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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Brexit, si aprono alcuni spiragli sul fronte pesca. Ma l'Ue frena: "I nodi restano"

L'Europa sembra disposta a cedere su alcune delle richieste di Londra, ma le posizioni restano comunque lontane. Johnson a Bruxelles per provare a superare l'impasse

È ormai una corsa disperata quella per provare a trovare un accordo sulla Brexit ed evitare un No Deal. Il dossier pesca resta uno dei più spinosi, insieme agli aiuti di Stato e alla disputa delle controversie, ma iniziano a vedersi alcuni spiragli, nonostante l'Unione europea freni gli entusiasmi.

Compromesso possibile

Su diversi media britannici fonti interne ai negoziati avevano lasciato intendere che un compromesso è vicinissimo a essere trovato. A quanto pare Londra, che aveva già offerto un periodo di transizione di tre anni sugli accordi di pesca, potrebbe offrire una transizione ancora più lunga di circa cinque anni se non addirittura sette. In cambio gli Stati membri dell'Ue potrebbero rinunciare al almeno il 50 per cento delle loro quote di pesce invece che solo il 18% come inizialmente proposto. Grazie alla Politica comune della pesca i pescherecci europei hanno pieno accesso alle reciproche acque e così ben il 57% di quanto solitamente viene pescato in quelle britanniche viene catturato da pescherecci appartenenti ad aziende straniere e solo il 43% da quelli di imprese locali. Il settore per il Regno Unito vale pochissimo in termini economici, ma pesa molto dal punto di vista politico per Boris Johnson per il suo valore simbolico rispetto al mantra del Take back control.

Scetticismo Ue

"Mi piacerebbe dare notizie piùpositive, ma al momento questa trattativa sembra bloccata e gli ostacoli ai passi avanti sono ancora in piedi", ha dichiarato il ministro degli esteri irlandese, Simon Coveney, secondo cui “non è assolutamente vero” che ci sarebbero stati progressi significativi nelle trattative. "Non commentiamo sulla sostanza dei negoziati" con il Regno Unito sulla relazione futura con l'Ue, che "continuano, ma abbiamo visto indiscrezioni senza fondamento di progressi su una particolare materia, la pesca, che non corroboriamo in questo momento", ha aggiunto il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer, spegnendo ulteriormente gli entusiasmi. Il premier britannico ha deciso però di recarsi personalmente a Bruxelles per provare a superare finalmente l'impasse in questi giorni che sono considerati quelli decisivi per strappare un accordo ed evitare il baratro dell'uscita con No Deal.

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