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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Stop al miele "tarocco" cinese: l'Ue vuole etichette più chiare

I ventisette chiedono alla Commissione una stretta sugli standard per proteggere i propri apicoltori, danneggiati dalla concorrenza sleale

L’Unione europea vuole irrigidire le sue regole sull’etichettatura dei prodotti alimentari, per impedire che il miele “contraffatto” proveniente dalla Cina venga venduto come europeo. I ministri dell'Agricoltura dei Ventisette hanno discusso del problema con il commissario competente in un Consiglio Ue in Lussemburgo questa settimana.

Miele contraffatto

Il miele è tra i prodotti più contraffatti al mondo e, come sottolinea Politico, l’Unione europea è il secondo produttore a livello globale, dopo la Cina, che è anche il maggior esportatore proprio in Europa. Tuttavia, a differenza di Pechino, Bruxelles ha adottato degli standard piuttosto elevati per la produzione e la commercializzazione di questo prodotto e ora si pone il problema di tutelare i produttori locali dai prodotti fraudolenti o contraffatti che non rispettano i medesimi standard pur venendo immessi nel mercato con la stessa denominazione.

Se il 40% del miele consumato in Ue viene importato, circa un barattolo su cinque che varca le nostre frontiere non è conforme ai canoni comunitari. Gli apicoltori si lamentano da tempo di questa concorrenza sleale, che proviene in larga parte dalla Cina. Lì, infatti, è comune mischiare il miele con sciroppi di zucchero o raccoglierlo prematuramente e poi seccarlo tramite procedure artificiali. Ma le regole attuali richiedono già ai produttori di miele di indicare nell’etichetta lo Stato Ue d’origine; tuttavia, se il prodotto è un mix di mieli da Paesi diversi, le categorie diventano più vaghe: “Ue”, “non-Ue”, o misto.

Lubiana all’attacco

Al Consiglio alcuni ministri hanno spinto più di altri per un’etichettatura più “dettagliata e non ambigua”: Francia, Portogallo e soprattutto Slovenia. In quest'ultimo Paese l’apicoltura amatoriale è molto diffusa e la presidenza slovena del Consiglio, che è iniziata lo scorso luglio e finirà a dicembre, ha fatto salire la questione nell’agenda Ue. La proposta dovrà ancora essere discussa e verrà probabilmente finalizzata sotto la presidenza francese (gennaio-giugno 2022), anch’essa interessata al tema.

Il ministro dell’Agricoltura sloveno, Jože Podgoršek, ha assicurato che il commissario Janusz Wojciechowski ha “riconosciuto la necessità di modificare le regole sull’etichettatura. Lo stesso vale per gli Stati membri, una larga maggioranza dei quali ha espresso supporto” per la proposta. Quest’ultima dovrebbe prevedere, tra le altre cose, che venga indicata nell’etichetta quale proporzione di miele viene da quale Paese, come richiesto dalla Slovenia.

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