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Domenica, 28 Aprile 2024
Rischi

No, non torneremo a usare il Ddt (nonostante l'aumento di insetti "killer")

Anche in Europa si diffondono i casi di malattie tropicali anche mortali e si teme la malaria. Venne debellata grazie al potente insetticida, rivelatosi però dannoso per ambiente e salute

Dobbiamo prepararci ad un ritorno della malaria? Per debellarla bisognerà autorizzare di nuovo pericolosi insetticidi? Le domande fanno seguito all'ultimo rapporto diffuso Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha evidenziato come l'aumento delle temperature in Europa stia facilitando il ritorno (o l'arrivo) di tutta una serie di insetti, le cui punture possono essere anche mortali. I casi di dengue, chikungunya e febbre del Nilo occidentale vengono registrati sempre più spesso dagli esperti e bisognerà capire quanto prima come combattere la diffusione di queste malattie che sembravano anni luce lontane dai territori occidentali. In un'epoca non troppo lontana, era il 1939, per estinguere la malaria in Europa e negli Stati Uniti si fece ricorso al Ddt, un potente insetticida sintetico estremamente efficace nello sterminare le zanzare anofele che provocavano questa malattia. Se da un lato fu un successo e vennero salvate milioni di vite, come accadde anche in Sardegna, dall'altra vennero scoperti solo in seguito i danni provocati da questa sostanza, sia in agricoltura che sulla salute degli esseri umani.

Agli insetti piace caldo

Ondate di caldo e inondazioni derivanti da alluvioni intense stanno consentendo alle zanzare più pericolose di insediarsi nei paesi europei, in particolare a Nord ed Ovest del vecchio continente. Da qui l'aumento impressionante di casi di malattie tropicali registrate in Europa. Nel solo 2022 se ne sono accumulati di più che in tutto il decennio precedente. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha diffuso a metà giugno i dati, che suonano come un severo avvertimento su un'altra conseguenza dei cambiamenti climatici. Insieme a siccità ed eventi catastrofici come alluvioni e uragani, dobbiamo aggiungere anche la diffusione delle malattie trasmesse dalle zanzare. "Negli ultimi anni abbiamo assistito a una diffusione geografica di specie invasive di zanzare in zone Ue-See precedentemente non colpite", ha dichiarato Andrea Ammon, direttrice dell'Ecdc. "Se continua così possiamo aspettarci di osservare più casi, e potenzialmente anche morti, per malattie come Dengue, Chikungunya e Nilo occidentale".

Punture killer

A preoccupare in particolare è la diffusione di due zanzare: la zanzara tigre asiatica, che può trasmettere i virus della chikungunya e della dengue, e la zanzara della febbre gialla, messaggera dei virus della dengue, della febbre gialla, della chikungunya, della zika e del Nilo occidentale. Lo scorso anno per la dengue tra i Paesi più colpiti ci sono stati la Francia (65 casi) e la Spagna (6). Una diffusione ancora più consistente riguarda il virus del Nilo occidentale: 1.133 casi e 92 morti registrati lo scorso anno. Oltre 700 le persone colpite in Italia. Si tratta del tasso più alto dal 2018, quando le alte temperature provocarono una grave epidemia che uccise 180 persone distribuite in 10 Paesi europei. La dengue di solito provoca sintomi lievi o assenti, ma può anche portare a febbre alta, forte mal di testa e vomito. Nei casi più gravi si rileva anche il sanguinamento delle gengive, dolori addominali e, nella peggiore delle ipotesi, morte. Il virus del Nilo occidentale invece è solitamente asintomatico, ma in alcune persone può provocare febbre, mal di testa ed eruzioni cutanee. Nei casi più gravi può derivarne coma, paralisi o morte.

Malaria in agguato

Oltre al cambiamento climatico, Ammon ha indicato anche altri fattori che facilitano la diffusione di queste zanzare: i viaggi, i cambiamenti nell'uso del suolo e l'accessibilità all'acqua. "Le modalità sostenibili per controllare le popolazioni di zanzare includono l'eliminazione delle fonti di acqua stagnante dove" questi insetti "si riproducono", ha sottolineato in una nota l'Ecdc. L'ente ha sottolineato anche l'uso di larvicidi ecologici e la promozione della consapevolezza della comunità sull'importanza di controllare la proliferazione delle zanzare. In base all'ultimo rapporto dell'Ecdc, il 99% dei 4.800 casi di malaria segnalati in Europa nel 2021 è connesso ai viaggi in paesi dove questa malattia non è stata ancora debellata. L'Ente segnala la necessità di "sorveglianza, preparazione e prevenzione continue" contro questa malattia. Anche Peter Sands, capo del Fondo globale per la lotta all'Aids, alla tubercolosi e alla malaria aveva dichiarato in precedenza a Politico che anche la malaria potrebbe tornare in Europa a causa del cambiamento climatico. In particolare l'area che più si adatterebbe alla sua diffusione è quella che si affaccia sul Mediterraneo.

Insetticida e veleni

La malaria era stata sradicata nel vecchio continente nel 1939 tramite un programma di irrorazione di insetticidi, in particolare di Ddt (venduto anche col nome di Flit), frutto di atroci esperimenti nel corso della prima guerra mondiale. Avevano poi contribuito a debellarla il prosciugamento delle paludi e la terapia farmacologica. Solo in un secondo momento, grazie anche agli studi dell'entomologo italiano Giuseppe Salvatore Candura, si compresero le conseguenze dell'uso di questa sostanza. Candura, siciliano all'epoca direttore dell'Osservatorio Fitopatologico di Bolzano, pubblicò nel 1950 Malefatte nel frutteto, un libro che racchiudeva 5 anni di studio sui danni del Ddt in agricoltura. Successivamente la Food and Drug Administration degli Stati Uniti riprese e convalidò i suoi studi, ammettendo che erano stati sottovalutati "i rischi potenziali del Ddt". Fu però necessaria l'opera di Rachel Carson, Primavera silenziosa, per raccogliere una serie consistente di prove che attestarono le gravi conseguenze del Ddt sull'ambiente e sulle persone. Dal clamore che ne derivò l'insetticida venne vietato per uso agricolo prima negli Stati Uniti (1972), poi anche in Italia (1978). Ciò nonostante, i residui del Ddt e dei suoi derivati viene ritrovato nei suoli, nelle acque e persino nei nostri capelli, a quarant'anni dalla sua messa al bando.

Protezioni

Il possibile ritorno della malaria in Europa potrebbe rimettere in discussione quel divieto? Al momento sembra di no, almeno secondo Ammon, che chiede invece maggiori investimenti nella ricerca per individuare misure di controllo delle zanzare che risultino sostenibili ed ecologiche. Ci sono poi da adottare, in generale, "le misure di protezione personale" che comprendono l'uso di zanzariere sui letti (preferibilmente trattate con insetticidi, autorizzati), il sonno o il riposo in stanze schermate o climatizzate, così come l'impiego di zanzariere alle finestre e l'utilizzo di indumenti che coprano la maggior parte del corpo.

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