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Venerdì, 19 Aprile 2024
Prodotti a rischio

Il caso degli spinaci contaminati: dai vocali whatsapp all'effetto psicosi

Dopo il caso in Campania, dov'è stata mangiata mandragora o stramonio, nuovo ritiro da parte del ministero della Salute. Gli allarmi corrono rapidi sul web, ma attenzione alle fakenews

Altra settimana difficile per la sicurezza alimentare nel nostro Paese. Dopo i casi di wurstel, infettati dal batterio della listeria, che ha causato la morte di almeno tre persone, stavolta al centro delle preoccupazioni degli italiani finiscono gli spinaci. Al momento nessun decesso, ma almeno una decina di persone ricoverate ed intubate per aver ingerito in realtà un'altra pianta, originariamente individuata come mandragora, ma che dalle ultime indagine risulta essere stramonio. Anch'essa per un occhio meno attento si potrebbe confondere con gli spinaci, ma mangiata può provocare avvelenamento ed allucinazioni.

Il primo allarme era stato lanciato in Campania ad inizio ottobre. Prima ancora che attraverso i media, la notizia circolava già su whatsapp in un audio inoltrato migliaia di volte. Una voce di donna comunica: “Fabio mi ha allertato in questo momento, visto che stanno in crisi sanitaria. Verrà data questa comunicazione: non comprate spinaci, ma da nessuno. Spinaci freschi”, precisa la persona che ha registrato il messaggio. Per poi aggiungere: “[Comprateli] solo surgelati perché sono arrivati da loro ben dodici persone intossicate da mandragora, che si confonde con gli spinaci e dice che proviene dal mercato di Volla. Quindi non comprare spinaci freschi. Piano piano stanno aumentando. Ora sono arrivati altri due, ora uno è intubato. Diffondete la notizia, grazie”. E il messaggio si è diffuso, tanto da arrivare a Bruxelles, nella redazione di AgriFood Today.

Il vocale potrebbe provenire da un'operatrice di un ospedale campano, forse quello di Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove sono state effettivamente ricoverate 10 persone intossicate appartenenti a 3 distinti nuclei familiari, residenti tra i comuni di Quarto e Monte di Procida, come indicato nei primi dati diffusi dall’Asl Napoli 2 Nord. Allucinazioni e problemi gastrointestinali i sintomi più diffusi, ma ci sono stati anche casi più gravi: un 44enne è finito in rianimazione e un anziano è stato ricoverato in medicina d’urgenza. Nel frattempo in Campania si è scatenato il caos, con fruttivendoli che hanno lamentato un calo netto delle vendite, a causa del diffondersi di vocali whatsapp fasulli, dove oltre agli spinaci si parlava della pericolosità anche dei friarielli, la verdura tipica della Campania e protagonista di tante specialità autunnali.

Nel frattempo, pochi giorni dopo il caso campano, il ministero della Salute ha disposto il richiamo del lotto di produzione 273 di spinaci 'Il Gigante' da 500grammi, prodotti dall'azienda Spinerb di Colleoni Andrea e C snc. Anche in questo caso c'è il sospetto di contaminazione da mandragora. Le autorità hanno avvertito in tal caso a scopo precauzionale, anche se fosse stato congelato, di evitare il consumo del prodotto e riportarlo in negozio. A differenza dei prodotti industriali, per i quali il Ministero della Salute riesce ad identificare con precisione prodotto, marchio, numero di lotto e siti dell'azienda per la quale sussiste un rischio per la salute dei consumatori, nel caso di prodotti freschi venduti nei mercati e dai fruttivendoli l'identificazione dell'alimento a rischio è molto più complessa ed è più difficile per i cittadini rendersi conto delle fakenews diffuse sul web o tramite messaggistica.

Come accennato nel vocale di cui sopra, tutto è partito in effetti dal mercato ortofrutticolo di Volla, il CAAN (Centro Agro Alimentare di Napoli), dove già prima dell’alba sono centinaia i fruttivendoli che vi si recano per comprare frutta e verdura da rivendere in tutta la Campania. Dagli accertamenti effettuati dai carabinieri del Nas e in collaborazione col personale specializzato delle Asl, è emerso che i lotti a rischio contaminazione sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia (Napoli), Aversa (Caserta), Volla (Napoli), San Valentino Torio (Salerno) e Avezzano (L’Aquila). L’alimento è stato sottoposto a blocco ufficiale dalle Asl competenti per effettuare campionamenti e analisi. A scopo precauzionale sono state ritirate anche alcune partite di verdura da fruttivendoli e mercati alimentari di Pozzuoli e Quarto.

Come spiegato dal direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Gennaro Limone: "Si è trattato di una partita di spinaci contaminati provenienti da Avezzano (Abruzzo, ndr), probabilmente da una coltura a campo aperto”. A seguito dell'allarme le istituzioni avrebbero isolato la partita, per ricostruire la sua catena distributiva e prevenire ulteriori casi. Dopo gli ultimi rilievi risulterebbe in realtà che la contaminazione sia da Stramonio, un'altra pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Solanacee. Nonostante le misure adottate, si teme comunque un effetto psicosi nei confronti dei prodotti vegetali.

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