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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente&Clima

Una Procura Verde Ue per combattere i crimini ambientali, ma i Popolari si oppongono

Eurodeputati chiedono estensione del mandato dell'Eppo, ufficio che si occupa di bilancio e frodi fiscali. Intanto l'ambizioso pacchetto Natura rischia di perdere i suoi punti di forza

Affidare le competenze dei crimini ambientali transfrontalieri ad un Procuratore Verde europeo. La proposta è sostenuta da vari eurodeputati, ma viene frenata sia dalla Commissione che dal Partito popolare (Ppe). La petizione si inserisce in un momento cruciale delle discussioni sul pacchetto natura dell'Ue, che prevede obiettivi per la tutela della biodiversità, pur risultando già annacquato rispetto alle ambizioni originali. La discussione sulle nuove norme tra i capi di gabinetto dei commissari, che avverrà a porte chiuse, era già stata rimandata dalla stessa presidente Ursula von der Leyen, rispetto all'iniziale data di marzo, sia a causa del momento cruciale per le sorti dell'Ucraina, sia per gravi disaccordi interni.

Questi ultimi non cessano di esistere, in particolare sulla questione dei pesticidi, che l'Ue mira a dimezzare entro il 2030, dato che la scienza concorda sul reputarli fatali per numerose specie selvatiche nonché per gli insetti impollinatori come le api, fondamentali per la salvaguardia degli ecosistemi. Nella proposta rientrano anche altre azioni volte a ripristinare la biodiversità, che si sta sempre più erodendo tra urbanizzazione selvaggia, inquinamento e cambiamenti climatici. Secondo quanto riporta Politico, i tentativi di annacquare il pacchetto provengono innanzitutto dal commissario all'Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, e dal lettone Valdis Dombrovskis, che si occupa di Commercio.

Dal canto suo la commissaria irlandese Mairead McGuinness, deputata ai servizi finanziari, ha criticato le regole più severe per la protezione delle torbiere, sostenendo la posizione dell'industria irlandese del taglio dei prati. A tentare di proteggere l'efficacia del pacchetto si levano gli scudi di Frans Timmermans, il vicepresidente dell'esecutivo comunitario che si occupa del Green Deal, e di Virginijus Sinkevicius, responsabile Ue dell'Ambiente, ma i due sono già stati chiamati ad apportare ulteriori modifiche prima che la proposta possa essere approvata dal Collegio dei commissari. Nel frattempo un nugolo di deputati di varie provenienze politiche sostiene un'audace proposta: quella di estendere il mandato della Procura europea (Eppo) ai reati ambientali.

Il giovanissimo ufficio della Procura,  guidato dalla rumena Laura Codruța Kövesi, attualmente indaga e persegue i reati contro il bilancio dell'Ue, incluse le frodi transfrontaliere e la corruzione. L'estensione del mandato consentirebbe di seguire a livello europeo le tracce delle ingenti somme di denaro generate dai crimini ambientali. Con norme più severe a tutela della biodiversità, prevedono gli europarlamentari che sostengono l'idea, questa tipologia di reati rischia di aumentare sensibilmente. Il traffico illegale di rifiuti genera già oggi tra i 4 e i 15 miliardi di euro all'anno, mentre il solo traffico di animali selvatici vale tra i 7 e i 9 miliardi. Altra fonte di finanziamento proviene dal commercio illegale di legname, che frutta circa 6 miliardi di euro.

"Quanti miliardi di euro, quanti alberi tagliati illegalmente? Quante vite perse a causa dell'inquinamento dobbiamo aspettare prima che la Commissione agisca?", si chiede l'eurodeputato rumeno di Renew Vlad Gheorghe, tra i più attivi nel richiedere una risoluzione non vincolante del Parlamento per ottenere l'estensione del mandato dell'Eppo. Bruxelles in linea di principio dichiara di non essere contraria, ma non sembra aperta sin da subito ad affidare questa ulteriore tipologia di indagini agli uffici della procura europea, che ha aperto da solo un anno ed è concentrata sui reati di bilancio. "Non è lo stesso lavoro indagare sulle frodi finanziarie e sul terrorismo, o sui crimini ambientali", ha affermato un addetto stampa dell'Eppo, sottolineando: "Non si tratta degli stessi strumenti, delle stesse leggi, degli stessi metodi e delle stesse risorse".

Nonostante la cautela da parte della procura, alcuni eurodeputati insistono per rafforzare i mezzi giuridici dell'Ue al fine di perseguire chi determina gravi danni ambientali. Norme più severe, dicono, risulterebbero poco efficaci senza personale e strumenti coordinati per sanzionare i reati. Il voto sul testo è previsto per la prossima plenaria del 22-23 giugno, ma ad opporvisi c'è in primis il Partito Popolare Europeo di centro-destra. Il gruppo parlamentare più numeroso ha contribuito a far a bocciare un emendamento che chiedeva l'estensione del mandato dell'Eppo e sembra deciso a ripetersi questa settimana, quando la risoluzione sarà sottoposta a un'altra votazione in plenaria a Strasburgo. Alle esitazioni dei popolari, Gheorghe ribatte che la nuova attribuzione non richiederebbe "una nuova istituzione, ma solo altri procuratori all'interno dell'istituzione esistente con un background diverso".

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