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Sabato, 27 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Sulla riforma della Pac l'Ue chiede l'aiuto di Greta

Il vicepresidente Timmermans ha chiamato la giovane attivista per un parere sul futuro della Politica agricola comune. Ma lei avverte: "Il tempo dei piccoli passi è finito"

Le trattative sulla riforma della Politica agricola comune dell'Ue si sono prolungate ben oltre i tempi previsti, per il disaccordo degli stati su diversi punti, tra cui quello di renderla più Verde e amica del pianeta.

La telefonata

E così adesso la Commissione ha addirittura chiesto il parere di Greta Thunberg, l'ambientalista svedese che è diventata ormai una delle voci più autorevoli del mondo sulla questione della lotta al Climate Change, forse in assoluto la più ascoltata. Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e responsabile del Green Deal, Frans Timmermans, ha avuto una discussione sulla giovane su come potersi assicurare che il gigantesco programma di sovvenzioni agricole dell'Ue, che vale 48 miliardi di euro all'anno, non ostacola gli sforzi dell'Europa per ridurre le emissioni di carbonio. “Ci siamo trovati d'accordo sull'importanza cruciale della Pac per il Green Deal europeo. Nei negoziati la Commissione lavorerà per una politica agricola in linea con le nostre strategie sulla biodiversità e Farm To Fork (la strategia per una catena alimentare sostenibile, ndr) per contribuire a realizzare il nostro obiettivo di neutralità climatica”, ha scritto il socialista olandese su Twitter.

Le critiche di Greta

I negoziatori tra Parlamento europeo e del Consiglio stanno cercando un difficile compromesso sulla riforma della Pac post-2020, che è stata già posticipata al 2023. La proposta attualmente in discussione è stata criticata dalle Ong ambientaliste e dagli attivisti per il clima che hanno chiesto di annullarla e ripartire da zero per salvaguardare il Green Deal europeo. "Il tempo dei piccoli passi nella giusta direzione è finito", ha detto ai giornalisti Greta in una conferenza stampa dopo l'incontro. A suo avviso servono obiettivi più ambiziosi, e per questo ha criticato addirittura il Parlamento europeo (in cui anche i Verdi parlano di “Fix the Cap”, aggiustare la Pac), che è quello che ha al momento le posizioni più progressiste in materia, ma a suo avviso non basta. "I deputati al Parlamento europeo sono più che felici di votare per gli obiettivi fissati tra dieci o vent'anni nel futuro, ma quando è qualcosa che avrà un impatto proprio qui, in questo momento, non lo toccheranno", ha attaccato.

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