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Sabato, 27 Aprile 2024
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Le sardine si rimpiccioliscono, "messe a dieta" dal cambiamento climatico

L'aumento della temperatura del mare sta portando a una riduzione delle dimensioni del plancton, loro principale cibo, con conseguenze anche sulla dieta di questi pesci

Il cambiamento climatico colpisce anche le sardine, che diventano sempre più piccole e a causare la riduzione di taglia sono stati i cambiamenti nella loro dieta, legati a fattori ambientali. Lo rivela uno studio condotto nel Mediterraneo dall'Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (Ifremer). Le sardine sono anelli essenziali della catena alimentare oceanica e sono tra i pesci più pescati al mondo. Le loro dimensioni sono diminuite significativamente dalla metà degli anni 2000, passando da una media di 15 a 11 cm nel Mediterraneo. La ricerca dell'Ifremer dimostra che né la pesca, né i predatori naturali né un virus sarebbero stati responsabili di questi mutamenti ma piuttosto la dieta, basata su cibi sempre più piccoli. "Le immagini satellitari mostrano chiaramente un calo della quantità di micro-alghe dalla metà degli anni 2000, che giunge fino al 15% in meno", riferisce Jean-Marc Fromentin, ricercatore all'Ifremer di Sète. Nella ricerca si nota inoltre una riduzione delle dimensioni delle cellule planctoniche. "Queste modifiche sono il risultato di grandi cambiamenti ambientali regionali, che si traducono in un calo dei nutrienti portati dal fiume, cambiamenti nella circolazione atmosferica ed oceanica, un aumento globale della temperatura di 0,5°C in media in 30 anni in relazione al cambiamento climatico", specificano ancora gli studiosi.

Le dimensioni del cibo

A conferma del ruolo giocato dalle dimensioni del cibo nella taglia delle sardine c'è anche un esperimento innovativo, effettuato in un ambiente controllato. Un totale di 450 sardine sono state infatti divise in otto vasche al fine di testare l'effetto delle dimensioni e della quantità di cibo sulla loro sopravvivenza e crescita. "Una sardina che mangia cibo piccolo deve avere una porzione doppia per crescere come una sardina che si nutre con cibo grande", ha sottolineato Claire Saraux, già ricercatrice all'Ifremer e ora al Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS). Questo effetto così importante della dimensione del cibo ha sorpreso gli stessi ricercatori. Con cellule piccole, infatti, la sardina consuma la sua preda per "filtrazione", attraverso le branchie, il che implica un nuoto sostenuto per un periodo di tempo abbastanza lungo. Con cibi di grandi dimensioni, la sardina divora le sue prede una ad una. Il tempo di nuoto è quindi molto più breve e chiede un dispendio energetico minore. A riprova dello studio, le sardine che si alimentano con grandi quantità di mangime più grandi hanno riacquistato una dimensione simile a quelle catturate prima del 2008.

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