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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

L'Ue si oppone allo zilpaterolo per il bestiame. Cos'è e quali rischi ci sono per la nostra salute

Questo farmaco aiuta a produrre più carne. Sostenuto da Paesi in via di sviluppo e da colossi degli allevamenti intensivi, come Brasile e Usa, può avere effetti tossici acuti e cronici sulle persone

Farmaci veterinari, muscoli dopati e rischi per la salute dei bambini. Questi gli ingredienti della battaglia che l'Unione europea sta combattendo nell'ambito della Commissione del Codex Alimentarius, un'istituzione delle Nazioni Unite poco nota, ma che decide le sorti di quello che può finire o meno sulle tavole di tutto il mondo. Al centro del conflitto c'è il cloridrato di zilpaterolo, usato come farmaco nei bovini per incrementarne la loro crescita e ottenere una quantità maggiore di carne.

Vietato nell'Ue

L'Ue lo aveva già vietato anni fa, adesso però i suoi esperti stanno operando per ostacolare l'approvazione di uno standard di sicurezza globale relativo a questa sostanza. Il Codex Alimentarius, un organo istituito dall'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, in collaborazione con l'Organizzazione mondiale del commerciale, stabilisce gli standard globali per la sicurezza alimentare, garantendo la circolazione di cibi per un valore di oltre 1.500 miliardi di dollari l'anno. Questi standard toccano ogni aspetto della filiera, dagli additivi consentiti al livello di residui autorizzati nei prodotti, così come le tipologie di integratori che possono essere somministrati al bestiame.

Rischi per animali 

Come scriveva l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) già nel 2016, pur essendoci una limitata letteratura scientifica disponibile sugli effetti dello zilpaterolo sulla salute e sul benessere degli animali, quella esistente “indica un potenziale aumento della mortalità, della frequenza cardiaca, della frequenza respiratoria e del comportamento agonistico nei bovini”. Gli effetti sono tali da venire adoperato anche come anabolizzante per dopare i cavalli, così da alterare in maniera illegale i risultati delle gare ippiche.

Tossicità per le persone

Somministrati nelle persone, questi ormoni possono provocare effetti tossici acuti come palpitazioni cardiache, tremori muscolari e gravi emicranie, con i residui che si concentrano maggiormente nel fegato degli animali. Vi possono poi essere effetti tossici cronici, come la capacità di generare carcinomi e addirittura danneggiare le nostre informazioni genetiche. Queste le ragioni che hanno indotto il legislatore europeo a vietare l’impiego di questo prodotto negli animali, al fine di garantire il loro benessere ma soprattutto di proteggere le persone più a rischio, quali bambini, cardiopatici e donne incinte. Studi condotti nei Paesi in cui il prodotto è somministrato legalmente, hanno verificato inoltre che il trattamento è connesso ad una qualità della carne più scadente e meno tenera. A rimetterci quindi sarebbe anche il gusto.

Standard mondiali

Già da qualche anno nell'ambito del Codex alimentarius si stanno definendo i Limiti residui minimi (Lmr) ammessi per questa sostanza. L'organo funziona per consenso, ma quando questo non viene raggiunto è previsto comunque il meccanismo delle "Dichiarazioni di principio", grazie al quale i Paesi possono opporsi individualmente a uno standard, facendo registrare il loro disaccordo, ma in modo da non impedire l'adozione dello standard. Nel caso dello zilpaterolo l'Ue, insieme con Russia e Cina, non intende limitarsi a tali dichiarazioni, ma bloccare tutto il meccanismo del consenso.

Chi lo sostiene

A promuovere l'utilizzo dello zilpaterolo ci sono numerosi Paesi cosiddetti 'in via di sviluppo', come Bolivia, Ghana e Nigeria, che stanno lottando per l'approvazione degli Lmr, motivandola con l'obiettivo di ottenere bestiame più grosso per sfamare a prezzi ridotti le loro popolazioni. In prima fila a favore del consenso troviamo anche colossi come Stati Uniti, Argentina e Brasile, la cui produzione di carne è ampiamente destinata all'estero, Europa inclusa. In favore della loro battaglia si è espressa Karen Hulebak, che ha presieduto la Commissione del Codex Alimentarius dal 2008 al 2011, sostenendo che la mancata approvazione metterebbe a repentaglio le economie, e persino le forniture alimentari, di decine di Paesi in via di sviluppo.

Aiuto ai poveri o ai colossi della carne?

“Il blocco non contesta la sicurezza dello zilpaterolo. Si oppone invece allo standard a causa di preoccupazioni non legate alla sicurezza e alla salute e riguardanti le preferenze dei consumatori” si legge in una lettera pubblicata su Politico. La consulente contesta dunque l'esistenza di legittime ragioni scientifiche alla base dell'opposizione di Bruxelles. La Hulebak ha rivestito posizioni di alto livello, scientifico e politico, sia presso il Dipartimento dell'Agricoltura che all'interno della Food and Drug Administration degli Stati Uniti. Dal 2012 ha inoltre fondato la ResolutionStrategy, LLC, una società che offre consulenza a clienti del settore pubblico e privato nel settore alimentare. In caso di vittoria del “no”, l'esperta reputa che Bruxelles dovrà ritenersi responsabile di un incremento di burocrazia e costi maggiorati. Resta da capire, in caso contrario, chi si assumerà la responsabilità di farci mangiare bistecche con animali dopati.

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