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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente&Clima

La "depressione" che sta facendo scomparire i fiori selvatici. E la bellezza dei paesaggi

Uno studio dell'Università di Pisa i semi sarebbero diminuiti tra il 20 e il 50 per cento negli ultimi 12 anni. Colpa anche di un effetto legato alla moria di api e altri impollinatori

Una forma di "depressione" generata dalla diminuzione degli insetti impollinatori starebbe facendo scomparire i fiori selvatici dai campi italiani. E con essi, la biodiversità del Paese. I semi prodotti, infatti, sarebbero diminuiti tra il 20 e il 50 per cento negli ultimi 12 anni. E' quanto emerge da uno studio dell'Università di Pisa condotto da Stefano Benvenuti e Marco Mazzoncini, e pubblicato sulla rivista Acta oecologica.

Il fenomeno viene descritto dai ricercatori come "depressione da consanguineità". In altre parole, si spiega in una nota dell'ateneo pisano, "le piante e i fiori selvatici 'mal sopportano' il proprio polline e per produrre semi prediligono invece quello proveniente da altri fiori della stessa specie portato appunto dagli insetti impollinatori come api, bombi o farfalle".

I risultati, proseguono, "hanno evidenziato che alcune specie soffrono marcatamente già dopo una prima generazione della mancata impollinazione da parte degli insetti pronubi. Questo vale in particolare per quei fiori che nell'evoluzione hanno consolidato stretti rapporti mutualisti 'specializzati' e di reciproca dipendenza con determinati impollinatori, conformando la propria corolla alla forma e alle dimensioni di certi impollinatori".

"L'eccesso di antropizzazione, unitamente ai cambiamenti climatici in corso - conclude Benvenuti - penalizzano proprio quei fiori selvatici che sono i principali attori nel determinare l'impatto estetico-paesaggistico degli ambienti rurali. Fiori come speronella, fiordaliso, gittaione, garofanino selvatico o e nigella svolgono una 'silenziosa terapia del benessere' mediante i propri sgargianti colori durante le rispettive dinamiche di fioritura. La progressiva antropizzazione del territorio che priva di spazi ecologici gli impollinatori, unitamente a una gestione agronomica estremamente 'semplificata', rischiano di determinare una sorta di progressivo 'abbruttimento' dei paesaggi rurali rendendoli sempre più poveri di quella componente cromatica che noi percepiamo come 'bellezza'". 

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