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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cibus

Ridurre l'utilizzo della plastica: le nuove frontiere del packaging alimentare

Le sfide per il futuro consistono nel rendere il settore alimentare più sostenibile e plastic-free

La maggior parte delle cause alla base dell'aumento esponenziale dell'uso della plastica negli ultimi decenni è da imputare all'utilizzo indiscriminato e miope di packaging non sostenibili nel settore del food&beverage: si tratta di una delle tematiche che Cibus affronta nei suoi panel e che sarà prevedibilmente sempre più presente nel dibattito del mondo dell'alimentazione.

Per individuare meglio il problema, l'attenzione è da concentrare, almeno inizialmente, sui prodotti sullo scaffale dei nostri supermercati. Negli anni le confezioni degli alimenti sono cambiate, veicolando un approccio sempre più mono-materiale. Questo consente ovviamente una dispersione minore e un'aumento dei materiali riciclabili, come plastica e carta. Oltretutto, i trattamenti sempre più avanzati dei suddetti materiali consentono di avere carta dura come plastica, utilizzabile quindi per tappi e chiusure, o plastica sempre più riciclabile nonostante le forme complesse, basti pensare ai sistemi salvafreschezza che inizialmente non erano compatibili con il riuso.

Questo approccio però risolve solo una parte del problema, in quanto in tanti paesi i sistemi di riciclo non sono così efficenti come ci aspettiamo, e la sensibilizzazione sulla popolazione non è ancora efficace. Ragion per cui, nonostante la raccolta differenziata, il mondo è ancora invaso da packaging prodotti decenni fa e che, per loro natura, impiegano letteralmente secoli per degradarsi. E in questo va aggiunto anche il recente boom del food delivery, anche se fortunatamente la maggior parte degli esercenti si è adoperata per rendere tutto il più plastic-free possibile.

Per questo, eventi come Cibus, sono fondamentali nel panorama mondiale: mettere in contatto produttori ed esercenti è uno dei modi più efficaci per velocizzare il processo di liberazione dai rifiuti, con l'ottimizzazione e l'evoluzione dei materiali utilizzati. A ciò si uniscono startup che con le loro proposte innovano tecniche e materiali, per ridurre lo spreco e l'emissione di materiali tossici nell'ambiente. Parliamo di bioplastiche, derivate da frumento, mais o barbabietola, facilmente biodegradabili, come i sacchetti di uso comune nei supermercati, ma la ricerca non si ferma qua, ed è sempre alla costante ricerca di nuovi materiali, con origini magari di recupero da altre industrie, ma anche di apparenza sempre più gradevole, indistinguibili dalla plastica e comodamente cestinabili nell'organico. 

Ovviamente, sebbene la grande distribuzione abbia in mano gli strumenti per superare questo scoglio, anche noi cittadini dobbiamo fare la nostra piccola quotidiana parte, non solo differenziando correttamente, ma scegliendo prodotti sostenibili anche in fase d'acquisto.

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