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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Le norme Ue "anti-Xylella" esistono dal 2014, ma quasi nessuno Stato le applica

Ben 18 Paesi membri rischiano una procedura di infrazione per non aver messo a punto dei piani per combattere parassiti e specie vegetali invasive allo scopo di proteggere le coltivazioni locali

La xylella fastidiosa è stata una piaga tremenda per gli ulivi del Salento e della Puglia ed è un rischio per queste piante ma anche altre in diverse parti d'Europa, come dimostra un focolaio scoppiato in Francia due anni fa. Per prevenire questi rischi, e quelli posti da altri parassiti killer e dalle specie vegatali "aliene" ai nostri habitat, e che mettono in pericolo la biodiversità, la Commissione ha disposto già nel 2014 delle norme molto precise, il problema è che quasi nessuno degli Stati membri le applica a dovere. Per questo l'esecutivo comunitario ha invitato ben 18 nazioni (Belgio, Bulgaria, Cechia, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia) ad attuare varie disposizioni del regolamento 1143/2014 recante appunto disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive.

Sia il Green Deal europeo sia la strategia europea sulla biodiversità per il 2030 sottolineano quanto sia importante che l'Ue arresti la perdita di biodiversità mantenendo i siti naturali, migliorando gli ecosistemi danneggiati e ripristinandone il buono status ecologico. Le specie esotiche invasive sono piante e animali che, a seguito di un intervento umano, si insediano in zone che non fanno parte del loro areale naturale, si diffondono rapidamente e costringono le specie autoctone ad abbandonare tali aree, con gravi conseguenze economiche e ambientali. I 18 Stati membri non hanno elaborato, attuato e comunicato alla Commissione un piano d'azione (o una serie di piani d'azione) per affrontare i principali vettori tramite i quali le specie esotiche invasive di rilevanza per l'Ue sono accidentalmente introdotte e si diffondono.

Come si legge in una nota di Bruxelles inotre la Bulgaria, la Grecia e la Romania non hanno istituito un sistema di sorveglianza delle specie esotiche invasive di rilevanza per l'UE o non lo hanno integrato nel loro sistema esistente. La Grecia e la Romania non hanno posto in essere strutture pienamente operative preposte a eseguire i controlli ufficiali necessari a prevenire l'introduzione deliberata nell'Unione di specie di rilevanza. Il Portogallo non ha trasmesso una relazione in merito all'attuazione. La Commissione ha pertanto deciso di inviare una lettera di costituzione in mora a ciascuno dei suddetti Stati membri, che hanno due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie o la procedura di infrazione procederà allo stadio successivo.

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