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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Con l'agricoltura aiutiamo i ragazzi disabili a stare meglio e a trovare la loro strada"

La famiglia Cupidi è impegnata in diversi progetti sociali, dall'inclusione delle persone con handicap al supporto ai migranti. Le loro galline pascolano in un noceto nel viterbese

Sotto Natale è particolarmente indaffarata Claudia Cupidi, dato che la richiesta di uova aumenta in prossimità delle feste. Eppure l'entusiasmo trapela dalla sua voce, mentre parla delle attività sociali che coordina nell'azienda di famiglia. Tra galline, vigneti e ulivi, Claudia aiuta ragazzi e giovani adulti con disabilità a vivere e lavorare nel mondo agricolo. Alcuni riescono ad effettuare veri e propri tirocini della durata di un anno, per capire le loro attitudini e in quale ambito sviluppare le competenze necessarie per essere assunti. Quella dei Cupidi è una storia in cui si intersecano attenzione per l'ambiente e impegno nel sociale, contribuendo ad arginare la fuga dalle campagne. Sono queste le ragioni che hanno portato questa fattoria biologica ad ottenere diversi riconoscimenti nazionali, come la vittoria del bando per l'agricoltura sociale nel 2017 o il terzo posto guadagnato nel 2020 ad Agricoltura100, il concorso indetto da Confagricoltura.

Dalla fattoria didattica alla formazione per disabili

Dal 2012 l'azienda ha integrato le attività della fattoria didattica, con un'aula apposita dove Claudia, che oggi ha 33 anni ed è laureata in scienze e tecnologie agrarie, accoglie gli studenti per un'infarinatura sul mondo agricolo e sui benefici del biologico, prima che i bambini si immergano a tutto tondo nel contatto con la terra e gli animali. Proprio dalle sessioni didattiche è nato il primo contatto con la cooperativa Il Pungiglione, impegnata nell'inclusione sociale. Una reciproca fiducia ha spinto le due realtà a collaborare in modo continuativo in progetti a favore di adulti con disabilità, che vengono coinvolti in attività di formazione e lavoro una volta la settimana. Dalla raccolta delle olive o dei pomodori in estate alla pulitura degli spazi esterni. I protagonisti del progetto aiutano spesso nella preparazione delle aule o del materiale didattico, quando ci sono le scuole in visita. “Tramite queste piccole attività, le persone riescono a maturare un'autonomia personale maggiore e hanno un senso temporale diverso della loro giornata”, spiega Claudia, che prosegue “Il contatto sia con altre persone, estranee al loro quotidiano, sia con del materiale da lavoro offre loro nuovi stimoli e si sentono responsabilizzati”.

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L'evoluzione ecologica

L'aspetto sociale è solo uno dei tasselli di un quadro più ampio. La Cupidi è un'azienda storica situata a Gallese, tra la Sabina e il viterbese. Vanta un vigneto con 5 varietà, un ettaro di uliveto, ma soprattutto 6mila galline, designate alla produzione di uova biologiche. Nell'arco di cinque generazioni questa famiglia ha preservato diversi metodi tradizionali, ma al tempo stesso ha saputo evolvere in senso ecologico, inserendo innovazioni tecnologiche che garantiscono risparmio energetico e abbattimento degli sprechi. Il merito di cambiare assetto produttivo lo si deve ad Alessio, che nel 1999 ha convertito l'allevamento classico di pollo broiler, creato dal padre, in un allevamento estensivo di tipo biologico di galline. I Cupidi diventano presto dei pionieri nella produzione di uova biologiche. In seguito, viene inserito un noceto di otto ettari, che sostituisce i campi di grano che nel tempo avevano impoverito i suoli.

Le galline che pascolano nel noceto

Il bosco di noci è diventato il pascolo delle galline, offrendo loro riparo al fresco durante la stagione estiva e un manto di foglie cadute che dà loro calore in inverno. Le galline a loro volta forniscono sostanze organiche al bosco. “Quando fa caldo le galline ormai vogliono stare solo nel noceto” confessa l'agronoma, che continua: “Riscoprendo il legame tra coltura arborea ed animali abbiamo iniziato a fare agro-forestry prima che se ne parlasse nelle istituzioni”. Questa intuizione li ha portati più di recente a collaborare con il Consorzio universitario per la ricerca socioeconomica e l'ambienta (Cursa), che vede impegnati diversi atenei. Gli esperimenti di coltura “sotto chioma”, cui aderisce la fattoria Cupidi, sono relizzati in collaborazione con l'Università della Tuscia, di Ferrara, Pesaro e Urbino. Intorno agli alberi vengono seminate piante di timo, rosmarino, trifoglio, nonché veccia ed avena. L'obiettivo è capire quale effetto nutrizionale producono sulle galline queste colture, che crescono all'ombra dei noci.

Tecnologie per aiutare il clima

Questo percorso si è integrato con l'attenzione al clima e al risparmio energetico. Due impianti di fotovoltaico garantiscono il raffrescamento in estate, indispensabile per le uova, e una totale autosufficienza energetica. La caldaia “a cippato” sfrutta invece gli scarti della potatura vegetale per la produzione di calore. Il nome viene dal termine “chips”, perché il secco viene ridotto in sfoglie sottili come patatine in busta. Oltre a riscaldare gli ambienti, questo sistema fornisce l'acqua sanitaria a 60 gradi utilizzata ad esempio da lavatrici e lavastoviglie.

Tirocini per disabili e migranti sfuggiti al caporalato

Oltre ad aver sviluppato un contesto agricolo variegato e innovativo, la famiglia Cupidi ha deciso di aderire anche a Solcare, un contratto di rete tra 5 aziende del territorio dedite all'inclusione sociale. Tramite il progetto Hakuna Matata 2.0, realizzato con l'associazione Amici di Galiana, le fattorie biologiche della rete hanno ospitato a turno circa venti ragazzi con disabilità, impegnati in un vero e proprio tirocinio, destinato all'inserimento lavorativo. Claudia sottolinea i meriti del progetto: “Ragazzi e ragazze hanno potuto testare varie attività agricole, così nel tempo ciascuno ha compreso le proprie attitudini. C'è chi adora il contatto col pubblico, mentre altri preferiscono stare con gli animali. Adesso loro stessi sanno dove possono lavorare al meglio”. La fattoria, insieme alle altre aziende che aderiscono alla Solcare, hanno anche accolto 9 ragazzi usciti dall'esperienza del caporalato, tramite il progetto Perla, realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Kairos. “Abbiamo ospitato per qualche giorno ragazzi provenienti ad esempio da Mali, Eritrea, Congo e Bangladesh, per mostrare loro come poter lavorare in realtà agricole virtuose come le nostre” chiarisce Claudia, concludendo “Vogliamo mostrare che esistono un'Italia e un'agricoltura diverse da quelle che finora li hanno sfruttati”.

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