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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Combattiamo le tossicodipendenze con l'agricoltura biologica". La sfida degli Orti di Paolo

Nel trevigiano, una comunità offre ai ragazzi l'opportunità di fare terapia, coltivando ortaggi e frutta. Oltre all'inserimento lavorativo, si vuole consolidare il legame col territorio

Hanno arricchito l'offerta terapeutica per le tossicodipendenze con un'attività di orticoltura biologica certificata, per permettere ai ragazzi di allenarsi in competenze trasversali, utili per il successivo inserimento lavorativo. Da qui nasce gli Orti di Paolo, uno dei progetti promossi dalla Comunità giovanile di Conegliano in provincia di Treviso. La struttura, piccola e familiare, è stata creata negli anni '70 su iniziativa del prete salesiano Don Antonio Prai. Sin dalle origini, è stata concepita come struttura che collabora con i servizi del territorio, in particolare quelli dedicati a sostenere i minorenni con problemi di dipendenze.

Oggi sono venti i ragazzi che di volta in volta vengono coinvolti nei progetti della comunità terapeutica residenziale. La procedura prevede un primo periodo di tre mesi, considerato di “accoglienza”, necessario per verificare se è necessaria in seguito una vera e propria fase terapeutica. Quest'ultima, che può durare fino a un massimo di due anni e mezzo, è finalizzata al reinserimento sociale e lavorativo dei ragazzi. Dal 2018 l'attività ortofrutticola integra le altre proposte dall'associazione. Grazie ad una campagna di raccolta fondi, sono state recuperate le risorse per creare una serra biologica, di modello Chapelle, di 2.500 metri quadri. La struttura garantisce trasmissione luminosa, controllo del clima e risparmio energetico, nonché una buona circolazione dell'aria.

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La coltivazione è dedicata a diverse tipologie di ortaggi come melanzane, cetrioli, varie qualità di pomodori, zucchine e insalate. I partecipanti sono impegnati in tutto il ciclo produttivo, dalla semina al marketing. La commercializzazione avviene in un punto vendita creato all'interno degli spazi della comunità. Realizzando un vero e proprio “chilometro zero”, gli orti di Paolo stanno permettendo di creare un'opportunità di integrazione, non solo per i ragazzi, ma per tutta la comunità con il territorio. Come spiega Alessandro Becagli, presidente della Comunità: “L'agricoltura biologica è stata scelta come strumento terapeutico perché racchiude in sé una metafora: quella tra la capacità degli ortaggi di crescere senza chimica e la capacità dei ragazzi crescere senza fare uso di sostanze”. I valori rappresentati da questo “ritorno alla terra” sono visti come opportunità di condivisione e crescita personale.

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