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Sabato, 27 Aprile 2024
Cibo & salute

Ecco gli additivi e i coloranti alimentari a cui bisogna fare attenzione

Dopo la messa al bando del biossido di titanio, l'Agenzia francese per la sicurezza alimentare mette in guardia sui nanomateriali. Necessario approccio specifico per valutare rischi per la salute

Biossido di titanio, bicarbonato di calcio e nanosilver. Sono alcuni dei nanomateriali utilizzati negli alimenti da cui mette in guardia l'Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses). La lista è lunga e gli usi sono svariati. Si tratta di sostanze che possono essere utilizzate direttamente nei cibi, come coloranti, additivi, anti-agglomeranti, o per migliorare la conservazione inserendoli negli imballaggi.

Già nel 2022 l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha messo al bando proprio il biossido di titanio (E171), dopo che la Francia ne aveva sospeso l'uso nel 2020. Dato che sono in atto valutazioni su altri elementi potenzialmente pericolosi per la salute, il documento dell’Anses include indicazioni specifiche su come effettuare in modo più corretto le analisi. Proprio l'esperienza sul colorante vietato, utilizzato soprattutto nei dolciumi, ha permesso all'Agenzia di elaborare metodi per effettuare indagini più appropriate in relazione al possibile rischio sanitario.

Il documento mette il luce anche l'inadeguatezza delle conoscenze a disposizione. Ad esempio, i dati sulla tossicità generale risultano carenti per quanto riguarda gli effetti negativi su feto e genoma, nonché sul sistema nervoso, quello endocrino e riproduttivo. Mancano inoltre dati specifici sul rischio di tumori. L'Anses ricorda come i nanomateriali siano sempre più utilizzati negli alimenti, ad esempio per migliorare l'aspetto di un prodotto, il suo imballaggio o il suo contenuto nutrizionale. Il potenziale impatto sulla salute lascia quindi intatti molti interrogativi.

Tra gli usi più diffusi, i nanomateriali figurano spesso come additivi alimentari, al fine di migliorare l'aspetto e l'appetibilità del prodotto andando a modificare la struttura, il colore o la consistenza. Il biossido di titanio (E171) e il biossido di silicio (E551), ad esempio, sono utilizzati rispettivamente come colorante e antiagglomerante. Queste sostanze figurano inoltre come additivo tecnologico nella formulazione di materiali a contatto con gli alimenti, per modificare proprietà quali la trasparenza e la resistenza.

Possono inotre essere usati per segnalare la presenza di eventuali agenti patogeni o per migliorare la qualità organolettica e la conservazione degli alimenti. Il nanosilver viene ad esempio utilizzato per la sua funzione antimicrobica negli imballaggi in plastica. Il carbonato di calcio viene invece utilizzato negli alimenti per lattanti per ottenere un miglioramento nutrizionale.

"I nanomateriali richiedono un approccio alla valutazione del rischio 'nanospecifico' a causa della loro complessità, proprietà e comportamento", ha spiegato Bruno Teste, coordinatore scientifico dell'Anses, proseguendo: "Ad esempio, i nanomateriali interagiscono facilmente con altre sostanze, che possono modificarne la stabilità e il destino nell'organismo".

Oltre all'Anses, anche l'Efsa aveva pubblicato nel 2018 una guida sulla valutazione dei dossier relativi ad additivi alimentari, pesticidi o materiali a contatto con gli alimenti nelle nanoscienze o nelle nanotecnologie. Sebbene le metodologie sviluppate dai due enti si basino su concetti e metodologie di valutazione del rischio complessivamente simili, gli esperti interpellati dall'agenzia francese hanno proposto variazioni specifiche "in relazione alle definizioni normative, alla misurazione delle dimensioni delle particelle, alle proprietà di dissoluzione e all'identificazione dei pericoli.", si legge in una nota diffusa dall'organizzazione francese.

Nella prima fase della sua valutazione, l'Agenzia ha identificato 30 sostanze "sospette" utilizzate come additivi o ingredienti alimentari. Nanoparticelle sono state rinvenute anche in alimenti come una zuppa disidratata Knorr, pasta sfoglia, latte per l’infanzia, come pure in un integratore vitaminico e in confezioni di cibo per cani. Per questa ragione, gli scienziati ricordano la necessità di condurre al più presto studi di caratterizzazione fisico-chimica di queste sostanze utilizzando approcci di microscopia elettronica.

"La misurazione delle dimensioni e della distribuzione granulometrica è un passo preliminare essenziale nella valutazione del rischio di questi nanomateriali" sottolineano gli esperti. E finché non sarà dimostrata la loro sicurezza, l'Anses ricorda la necessità di limitare l'esposizione di lavoratori, consumatori e ambiente ai nanomateriali. Raccomanda quindi di privilegiare prodotti "sicuri" in quanto privi di queste sostanze ed equivalenti in termini di funzionalità, efficienza e costo.

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