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Giovedì, 25 Aprile 2024
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“Dal 1500 estraiamo liquirizia calabra, ma per restare sul mercato bisogna innovare”

La famiglia Amarelli estrae il succo nero dalla radice di questa pianta, proponendo ricette antiche o abbinandola a cioccolata e clementine per farne apprezzare il gusto alle nuove generazioni

Innovare senza rinunciare alle proprie radici secolari. Questa la filosofia della Amarelli, storica azienda calabrese di Rossano, specializzata nella lavorazione e vendita della liquirizia. Le piante di questa specialità, dai variegati usi in cucina, nascono spontanee lungo il litorale calabro, dove le caratteristiche naturali del suolo e del clima contribuiscono ad elevare il contenuto di glycyrrhizina, il glicoside che determina il caratteristico succo nero di liquirizia. A comprendere il potenziale di questa pianta provvede la famiglia dei Baroni Amarelli, che sin dal 1500 si dedica alla cura del patrimonio agricolo, iniziando ad estrarre il peculiare succo. “La mia famiglia aveva dei latifondi in Calabria, ricchi della pianta della liquirizia. All'inizio del '700 decidono allora di commerciare la radice della pianta, installando un impianto proto-industriale per l'estrazione del succo dalla radice e la sua cottura, creando la possibilità di venderla e distribuirla”, racconta Margherita Amarelli, una delle eredi dell'azienda. Ulteriore impulso all'attività venne dato nel 1800 con il miglioramento dei trasporti marittimi e con le agevolazioni fiscali concesse dai Borbone a queste industrie tipiche.

La famiglia Amarelli, mantenendo intatto il gusto di questo prodotto unico della tradizione dolciaria Italiana, ha superato tre secoli di costanti e radicali trasformazioni, grazie ad approccio innovativo. Ben undici le generazioni che si sono succedute nella gestione dell’azienda, e che hanno reso possibile una persistenza così duratura. “Siamo riusciti a continuare questa tradizione, perché abbiamo creduto in tre asset importanti”, spiega Margherita, avvocato e socia dell'azienda, precisando: “uno è il territorio e la valorizzazione del suo prodotto, senza ricercare altrove, ma utilizzando la radice calabrese. Abbiamo creduto nella nostra ricetta e quindi nella nostra storia. Infine abbiamo voluto fortemente raccontare tutto questo, attraverso il museo della liquirizia, unico al mondo”. Costruito nel 2001, da oltre vent'anni il Museo ha raccolto gli elementi di questa storia imprenditoriale, nonché della pianta stessa della liquirizia e della sua lavorazione”. Scavando negli archivi della famiglia, sono stati ritrovati documenti che attestano la creazione di una sorta di consorzi per la vendita all’estero, altri relativi al marketing differenziato per Paese con la liquirizia lealmair anagramma del nome amarelli. Sono presenti inoltre i libri contabili, una caldaia a vapore, i computer agli inizi degli anni ottanta, fino al primo website che andò online nel 1996 a solo un anno dalla liberalizzazione di internet. Nel Novembre del 2001, il Museo, dedicato a Giorgio Amarelli, ha vinto il “Premio Guggenheim Impresa & Cultura”.

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La liquirizia ha una grande azione antinfiammatoria e antivirale e rappresenta una discreta fonte di vitamina B1, B2, B3, B5. Inoltre è in grado di apportare una serie di minerali importanti: calcio, colina, ferro, fosforo, magnesio, potassio, silicio, selenio e zinco. Mangiare liquirizia può garantire un’adeguata protezione al fegato e tra le sue proprietà c’è anche quella di aiutare a migliorare i disturbi dell’apparato gastrointestinale, inclusi aerofagia, digestione lenta, stitichezza, gastriti e ulcere gastro-duodenali. Inoltre, gli estratti di radice di liquirizia sono molto utilizzati nella produzione di prodotti per la cura dell’igiene orale, collutori e dentifrici su tutti. Queste sue numerose qualità, abbinate ad un gusto deciso, le permettono di dare vita a molteplici formati e abbinamenti di gusto, che l'azienda Amarelli ha provato a sfruttare, creando una varietà di prodotti, quali caramelle classiche, gommose, confettate, o abbinandole ad esempio al cioccolato. “Siamo riuscita ad innovare, rimanendo sul mercato, grazie anche a tante combinazioni che abbiamo creato tra la liquirizia ed altri prodotti. L'ultima è il frutto della fusione tra una liquirizia finissima e le clementine Igp di Calabria”, conclude Margherita.

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