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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

Sempre più contaminazioni da salmonella nei polli del Regno Unito

Lo svela un'inchiesta del Guardian. Molte carni provengono da altri Paesi, come Irlanda e Ungheria, mentre in Irlanda del Nord gli allevamenti infetti non sono stati distrutti

In Gran Bretagna è stato rilevato un aumento di pollame contaminato da salmonella infantis, sia nelle carni crude che lavorate. Il batterio può causare gravi malattie, talvolta fatali. I risultati dei test, realizzati nell'ambito di un'inchiesta condotta dal Bureau of Investigative Journalism (BIJ), sono stati pubblicati dal Guardian. Anche nella carne di manzo, maiale e nei mangimi sono emersi casi di positività. La “salmonella infantis multiresistente” è una variante collegata a epidemie di intossicazione alimentare, tra cui una negli Stati Uniti in cui è morta almeno una persona.

Alcune delle carni contaminate erano state importate nel Regno Unito, me questo “superbatterio” è stata trovata anche in allevamenti di pollame britannici. Si sospetta che il ceppo abbia ormai preso piede nella terra della Regina Elisabetta. I batteri della salmonella si annidano nell'intestino del pollame e del bestiame. L'infezione dei volatili e di altri animali può avvenire attraverso il mangime, negli incubatoi o tramite le feci nel tragitto verso i macelli. Sono oltre 2mila i tipi di salmonella esistenti, e quella infantis è reputata tra le più virulente, dato che si diffonde rapidamente, provocando di frequente malattie negli umani.

L'avvelenamento può essere pericoloso, addirittura mortale, soprattutto per i neonati e gli anziani. Gran parte delle persone riesce a guarire senza dover ricorrere agli antibiotici, ma questi medicinali sono consigliati nei casi più gravi. Dai dati sulla salute pubblica del governo britannico risulta che circa 400 persone sono state infettate da salmonella infantis nel 2019 e nel 2020, anche se la cifra reale potrebbe essere più alta poiché non tutti i casi vengono segnalati. Un rapporto dell'Agenzia per la salute animale e vegetale sui focolai negli allevamenti di polli britannici ha affermato che "una volta introdotta in un Paese, la velocità con cui la salmonella infantis si diffonde e si stabilisce all'interno della catena di produzione di quel Paese desta grande preoccupazione".

Secondo gli esperti tramite buone pratiche igieniche e una cottura adeguata si riesce a ridurre il rischio di contrarre l'infezione nel caso in cui si mangi carne contaminata. Nell'Irlanda del Nord, che è un importante centro di produzione di pollame fornendo il 30% del mercato avicolo del Regno Unito, specifici registri hanno rivelato che i test hanno rilevato la salmonella infantis in almeno 114 occasioni dal 2016. Quella più contaminata risulta la carne cruda, con un forte aumento dei rilevamenti tra il 2020 e il 2021, ma i batteri sono stati riscontrati anche tra i prodotti lavorati.

La maggior parte dei casi è stata collegata a carne importata, ma i registri non riportino l'origine di tutti i campioni contaminati. Tra i Paesi di provenienza citati ci sono l'Irlanda e l'Ungheria. Mentre in uno dei casi del regno Unito l'individuazione del batterio ha comportato l'abbattimento di oltre 100.000 polli infetti, in Irlanda del Nord sembra che non sia stato distrutto alcun volatile. Significherebbe che i prodotti infetti sono stati venduti liberamente. Mentre altri ceppi di salmonella sono noti per rappresentare un potenziale rischio per la salute pubblica, nel Regno Unito la salmonella infantis non è considerata un ceppo "regolamentato".

Questo significa che non esiste alcun obbligo legale di distruggere i volatili infetti. In molti dei casi inoltre è stata rilevata una resistenza parziale o totale alla ciprofloxacina, un antibiotico fluorochinolonico spesso usato per trattare gravi intossicazioni alimentari, tuttora impiegato nella produzione di pollame a livello internazionale. L'ampio uso di antibiotici negli allevamenti può creare incubatori di malattie mortali resistenti ai farmaci. Negli ultimi dieci anni, l'industria avicola britannica ha ridotto in modo significativo l'uso annuale di antibiotici, essendo una delle maggiori minacce per la salute pubblica a livello mondiale.

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