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Sabato, 20 Aprile 2024
Benessere animale

L'Ue propone lo stop all'import di alimenti 'contaminati' da antibiotici per la crescita

La Commissione europea chiede di vietare l'ingresso di carni e salumi provenienti da animali trattati con questi medicinali. Si ridurrebbe lo svantaggio degli allevatori europei

Bloccare le importazioni di carni e salumi ottenuti da animali trattati con antibiotici. Si tratta ancora solo di una bozza, ma l'Unione europea sembra decisa a portare avanti questa proposta, che tenta di tutelare al contempo salute dei consumatori e tasche degli allevatori europei. La mossa rientra nel quadro più generale di limitare tutti i fattori che riducono la resistenza agli antibiotici negli umani. Somministrando antibiotici quando gli animali non sono malati anziché quando sono realmente necessari, i batteri si abituano al rimedio e sviluppano gradualmente una resistenza, rendendo gli antibiotici meno efficaci.

Diversi pareri scientifici hanno poi individuato una connessione tra questo abuso di antibiotici negli allevamenti e la resistenza agli stessi negli esseri umani, rendendo inefficaci le cure e mettendo in difficoltà gli operatori sanitari. A quella che è stata definita una 'pandemia silenziosa' Bruxelles sta provando a mettere un freno. Già nel 2006 è stato vietato l'utilizzo di antibiotici per la crescita. Nei mesi scorsi poi il Parlamento europeo ha approvato un nuovo regolamento che contiene la lista di antibiotici da riservare solo all'uomo, vietandone l'uso per gli animali.

L'altro fronte di battaglia riguarda invece il trasporto degli animali, un fenomeno diffusissimo, che vede milioni di animali viaggiare su navi insicure o sulle strade per migliaia di chilometri, sia all'interno dei confini dell'Ue che verso destinazioni esterne agli Stati membri. L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha proposto una serie di raccomandazioni da adottare durante questi trasporti, con misure che migliorino la salute e il benessere degli animali sia prima che durante il trasferimento. Nel parere è stata individuata la presenza di batteri resistenti negli animali prima del trasporto come uno dei principali fattori di rischio per gli umani cui sono destinate le carni. Per questo motivo l'Ue sta discutendo vincoli più stringenti per i viaggi del bestiame.

Queste misure determinano però obblighi solo per gli allevatori che operano nell'Ue, che lamentano quindi uno svantaggio rispetto agli agguerriti concorrenti dei Paesi Terzi, meno scrupolosi rispetto al trattamento degli animali. La Francia si è mossa in anticipo rispetto a Bruxelles e ha già adottato a febbraio un decreto che vieta l'importazione di carne proveniente da animali trattati con antibiotici per la crescita. La misura dovrebbe riguardare principalmente il mercato del pollame, che nell'Esagono conta il 45% di importazioni, sia da altri Stati membri che da Paesi terzi.

Bruxelles si è ora decisa ad accelerare per delineare una protezione comunitaria, pubblicando la bozza di regolamento delegato che sarà disponibile per una consultazione fino al 3 gennaio 2023. L'esecutivo dell'Ue finalizzerà poi la proposta, sottoponendola all'esame del Consiglio e dell'Europarlamento. Il periodo di verifica dovrebbe durare circa due mesi. Se le due istituzioni Ue non muovono obiezioni, ci sarà l'entrata in vigore del testo. La proposta metterebbe così in parità di condizioni su questo punto gli allevatori dell'Ue, dove l'uso di questo tipo di antibiotici è vietato, e quelli di Paesi terzi.

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