Niente stretta Ue sugli antibiotici negli allevamenti: il Parlamento respinge la proposta dei Verdi
Contro la misura, che avrebbe vietato l'uso di alcuni antimicrobici per gli animali, si erano schierate diverse associazioni di veterinari europei
Il Parlamento europeo ha bocciato la proposta dei Verdi di messa al bando di alcuni antimicrobici (tra cui antibiotici) per l’uso animale negli allevamenti. La proposta era contenuta in una mozione di risoluzione presentata dal deputato ecologista Martin Hausling, che aveva ricevuto un primo ok dalla commissione parlamentare Envi dell'Eurocamera, e che avrebbe creato una lista di farmaci da riservare solo all'uomo nel quadro dell'atto delegato della Commissione Ue sui "criteri di selezione degli antibiotici riservati al trattamento di certe infezioni nell'uomo". Ad opporsi alla mozione erano state nei giorni scorsi diverse associazioni europee di veterinari, secondo cui la stretta sugli antimicrobici avrebbe lasciato gli animali, anche non di allevamento, senza terapie alternative valide per curare alcuni tipi di infezioni.
Alla base della proposta c'è il problema della resistenza antimicrobica dell'uomo, che è frutto anche dell'abuso di antibiotici lungo la catena alimentare, per la precisione negli allevamenti di grandi dimensioni, dove le malattie sono più frequenti. Da tempo, l'Ue, sulla scia dell'Oms, sta lavorando per ridurre tale abuso, e un recente report dell'Efsa ha messo in luce una diminuzione del 30% dell'uso di questi farmaci nella zootecnia europea. Per Verdi e diverse associazioni ambientaliste, però, la loro presenza negli allevamenti resta ancora elevata. Da qui la proposta di Hausling di creare una lista di antibiotici da vietare fin da subito, ossia da gennaio 2022, per l'uso animale. E che è stata bocciata dall'Eurocamera.
Soddisfazione è stata espressa dalla Lega: "Questa proposta - dice l'eurodeputata del Carroccio, Rosanna Conte - avrebbe vietato l’uso di alcuni farmaci fondamentali per curare infezioni batteriche gravi e potenzialmente letali negli animali di tutte le specie, senza che vi sia una valida alternativa terapeutica. A rischio sarebbero stati non solo animali allevati per la produzione di alimenti, ma anche 200 milioni di animali da compagnia, secondo quanto denunciato da autorevoli associazioni di veterinari di tutta Europa. Inoltre, il divieto avrebbe esposto i consumatori a problemi di sicurezza alimentare".
Prima del voto, l'Anmvi, associazione italiana dei veterinari, aveva lanciato un appello ai deputati affinché respingessero la proposta dei Verdi: "La veterinaria italiana - si legge nell'appello dell'associazione italiana - chiede all'Europarlamento di appoggiare la posizione della Commissione europea che riconosce invece la necessità di mantenere l'uso veterinario di classi di antimicrobici/antibiotici nei casi indispensabili e privi di alternativa terapeutica: nell'interesse di 200 milioni di animali da compagnia (...) e per la salute e il benessere degli animali allevati per la produzione di alimenti". Appelli simili erano stati lanciati anche in altri Paesi europei, come in Germania e in Belgio.
L'autore della mozione, però, stigmatizza tali critiche: "I veterinari - aveva detto Hausling rivolgendosi al Bpt, ossia all'organizzazione dei veterinati tedeschi - vogliono strumentalizzare i timori dei proprietari degli animali da compagnia per non dover cambiare le loro pratiche commerciali in agricoltura. La nostra proposta riguarda gli allevamenti e non quelli tenuti individualmente. L'obiettivo è di di fissare limiti effettivi alle quantità di antibiotici di riserva (ossia quelli rivolti all'uomo) che sono stati somministrati per anni e a un livello troppo alto, e di formulare regolamenti chiari che consentano il trattamento individuale degli animali e limitino severamente il trattamento di massa. Né il trattamento dei singoli animali e di certo non quello degli animali domestici sono interessati da questa mozione”.