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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Approvata in via definitiva la nuova Politica agricola comune dell'Ue, ecco cosa prevede

Impegni più stringenti per il rafforzamento della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici, più fondi alle piccole imprese e ai giovani, e un meccanismo per la gestione delle crisi più stabile tra i principali risultati

La nuova Politica agricola comune dell'Unione europea è finalmente realtà. Dopo dei negoziati durati anni e che si sono protratti oltre i tempi previsti, il Parlamento di Strasburgo ha oggi approvato in maniera definitiva il testo nato dopo difficili negoziati con il Consiglio. "Approvando la riforma della Pac, garantiamo una pianificazione sicura non solo per i Paesi dell’Unione, ma soprattutto per i nostri agricoltori europei. Abbiamo fatto in modo che questa PAC fosse più sostenibile, trasparente e stabile”, ha rivendicato il relatore del "Regolamento sui piani strategici", il popolare tedesco, Peter Jahr.

Nella nuova Pac saranno più stringenti gli impegni sul rafforzamento della biodiversità e il rispetto delle leggi e degli impegni ambientali e climatici dell'Ue, anche se le organizzazioni ambientaliste hanno criticato il compromesso. "Questo pacchetto aiuta solo le aziende più grandi e più inquinanti, lasciando fuori al freddo i piccoli agricoltori, e non fa nulla per affrontare il terribile impatto che l'agricoltura industriale ha sulla natura, sul clima e sulla salute delle persone”, è stato il duro commento di Marco Contiero, il direttore della politica agricola comunitaria di Greenpeace.

Biodiversità e clima

Secondo il testo approvato in Aula i Paesi membri dovranno garantire che almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale e almeno il 25% dei pagamenti diretti siano destinati a misure ambientali e climatiche. Tuttavia, se l'adozione di regimi ecologici da parte degli agricoltori sarà bassa durante gli anni di introduzione graduale del 2023 e 2024, gli Stati membri potranno riassegnare un quinto dei fondi ecologici inutilizzati per un determinato anno per altri scopi. Le nuove norme richiederebbero poi agli agricoltori di dedicare almeno il 4% dei loro seminativi a scopi non produttivi ma utili al pianeta e alla popolazione, come fasce tampone, terreni incolti, siepi, alberi non produttivi, muri di terrazze e stagni, aumentando i benefici economici per chi fa di più di questo. Ciò porterebbe più soldi agli agricoltori e proteggerebbe meglio l'ambiente, ritengono i deputati.

Più sostegno a piccole aziende agricole e giovani

Il testo dispone poi che almeno il 10% dei pagamenti diretti sia utilizzato a sostegno delle piccole e medie aziende agricole e che almeno il 3% del bilancio della Pac vada ai giovani agricoltori. Verrà poi creata una riserva di crisi con una dotazione annua di 450 milioni di euro (a prezzi correnti) per aiutare gli agricoltori in caso di instabilità dei prezzi o del mercato. Tuttavia, i governi potrebbero anche utilizzare altri mezzi per distribuire equamente i fondi dell'Ue. Potrebbero, ad esempio, istituire un meccanismo per ridurre fino all'85% i pagamenti diretti annuali agli agricoltori che guadagnano fino a 60mila euro l'anno, e fissarle un tetto di 100mila euro.

Trasparenza

Più trasparenza e un maggiore rispetto delle norme sul lavoro Per garantire maggiore trasparenza è stato aumentano il monitoraggio delle norme europee sul lavoro nel settore agricolo e le sanzioni per le infrazioni, in virtù della cooperazione tra gli ispettorati del lavoro nazionali e gli organismi pagatori della Pac. Le informazioni sui beneficiari finali del sostegno dell'Ue saranno più trasparenti grazie a uno strumento europeo di estrazione dei dati, a cui avranno accesso i paesi membri. Servirà a identificare il rischio di frode mediante un controllo incrociato delle informazioni delle banche dati pubbliche.

Gestione delle crisi

La nuova Pac stabilisce che la riserva per le crisi agricole per aiutare gli agricoltori a fare fronte all'instabilità di prezzi o del mercato sarà uno strumento permanente e non ad hoc. I negoziatori hanno convenuto che dovrà operare con un budget annuale di 450 milioni di euro (a prezzi correnti). Se ciò non bastasse, dovrà essere attivato il cosiddetto meccanismo di disciplina finanziaria – che riduce i pagamenti diretti per gli agricoltori, ma solo come ultima risorsa ed escludendo i primi 2 mila euro di pagamenti.

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