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Lunedì, 29 Aprile 2024
Anche morti sospette

Ancora bufera in Francia su Buitoni e Ferrero, denunciate per i casi di contaminazione

Le accuse sono sostenute dall'associazione Foodwatch. Le uova di cioccolato sarebbero connesse a salmonellosi, mentre l'Escherichia coli deriverebbe dal consumo di pizze del gruppo Nestlé

Due multinazionali dell'alimentazione rischiano di finire sotto processo, a seguito di due denunce presentate dalla filiale francese dell'associazione Foodwatch. I casi sono legati ad un recente scandalo provocato dalla contaminazione da batteri legate al consumo di cioccolatini Kinder, del gruppo Ferrero, e delle pizze surgelate Buitoni, di proprietà della Nestlé. Secondo quanto scrive il quotidiano belga La Libre, le due denunce sarebbero state depositate giovedì pomeriggio presso l'unità di sanità pubblica della procura di Parigi.

I reati considerati sarebbero sette, tra cui "la commercializzazione di prodotti dannosi per la salute, messa in pericolo di vita e inganno aggravato". L'organizzazione, impegnata in campagne per un cibo sano e a prezzi accessibili, intende denunciare "l'irresponsabilità di questi due colossi alimentari" e "rompere il clima di impunità nei confronti di queste multinazionali". Come riporta l'associazione in un comunicato: "Nestlé e Ferrero devono essere chiamati a rispondere". A presentare la denuncia che concerne il consumo di Kinder sono state due famiglie di due bambine, una nata nel 2013 e l'altra nel 2016, che si sono ammalate dopo aver mangiato delle uova di cioccolato. Louna, di 6 anni, sarebbe stata "ricoverata in un pronto soccorso pediatrico per avvelenamento da salmonella" con conseguente miocardite, secondo quanto riferisce Foodwatch.

Lo scandalo sanitario

All'inizio di aprile, in vista della Pasqua, il gigante italiano dei dolciumi Ferrero ha richiamato tutti i prodotti fabbricati nello stabilimento di Arlon, in Belgio, dopo che in diversi Paesi europei erano stati segnalati decine di casi di salmonella, forse legati al consumo dei suoi prodotti. La decisione è arrivata in un momento cardine per la vendita di uova di cioccolato. Sulla denuncia che concerne Ferrero si era già espresso espresso a fine aprile l'avvocato Jérémy Kalfon, che rappresenta le famiglie coinvolte, sostenendo di aver presentato circa 15 denunce all'ufficio del pubblico ministero di Rouen, sede del gruppo in Francia, a partire da aprile. "Ho troppi reclami con un certo numero di certezze: i periodi di incubazione sono quelli giusti, c'è salmonella ogni volta, ho le fatture e le confezioni. E sappiamo che Ferrero ha nascosto per mesi la presenza di salmonella nel suo stabilimento", ha affermato Kalfon all'agenzia di notizie France Presse.

Kalfon chiede l'apertura di un'indagine da parte della procura di Parigi, competente per i reati in materia di salute. Alla stampa francese aveva dichiarato: "Ognuna di queste famiglie, sparse in tutto il Paese, è rimasta scioccata dal modo in cui la Ferrero ha gestito il loro caso, nel peggiore dei casi non rispondendo alle loro richieste, nel migliore offrendo loro dei buoni per qualche Kinder Sorpresa". Il colosso italiano della cioccolata ha risposto con uno scarno comunicato, sostenendo che: "I consumatori che hanno riscontrato sintomi che hanno avuto un impatto sulla loro salute possono presentare una specifica richiesta di risarcimento sulla piattaforma disponibile al seguente indirizzo: consumer.ferrero.com, accessibile anche tramite il sito www.kinder.com/fr". Lo stabilimento di Arlon è stato temporaneamente chiuso ad aprile 2022, ma si è scoperto che già a dicembre dello scorso anno era stata rilevata la presenza di salmonella in un filtro all'uscita di due serbatoi di materie prime. Questa circostanza fa sospettare una negligenza da parte dell'azienda, non essendo intervenuta immediatemente, non appena era insorto il problema. "Ferrero ha giocato con la salute dei bambini non richiamando i prodotti in tempo, c'è un dovere morale", ha detto a tal proposito l'avvocato Kalfon.

La seconda denuncia riguarda il gruppo Nestlé, nello specifico la sua gamma di pizze Fraîch'Up della Buitoni, contaminate dal batterio Escherichia coli. In questo caso lo scandalo sanitario è arrivato a conseguenze estreme, con la morte di due bambini, che dal 12 maggio sono oggetto di indagine da parte di un giudice parigino.

Oltre 300 contaminazioni in tutta Europa

Secondo l'ultimo rapporto pubblicato dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), al 18 maggio sono stati segnalati 324 casi, di cui 266 confermati e 58 probabili, di salmonellosi in 13 Paesi europei, tra cui il Regno Unito. Ad aggravare la situazione, la circostanza che le principali vittime di questa infezione sono i bambini sotto i 10 anni. Secondo quanto riferisce l'Efsa, tra le persone infettate il 41% è finito in ospedale, ma al momento per la salmonellosi non sono stati segnalati decessi. “I due ceppi sono multifarmaco-resistenti e alcuni isolati testati presentano anche una resistenza ai disinfettanti a base di composti di ammonio quaternario e perossido di idrogeno, ma rimangono sensibili ad azitromicina, ciprofloxacina, meropenem e cefalosporine di terza generazione”, scrive l'Autorità nel suo ultimo comunicato, aggiungendo: “Le indagini epidemiologiche hanno suggerito come probabili veicoli di infezione specifici prodotti a base di cioccolato della marca A”.

Pur non citando espressamente il gruppo Ferrero, lo scandalo scoppiato ad aprile consente di risalire facilmente alla multinazionale di proprietà italiana ma con diramazioni a livello globale. Foodwatch France ha lanciato anche una campagna per sostenere le famiglie nelle denunce contro i due giganti dell'alimentazione industriale, descrivendo nel dettaglio alcuni casi, come quello di “una bambina di 8 anni che vomitava così violentemente che l'ospedale faticava a somministrarle gli antibiotici”, dopo il consumo di uova di cioccolato.

La raccolta firma parla anche di “una bambina di 12 anni in stato vegetativo, che non reagisce più agli stimoli dei parenti”, nonché di “un neonato morto otto ore dopo la nascita, probabilmente per contaminazione intrauterina”. Queste tragedie, secondo le ricostruzioni dell'organizzazione, si sarebbero verificate poco dopo il consumo delle pizze Fraîch'Up di Buitoni, prodotte nello stesso stabilimento Nestlé contaminato dal batterio Escherichia Coli. La petizione termina con un appello rivolto alla cittadinanza contro le due multinazionali: “Non ne possiamo più dell'impunità”.

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