione nazionale dell'Industria lattiero-casearia (Fnil), ha affermato che il sistema è prevenuto nei confronti del formaggio perché il codice colore si basa sulla quantità totale di grassi, sale, zucchero e calorie in una porzione di 100 grammi, accuse simili a quelle che da anni arrivano dall'Italia. "Nessuno mangia così tanto formaggio", ha dichiarato alla stampa. L'associazione di categoria, che riunisce 100 aziende e 36mila dipendenti in tutte le regioni della Francia, ha lanciato quindi una campagna contro il NutriScore.

A protestare sono in primo luogo i produttori di formaggi con indicazione geografica di origine, che utilizzano soprattutto latte crudo di mucche che pascolano nei campi. Tutti valori positivi perché promuovono economie locali e benessere animale. Di contro, però, il latte non pastorizzato ha un contenuto di grassi relativamente elevato, quindi formaggi come il camembert ed il brie tendono ad essere valutati negativamente se sono prodotti in modo tradizionale. Ancora più amara la reazione dei produttori Roquefort, il cosiddetto “formaggio blu”, i quali reputano doppiamente penalizzati i loro prodotti a causa dell'elevato contenuto di sale.

Già provate da un aumento dei costi di produzione del 20% a seguito del conflitto in Ucraina, queste aziende agricole si sentono colpite ulteriormente dalla bocciatura nutrizionale. Al fine di tutelarli è sceso in campo il Consiglio Nazionale delle Denominazioni d'Origine Lattiero-casearie (Cnaol), che rappresenta 360 produttori di formaggi con lo status di origine geografica, sollecitando il governo a concedere loro un trattamento speciale. L'obiettivo era di ottenere valutazioni migliori approfittando della revisione dell'algoritmo nutrizionale in corso quest'anno.

La loro richiesta è stata però respinta. Il nuovo algoritmo, dicono, non ha fatto nulla per migliorare il loro trattamento. "È disastroso", ha dichiarato Hubert Dubien, presidente del Cnaol, aggiungendo: "Le modifiche non hanno migliorato nulla. Per alcuni [formaggi] è addirittura peggio". I funzionari francesi respingono le lamentele sottolineando che l'apposizione dell'etichetta a semaforo avviene su base volontaria. I produttori che non gradiscono la loro classificazione possono dunque semplicemente rimuovere i codici colore dalle loro confezioni.

La questione non è però così semplice dato che la Commissione dell'Unione europea è intenzionata a rendere obbligatoria l'adozione di questo sistema informativo sul fronte delle confezioni vendute in tutti gli Stati membri. Ad opporsi da tempo c'è anche l'Italia, le cui associazioni di categoria sono salite fino a Bruxelles per esercitare pressioni al fine di evitare la sua adozione. Le discussioni sono però ormai in fase avanzata e l'etichetta ha già ricevuto l'approvazione dei consumatori, consultati in un sondaggio europeo, perché “facile e chiara”. A quel punto, verde o rossa che sia, nessuno potrà più sfuggire a questa etichetta.

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