Attenzione alla polvere di bambù illegale venduta come "ecologica"
Si tratta di un additivo vegetale, non ammesso nell'Ue, contenuto nei materiali plastici che possono degradare a contatto col cibo. Prodotti provenienti soprattutto dalla Cina
Venduti come "ecologici" ma in realtà potenzialmente pericolosi per la salute. Sono i prodotti contenenti polvere di bambù, nuova frontiera delle frodi alimentari rilevata nell'Unione europea. Il dato è emerso dall'azione coordinata dalla Rete europea per la frode alimentari (EU Food Fraud Network), che indaga tutte le contaminazioni di cibo effettuate a scopo di lucro.
In tutto il blocco dei 27 è stata rilevata l'importazione illegale, il commercio e la pubblicità di materiali a contatto con gli alimenti contenenti bambù. Si tratta di un additivo vegetale non contenuto nella lista autorizzata da Bruxelles in base al regolamento del 2011 sui materiali plastici a contatto con gli alimenti. Secondo le autorità, gli additivi vegetali non ammessi rappresentano un rischio per la salute pubblica, in quanto consentirebbero la degradazione accelerata di alcune plastiche.
Quando si degradano, la melamina e la formaldeide possono migrare negli alimenti in quantità rischiose, che superano i limiti di sicurezza stabiliti dalle normative vigenti. Altro problema deriva dalla mancata conformità e da documentazioni incomplete, per cui non è possibile verificare l'origine dei materiali. Ad esempio, può risultare impossibile capire se per la produzione di un determinato oggetto da tavola sia stato utilizzato bambù nuovo o riciclato.
La polvere vegetale è contenuta in prodotti come stoviglie e posate in plastica, spesso presentati come "naturali", "ecologici", "compostabili" o "riciclabili". Secondo la Commissione europea, si tratta di affermazioni false che mirano a "ingannare" i cittadini, in particolare i consumatori attenti all'ambiente e disposti ad acquistare prodotti ritenuti sostenibili. Questa presunta alternativa ai materiali plastici è in realtà fatta proprio di plastica, dove il bambù o altri additivi di origine vegetale sono aggiunti solo come riempitivo "per dare volume e forma ai prodotti". Questa pratica rende quindi la plastica non riciclabile e ancor meno ecologica.
Gran parte di questi prodotti fraudolenti arrivano dalla Cina, come emerge dall'indagine effettuata nel corso di un anno dalla Rete in collaborazione con Europol, a cui hanno aderito 21 Paesi, tra cui Italia, Belgio, Francia, Germania e Grecia. Gli Stati partecipanti hanno notificato 748 casi di materiali plastici a contatto con alimenti contenenti l'additivo illegale. Di questi 604 sono stati trovati nel mercato dell'Ue mentre 104 erano merci respinte già alla frontiera. Le autorità nazionali hanno quindi ordinato a produttori, importatori e distributori di ritirare immediatamente questi materiali.
Esempio di prodotti in plastica contenenti additivi a base di bambù sequestrati dall'Europol. Foto credit EU Food Fraud Network