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Sabato, 27 Aprile 2024
L'annuncio

L'Ue: "Esporteremo il cibo ucraino via terra". Ma mancano le infrastrutture

Pronto un piano per aggirare i blocchi nei porti del Mar Nero, ma ci sono numerosi i problemi logistici. La Russia intanto ne approfitterebbe per aumentare le sue esportazioni di grano e mais

Strade e ferrovie per distribuire nel mondo i prodotti agricoli ucraini. La via della terra sembra al momenti l'unica possibilità per aggirare i blocchi nei porti del Mar Nero, determinati dall'occupazione russa. Ed è a questo piano che sta lavorando Bruxelles per incrementare la quantità di cibo che il cosiddetto granaio d'Europa potrà consegnare alle nazioni, che in varie parti del mondo dipendono dalle esportazioni di Kiev. Il problema è stato sottolineato dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, dopo che anche il nevralgico porto di Odessa è stato attaccato dall'esercito di Mosca. Un evento che "non accadeva dalla seconda guerra mondiale", ha evidenziato il leader. Sono decine i Paesi che stanno affrontando gravi carenze, in particolare di grano, mais e oli vegetali, a causa dell'aggressione ordinata da Vladimir Putin. Particolarmente colpiti e a rischio carestia ci sarebbero alcune nazioni del Maghreb, come l'Egitto, e del Medio Oriente, come lo Yemen.

Il piano

Il piano d'azione è stato annunciato dal commissario Ue per l'agricoltura Janusz Wojciechowski nel corso di una riunione della Fao, l'agenzia alimentare delle Nazioni Unite, proprio in Polonia, Paese di provenienza del commissario. La mossa per espandere i canali di esportazione tenta di controbilanciare la distruzione dell'agricoltura ucraina da parte della Russia, ha riferito il membro dell'esecutivo. Mosca non sarebbe l'attore umanitario che tenta di dipengere Putin, ma uno dei protagonisti di una crisi alimentare senza precedenti. "È necessario organizzare corridoi alternativi per l'esportazione, soprattutto per il grano e il mais, perché l'Ucraina ha un sacco di scorte", ha dichiarato Wojciechowski. "Vogliamo garantire le catene di approvvigionamento alimentare per l'Europa e il resto del mondo", ha affermato davanti ai rappresentati diplomatici di 53 Paesi europei e dell'Asia centrale. "La soluzione principale sono i corridoi verso i porti [polacchi] del Mar Baltico", ha detto il commissario, menzionando Danzica e Gdynia. D'altra parte, ha minimizzato la fattibilità di creare corridoi umanitari per esportare cibo dal Mar Nero, descrivendola come "possibile ma non la soluzione principale".

Binari e ruote hanno misure diverse

L'opzione via terra pone però numerose insidie tecniche, dato che le ferrovie ucraine non sono costruite per trasportare quantità di cibo che, fino allo scorso anno, si aggiravano sui 5 milioni di tonnellate di grano e circa 700mila litri di olio di girasole. Inoltre esiste una differenza di misure dei binari tra Ucraina e Polonia, che rende necessario scaricare e ricaricare ogni treno che attraversa il confine. "Ci mancano i vagoni europei con larghezze strette tra le ruote. Ci manca anche la capacità di adattare le ruote allo standard dell'Unione europea", ha spiegato a Politico Roman Slaston, direttore generale dell'Ukrainian Agribusiness Club. Slaston ha aggiunto che l'Ucraina al momento non è affatto vicina a raggiungere la capacità di esportare cibo su rotaie. Le ferrovie al momento sono utilizzate principalmente dalle persone, in fuga dalle città sotto attacco (o che lo temono), che provano a raggiungere i Paesi europei in cerca di un rifugio sicuro. Talvolta le stazioni sono oggetto di feroci attacchi, come accaduto a Kramatorsk a inizio aprile. Slaston a tal proposito ha parlato di "code molto lunghe" di vagoni ferroviari su tutti i confini dell'Ucraina con l'Ue, che a volte restano fermi in coda per 10 o 20 giorni. Secondo la società di ricerche di mercato APK-Inform, ad aprile Kiev è riuscita ad esportare meno di 1 milione di tonnellate di grano, che corrisponde a circa un terzo della cifra uscita dai confini nello stesso mese dell'anno scorso. Se il piano della Commissione europea funzionasse, una ripresa delle esportazione aiuterebbe anche a finanziare sia gli agricoltori ucraini che l'economia del Paese in generale.

Mosca: salvatore o affamatore?

L'attacco della Russia via terra e via mare, concentratosi nella zona del Donbass e sceso da Mariupol lungo la fascia costiera, ha lasciato milioni di tonnellate di grano ucraino bloccati nei silos, mentre le navi su cui dovrebbero partire restano attraccate nei porti del Mar Nero, che servivano a distribuire circa l'80% delle esportazioni alimentari dell'Ucraina. Secondo il commissario dell'Ue, non solo Mosca starebbe tentando di rubare all'Ucraina la sua quota di mercato globale per materie prime come il mais e il grano, ma cercherà di mascherare la sua immagine di fornitore caritatevole per i Paesi poveri di materie prime. "Questa è la propaganda russa. Stanno distruggendo intenzionalmente il potenziale [agricolo] ucraino ... e i prossimi passi saranno che sono amici del mondo e si ritraggono come il salvatore", ha affermato Wojciechowski. Una tesi già avvalorata, ad esempio, dall'amministratore delegato del gigante dell'agrochimica Syngenta, di proprietà cinese, le cui dichiarazioni stanno sollevando numerose polemiche

Mariia Dudikh, combattiva direttrice del Forum Agrario Nazionale Ucraino, reputa che a questo ritmo ci vorrebbero 24 mesi per esportare l'attuale scorta di grano. Secondo le sue stime stiamo parlando di circa 14 milioni di tonnellate di mais e oltre 4 milioni di tonnellate di grano. I responsabili di Kiev e i ministri dell'Ue, ha svelato Dudikh, stanno pianificando la costruzione di una nuova ferrovia che vada dall'Ucraina al porto lituano di Klaipėda. Questa opzione non suscita entusiasmo tra i Paesi bisognosi del cibo ucraino, temendo che ci vorrebbero anni per costruirla. E i popoli affamati non hanno pazienza.

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