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Martedì, 19 Marzo 2024
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Fondi Ue a "latifondisti" e big dell'agroalimentare: "La nuova Pac uccide le piccole aziende"

Il Parlamento europeo fissa un tetto di 100.000 euro ai contributi comunitari che scontenta sia i Paesi del Nord che le piccole imprese familiari. Eurostat: dieci milioni di lavoratori in meno in dieci anni nelle campagne Ue

È scontro a Bruxelles per il nuovo testo della Politica agricola comune (Pac) approvato a colpi di maggioranza e grazie un pacchetto di emendamenti di compromesso raggiunti last-minute dai tre principali partiti del Parlamento europeo. Tra le misure concordate da Partito popolare europeo, Socialisti & Democratici e Renew Europe, c’è anche quella che riguarda il tetto massimo ai contributi per l’agricoltura che possono andare a ogni singola impresa. Il sistema vigente premia soprattutto i ‘grandi’ della filiera agroalimentare, con un’assegnazione proporzionata agli ettari coltivati o al numero di animali allevati. La concentrazione è arrivata a livelli d’allerta: si calcola che negli ultimi anni il 2% dei beneficiari della Pac abbiano ricevuto il 30% di tutti i pagamenti diretti, a fronte di un 80% di piccole imprese agricole che ricevono solo il 20% degli aiuti. Ma le statistiche spesso non tengono conto che circa il 40% degli agricoltori dell’Ue non ricevono alcun aiuto. 

La Commissione europea, per venire a capo al problema della diseguaglianza tra agricoltori, aveva proposto un tetto ai pagamenti pari a 100.000 euro l’anno. La commissione Agricoltura del Parlamento europeo aveva in prima battuta ridotto la cifra limite a 60.000 euro. A spuntarla in Aula è stato un sistema intermedio che riduce gli aiuti europei a chi riceve dai 60.000 euro in su. Il tetto massimo del contributo annuale è stato invece fissato a 100.000 euro ( sotto certe condizioni non sarà obbligatorio, sottolineano i Verdi). Un compromesso che ha scontentato tutti, persino molti membri dei partiti di maggioranza. 

“Ogni formazione politica è divisa su questo tema, anche perché ci sono in gioco diverse sensibilità nazionali”, rivela una fonte parlamentare ad AgrifoodToday. “In Repubblica Ceca, ad esempio, è molto sentito il problema dei grandi latifondisti che si sono accaparrati la terra”, spiega il funzionario europeo, “e che prendono anche molti fondi” sottraendoli alle imprese a conduzione familiare. “Nei Paesi del Nord Europa” dove invece gli spazi a disposizione sono molto più estesi ma meno produttivi “ci sono imprese familiari che possono ricevere fino a 200-300mila euro di contributi all’anno, ma fanno ancora fatica a sopravvivere”. 

L’irlandese Luke ‘Ming’ Flanagan, europarlamentare del gruppo Sinistra/Gue, denuncia apertamente che “la stragrande maggioranza del denaro della Pac è andata alle aziende agricole più grandi”. “Nel frattempo, quasi 3 milioni di aziende agricole di piccole e medie dimensioni hanno chiuso tra il 2005 e il 2013”, afferma Flanagan, “con un fallimento ogni tre minuti”. “Invece di sostenere le comunità rurali, la Pac è stata uno strumento per la loro decimazione con un agricoltore francese che si suicida ogni due giorni nel 2017 e un quarto degli agricoltori che non ha segnalato alcun reddito” nello stesso anno. “Non sorprende - conclude l’irlandese - che oltre 2 milioni di agricoltori abbiano lasciato il settore in tutta l'Ue negli ultimi dieci anni”. Secondo l’Eurostat, la forza lavoro regolare nell'agricoltura Ue è diminuita di 9,5 milioni di persone tra il 2005 e il 2016, un crollo di quasi un terzo (-31,7%). La Sinistra voleva un sistema di assegnazione dei pagamenti diretti che assegnasse almeno il 30% dei fondi del cosiddetto ‘primo pilastro’ al pagamento redistributivo che andasse a salvare le aziende a conduzione familiare.

Fonti del Partito popolare non nascondono le divisioni interne, con solo una minoranza dei deputati “veramente soddisfatti” del compromesso raggiunto. Il problema, spiegano dal primo partito dell’Eurocamera, è che “tra gli Stati membri si è raggiunto un compromesso ‘fake’”. Il riferimento è al testo concordato pochi giorni fa tra i ministri dell’Agricoltura dei 27 Paesi che, notoriamente, non affronta molte problematiche. Parlamento e Consiglio dovranno dunque mettersi d’accordo anche sul tetto agli aiuti, sul quale non è ancora chiara quale sia la linea rossa dei Governi.

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