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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Hotel per le api e autostrade del miele, così l'Olanda tutela i suoi impollinatori

Un programma innovativo, volto a mantenere stabile la popolazione di questi importanti insetti nelle aree urbane, sembra stia funzionando molto bene

L’Olanda si prende veramente cura delle sue api, questi insetti fondamentali per l'impollinazione e tanto utili in una nazione amante dei fiori come i Paesi Bassi. E li ama al punto tale da aver costruito per loro "alberghi" e "autostrade del miele", per rendergli la vita più semplice, in quella che è una strategia innovativa volta a mantenere stabile la popolazione degli impollinatori nelle aree urbane. Il programma, a cui hanno partecipato 43 partner governativi, comprende 70 iniziative volte a creare più siti di nidificazione per le api e rafforzare il loro approvvigionamento alimentare, consentendo alla natura e all'agricoltura di coesistere.

Diverse città olandesi hanno aderito all'iniziativa e fatto la loro parte. Per esempio, Amsterdam ha lavorato a varie iniziative a favore delle api che includono la costruzione di "alberghi delle api" (una raccolta di steli cavi di piante o bambù sottili che forniscono spazio per nidificare), la sostituzione dell'erba negli spazi pubblici con fiori di cui gli impollinatori si nutrono. Utrecht ha costruito fermate degli autobus con i tetti ricoperti di piante autoctone, fonte di sostentamento per le api. Per Kalkman lo sforzo dell’Olanda è lodevole e secondo lui il prossimo passo deve essere quello di “pensare a modi in cui possiamo preservare la natura insieme alla crescente urbanizzazione delle città".

Sembra che questo piano stia riuscendo nel suo intento perché dopo un periodo di preoccupante declino, il numero delle api negli ultimi anni è rimasto piuttosto invariato. La popolazione autoctona di questi insetti nei Paesi Bassi è in declino dagli anni '40 e questa tendenza sembra colpire per lo più le aree agricole del Paese dopo che la pressione sui contadini per una maggiore produzione ha lasciato sempre meno spazio alla natura selvatica nelle coltivazioni. Ormai, ampie aree di terreno agricolo sono quasi prive di fiori selvatici e la conseguenza è la diminuzione del numero di api. Questo fenomeno è poi aggravato ulteriormente dall'uso di pesticidi nocivi in agricoltura. "L'importanza economica delle aree agricole rende difficile cambiare le cose lì", ha detto Vincent Kalkman, entomologo di Naturalis, uno dei partner del programma “e ora più della metà delle 360 ​​specie di api dei Paesi Bassi sono in pericolo”.

I dati sulla popolazione di questi insetti vengono raccolti attraverso dei censimenti nazionali e, la scorsa settimana, più di 11mila persone provenienti da tutti i Paesi Bassi hanno partecipato al quarto conteggio degli impollinatori. Come spiega il Guardian, i volontari, armati di un elenco raffigurante le api più comuni in questo periodo dell'anno, hanno trascorso 30 minuti nei loro giardini registrando il numero di insetti che hanno visto. Al termine dell’evento, che si è tenuto il 18 aprile, sono state contate più di 200mila impollinatori. Kalkman ha dichiarato che durante il conteggio “è stata registrata una media di 18-20 api e sirfidi in ogni giardino”. Secondo lui questi numeri sono positivi perché “sono rimasti stabili nel corso degli ultimi anni". In ogni caso, il programma prevede di raccogliere cinque anni di dati prima di trarre conclusioni definitive sulle tendenze della popolazione di api. "Il censimento delle api riguarda la raccolta di dati, ma serve anche ad attirare l'attenzione delle persone sui diversi tipi di impollinatori che visitano i loro giardini", ha detto Kalkman, "per questo il conteggio riguarda anche l'istruzione".

Con più di un quarto delle api registrate nel censimento del 2021 sono api da miele, una specie sostenuta dall'apicoltura, Kalkman è preoccupato che potrebbero competere con le api selvatiche per il cibo. "L'aumento del numero di apicoltori nelle città potrebbe comportare una maggiore concorrenza tra api da miele e api selvatiche", ha detto l’esperto, che sostiene che ci sia bisogno di “collaborazione per aumentare le fonti di cibo per tutte".

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