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Martedì, 19 Marzo 2024
La denuncia

“Il grano ucraino rischia di far fallire gli agricoltori europei”

La denuncia dei coltivatori in Romania e Bulgaria, che puntano il dito contro le "corsie di solidarietà" create dall'Ue per favorire l'export di cereali da Kiev

L'altra faccia della solidarietà agli Ucraini la stanno testando gli agricoltori rumeni e bulgari. Il grano proveniente da Kiev, che arriva attraverso le cosiddette “corsie di solidarietà”, starebbe creando gravi problemi a livello economico ai produttori della Romania e della Bulgaria, entrando in concorrenza con i cereali e i semi locali. Anziché ripartire verso le destinazioni stabilite, gli alimenti ucraini finiscono col sostare nel Paese di transito, con ripercussioni economiche importanti, contro cui gli agricoltori dei due ex Stati del blocco sovietico stanno protestando duramente.

Le "corsie di solidarietà" sono un'iniziativa lanciata dalla Commissione europea alla fine di maggio per facilitare le esportazioni di grano dall'Ucraina attraverso tutte le possibili rotte. Sono stati sfruttati fiumi, ferrovie e strade durante il blocco dei porti marittimi affacciati sul Mar Nero. Questa strategia ha consentito di esportare 3 milioni di tonnellate di grano dall'Ucraina ad agosto, mentre a marzo, subito dopo lo scoppio del conflitto, l'esportazione si era arrestata sulle 300mila tonnellate.

L'Ucraina, uno dei principali produttori ed esportatori di grano, prima dell'invasione russa faceva partire verso l'estero circa 5-6 milioni di tonnellate al mese. Già a luglio un rappresentante dell'esecutivo di Bruxelles aveva riferito davanti alla commissione per l'Agricoltura del Parlamento europeo (AGRI) che il grano proveniente dall'Ucraina restava bloccato nei mercati europei. Gli agricoltori rumeni sono quelli che dipingono il quadro più difficile: attraversato il confine, il grano ucraino che dovrebbe essere diretto verso Paesi più bisognosi, come in Medio Oriente o Nord Africa, resta invece nei loro confini e commercializzato, provocando un crollo dei prezzi del grano europeo.

Le "corsie di solidarietà" starebbero dunque apportando una serie di danni, oltre che di benefici. Bruxelles però nega che questa situazione sussista. "Non vi è alcun impatto distruttivo o negativo delle esportazioni dall'Ucraina sui mercati dell'Ue", ha detto ai giornalisti il ​​commissario europeo per l'Agricoltura Janusz Wojciechowski in una conferenza stampa lunedì. "Non vediamo alcun crollo in termini di prezzi a causa di questa esportazione dall'Ucraina", ha sottolineato, aggiungendo che il governo europeo sta comunque monitorando la situazione del mercato.

Di tutt'altro avviso la Romania. Secondo Florentin Bercu dell'Alleanza rumena per l'agricoltura e la cooperazione, i produttori agricoli rumeni hanno subito un "forte deterioramento della loro competitività". Il problema principale sta nel fatto che i prodotti rumeni come girasole, grano, orzo e mais, ricevono adesso quotazioni più basse a causa dell'ingresso degli alimenti ucraini, che sottostanno a regole diverse rispetto a quelle più restrittive richieste dall'Ue. 

Questo meccanismo riduce la qualità del grano locale venduto sul mercato rumeno, mettendo a rischio i produttori e le diminuendo le garanzie per i consumatori. “Al culmine del raccolto, il mercato locale del grano e dei semi oleosi è soddisfatto del grano ucraino, facendo crollare così il mercato del grano in Romania, sia in termini di prezzi di acquisto che in termini di volumi richiesti”, ha spiegato Bercu.

Altro impatto negativo dei corridoi di solidarietà riguarda i trasporti. Il loro costo per gli le aziende rurali rumene è quasi triplicato nel primo mese di liberalizzazione degli scambi a causa del gran numero di richieste da parte dell'Ucraina, che doveva recuperare terreno visto il lungo blocco subito dai suoi prodotti a causa del conflitto. Bercu ha poi denunciato l'aumento del numero di prodotti fitosanitari contraffatti o vietati nell'Ue, che costituisce un grave rischio per i consumatori europei.

Gli agricoltori rumeni, sottolinea il rappresentante dell'organizzazione, continuano a sostenere l'iniziativa delle corsie di solidarietà, ma necessitano di misure pratiche affinché il flusso dei prodotti ucraini non li travolga economicamente. Nello specifico, chiedono una migliore gestione nei porti marittimi, come pure la tracciabilità per evitare che il grano ucraino venga dirottato sul mercato rumeno. In attesa di iniziative da parte dell'Ue gli agricoltori sono chiamati a rispondere da soli a questi problemi.

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