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Lunedì, 22 Aprile 2024
La denuncia

"Pidocchi di mare nel salmone venduto in Europa"

L'ong Wildfish denuncia le irregolarità delle imprese di acquacoltura scozzese. I cui pesci arrivano anche sulle nostre tavole

Dovrebbe essere una risorsa sostenibile, ma gli allevamenti di salmone potrebbero rivelarsi rischiosi per la salute, sia degli animali che degli esseri umani. Questo in base alle rivelazioni dell'ente senza scopo di lucro Wildfish che in una recente inchiesta sostiene che l'industria scozzese dell'acquacoltura starebbe nascondendo le prove di danni ambientali, scarso benessere degli animali e alti livelli di malattie.

Secondo gli investigatori della Ong, gli allevamenti di salmoni stanno evitando la segnalazione obbligatoria della prevalenza dei pidocchi di mare, parassiti pericolosi per i pesci ma non per l'uomo. L'obiettivo è coprire l'entità delle infestazioni parassitarie, che in alcuni casi sono di 20 volte superiori ai limiti stabiliti nel codice di buona pratica del settore. A essere colpiti dalle malattie non solo i salmoni, ma anche altre specie.

“Permettendo a queste malattie di proliferare nel salmone d'allevamenti, le aziende stanno mettendo a rischio la salute delle popolazioni di salmone selvatico dell'Atlantico e della trota di mare”, afferma il rapporto. “Inoltre, stanno potenzialmente inviando al mercato pesci che sono stati allevati in recinti che soffrono di mortalità elevata, malattie e infestazioni da pidocchi di mare", prosegue il dossier. Queste pratiche confuterebbero l'idea che l'acquacoltura sia un buon esempio di pesca responsabile.

Un assunto ribadito di recente da un ampio spettro di parlamentari europei, che hanno chiesto maggiori finanziamenti per il settore. Riguardo i tassi di mortalità nelle gabbie marine, si sarebbe elevato ad una media del 24,1% del salmone stoccato, ma venuto meno negli allevamenti marini scozzesi prima del raccolto. Alcune aziende, evidenzia il rapporto, stanno utilizzando la "raccolta", cioè la macellazione per il mercato, come un metodo per evitare di presentare il conteggio obbligatorio dei pidocchi ogni settimana a Marine Scotland, l'ente di controllo nazionale. 

Si tratterebbe di una scappatoia nei regolamenti: gli allevamenti non devono presentare il conteggio dei pidocchi se si tratta del periodo di attesa prima della raccolta del pesce. La situazione riguarda da vicino l'Unione europea, visto che l'industria scozzese del salmone è uno dei principali esportatori di questo pesce ormai entrato nel quotidiano delle tavole degli italiani. La Scozia produce circa 200mila tonnellate di pesce all'anno, con previsioni sui tassi a venire che potrebbero raggiungere le 400mila tonnellate annuali entro il 2030.

Lo studio mette in luce inoltre che queste “fattorie di mare” stanno utilizzando lunghi periodi di raccolta come mezzo di gestione delle malattie nelle aree ad alta infestazione. La raccolta rapida o l'abbattimento possono prevenire le continue sofferenze, la diffusione di malattie e la mortalità negli allevamenti. Questa pratica può quindi ridurre il rischio di trasferimento dei pidocchi di mare ai salmoni selvatici. Secondo gli attivisti però questi raccolti lenti prolungano la sofferenza della popolazione ittica nel corso dei mesi, aumentando l'impatto ambientale degli allevamenti a rete aperta.

"Il nostro rapporto dipinge un quadro scioccante di ciò che sta accadendo negli allevamenti di salmoni in Scozia, con un pesce su quattro che muore prematuramente e i parassiti dei pidocchi di mare che proliferano in numero enorme” ha rivelato al Guardian Matt Palmer, responsabile della campagna del salmone d'allevamento per WildFish. Il quadro che emerge è in netto contrasto con l'immagine presentata pubblicamente dall'industria dell'allevamento del salmone.

Ad esempio, una delle società citate nel rapporto per aver effettuato abbattimenti prolungati per controllare le malattie è Loch Duart. Con oltre venti anni di attività alle spalle, questa azienda esporta circa il 70% della sua produzione, che nel 2019 era pari a 5mila tonnellate all'anno e destinata ad oltre 20 Paesi. L'impegno in termini di tutela ambientale le è valsa l'opportunità di fornire salmone nel corso della conferenza sul clima Cop26 tenutasi a Glasgow nel 2021 e per i campionati di tennis di Wimbledon.

In base ai dati forniti dalla stessa Loch Duart sui tassi di mortalità settimanale, il rapporto ha rilevato che in un dato momento il valore dei pidocchi di mare era pari a 3,04, mentre all'epoca il codice di condotta del settore raccomandava il trattamento dei pidocchi di mare con valori superiori a 1. In risposta alle accuse un portavoce di Loch Duart ha dichiarato al Guardian: “WildFish è un gruppo di attivisti anti-salmonicoltura la cui interpretazione errata di questi dati diffonde falsità”. L'azienda ha quindi ribadito il suo impegno nell'utilizzo di approcci di allevamento su piccola scala e a basso impatto, che includono l'ammissione di un trust locale per la pesca selvaggia finalizzato a migliorare i controlli sanitari dei pesci.

I dubbi sulla crescita di problematiche sanitarie derivanti dall'aumento esponenziale della richiesta di questo alimento rimangono. “I risultati del nostro rapporto sollevano alcuni seri interrogativi sulla trasparenza e l'impegno di questo settore per la salute e il benessere del salmone che alleva, contribuendo alla sbalorditiva morte di 11 milioni di pesci durante l'ultimo ciclo di produzione segnalato" ha affermato l'esperto di Wildfish Palmer.

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