rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

"Ridurre morti causate da tabacco? Impossibile senza sigarette elettroniche"

Lo dice Fabio Beatrice, medico e fondatore del Centro anti-fumo dell'ospedale San Giovanni di Torino: "Con stretta su e-cig il piano Ue per portare i fumatori al 5% della popolazione europea entro il 2040, seppur lodevole, è utopistico"

Un'utopia, seppure lodevole. Non usa giri di parole Fabio Beatrice, professore della facoltà di Medicina dell'Università di Torino e fondatore del Centro anti-fumo dell'ospedale San Giovanni nel capoluogo piemontese, nel commentare lo European Beating Cancer Plan, il piano lanciato dalla Commissione europea per prevenire i tumori e che punta ad abbattere la percentuale di fumatori dal 25% attuale al 5% della popolazione europea entro il 2040. "Vogliamo creare una generazione 'tobacco-free'", ha spiegato il vicepresidente dell'Esecutivo Ue Margaritis Schinas. Un obiettivo che Bruxelles intende perseguire anche con un aumento delle tasse su tutti i prodotti che usano il tabacco, sigarette elettroniche comprese. E sta proprio qui, secondo Beatrice (oltre che secondo la stessa lobby del tabacco), un grave errore di fondo. 

Produttori di e-cig e narghilè contro il Piano Ue sul cancro  

"Il piano per creare 'una generazione zero tabacco', è lodevole. Ma ridurre significativamente il numero di morti per tumore con una stretta su sigarette elettroniche e tabacco riscaldato è utopistico e irrealizzabile", dice Beatrice, secondo cui nel piano Ue non è chiaro quale strategia si intende adottare "nei casi di soggetti resistenti alla proposta di cessazione, ovvero quelle persone che non vogliono smettere di fumare, che poi sono la stragrande maggioranza. Basti pensare che in Italia, su 12 milioni di tabagisti, appena 8mila si rivolgono ai Centri anti-fumo. Di questi, solo il 45% riesce nell'intento, in genere sono adulti che hanno avuto un tumore. Sicuramente i giovani non accedono a queste strutture". "Se la politica resta confinata a proposte di divieti e tasse - continua Beatrice - difficilmente si riuscirà ad intervenire con politiche di aiuto rispetto ad una popolazione che va incontro ineluttabilmente a malattia e morte. Queste proposte sono pensate da chi non ha dimestichezza con la trincea del tabagismo e, di conseguenza, non può tenere conto di quello che succede nella vita reale".

Per il direttore del Centro anti-fumo dell'ospedale San Giovanni di Torino, insieme all'invito a smettere di fumare "bisogna assicurare proposte ricevibili. Un modo per ridurre il rischio ci sarebbe - dice Beatrice - ed è il fumo digitale (e-cig e tabacco riscaldato). Ci sono studi che confermano il potenziale di questi prodotti di ridurre il rischio per quei fumatori che non vogliono o non riescono a smettere. Questi nuovi dispositivi elettronici alternativi alle sigarette - con i quali, va detto, non raggiungiamo l'obiettivo della cessazione dalla dipendenza - sono un'alternativa migliore rispetto alle sigarette, affinché si eviti lo scenario peggiore per noi medici, ovvero che chi aveva già abbandonato le sigarette vi faccia ritorno. Tali strumenti hanno la caratteristica di ridurre drasticamente i prodotti della combustione, i veri artefici del danno da tabagismo, rispetto al fumo tradizionale".

Dunque, prosegue Beatrice nel suo ragionamento, "di fronte ai decessi a causa del fumo, circa 80mila in Italia, serve ben altro. Da medico cosa faccio, lascio il fumatore senza alternative? Non me lo posso permettere". Il professore lancia un appello alla Commissione Ue: "A Bruxelles dovrebbero ascoltare di più chi, come noi, ogni giorno lavora in trincea con i tabagisti, proporre politiche di aiuto ricevibili dai pazienti e prendere in considerazioni gli studi effettuati sui questi prodotti, secondo cui i prodotti senza combustione dovrebbero essere trattati diversamente dalle sigarette tradizionali. Nel Regno Unito la e-cig è uno strumento di Sanità pubblica, perché ritenuta in grado di ridurre significativamente le sostanze tossiche presenti nel fumo di sigaretta. La Commissione non può non prendere in considerazione il principio della riduzione del rischio come strumento da utilizzare nella lotta al fumo e quindi alla riduzione dei morti di cancro. L'auspicio è che le istituzioni Ue rivedano le loro posizioni sul ruolo che tali prodotti senza combustione possono giocare nella lotta al tabagismo", conclude.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Ridurre morti causate da tabacco? Impossibile senza sigarette elettroniche"

AgriFoodToday è in caricamento