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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

"Nei pesticidi sostanze tossiche nascoste, Ue intervenga"

Uno studio in Francia avrebbe riscontrato la presenza di sostanze pericolose e cancerogene, ma non dichiarate in etichetta, in 14 fitofarmaci venduti al supermercato. L'appello di ong e deputati, anche del Parlamento europeo, all'Efsa di Parma perché cambi sistema di valutazione

Valutare la composizione completa dei pesticidi, anche delle sostanze in piccole quantità, e gli effetti che tali sostanze possono avere sulla salute umana non solo prese singolarmente, ma soprattutto a livello cumulato. E' l'appello che i promotori della campagna "Secrets toxiques" hanno lanciato all'Efsa, l'agenzia Ue per la sicurezza alimentare. Un pacchetto di proposte che nasce sulla scorta di uno studio condotto in Francia e che ha denunciato la presenza di sostanze tossiche e cangerone in alcuni fitofarmaci venduti nei supermercati. Sostanze che non erano state dichiarate in etichetta. 

Una "dimenticanza" che non costituirebbe una violazione di legge, visto che le normative europee e francesi prevedono alcune deroghe, che i promotori della campagna definiscono "scappatoie". Lo studio, risalente allo scorso ottobre, "mostra la presenza di tossine nascoste in 14 pesticidi trovati nei supermercati". Si tratta di "metalli pesanti e metalloidi come arsenico, rame, piombo, nichel. In 12 di essi sono stati rilevati anche idrocarburi policiclici aromatici, alcuni di loro, come il benzopirene, sono cancerogeni secondo la Iarc, l'agenzia dell'Oms per la ricerca sul cancro", denunciano i promotori della campagna. 

In Francia, "Secrets toxiques" si è rivolta alla giustizia, con l'obiettivo di far ritirare dal mercato tali prodotti. Ma la battaglia si è allargata anche in Europa, con il coinvolgimento di diversi eurodeputati dei Verdi (tra cui l'italiana Rosa D'Amato), dei Socialisti e democratici e della Sinistra. L'azione europea si rivolge all'Efsa, dato che è proprio a partire dalle valutazioni di questa agenzia che vengono concesse le autorizzazioni al commercio dei pesticidi. 

Nell'appello sottoscritto dai parlamentari, si chiede all'Efsa di valutare "la composizione completa del prodotto, ovvero l'effetto cumulativo del principio attivo dichiarato con tutti gli altri componenti del prodotto", una metodologia già usata dalla Iarc. L'appello punta il dito soprattutto contro il cosiddetto "effetto cocktail" che si produce negli alimenti a contatto con i pesticidi: è vero che nell'Ue sono stati fissati i limiti più stringenti al mondo in quanto a residui di pesticidi consentiti per gli alimenti in commercio. Ma è anche vero che fatta la legge, si trova la scappatoia. Il problema principale sta nel cosiddetto "multiresiduo": un peperone, per fare un esempio concreto, può anche contenere 25 residui diversi di pesticidi, purché ogni singolo residuo non superi il limite soglia. E questo, dice Legambiente, che in Italia sta conducendo una simile battaglia, "nonostante sia noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell'organismo umano". 

In altre parole, il residuo singolo può anche non far male alla salute umana, ma il multiresiduo potrebbe provocare danni finora non evidenziati dalle autorità Ue e nazionali, proprio per via dell'effetto cocktail sopra citato. Un rischio che i promotori della campagna "Secrets toxiques" chiedono all'Efsa di tenere in considerazione. Ma proprio l'agenzia Ue, che ha sede a Parma, ha concluso in uno studio del 2019 che il multiresiduo non è un "rischio per i consumatori" poiché produce un effetto "inferiore ai limiti di sicurezza che farebbero scattare la revisione delle norme Ue".   

Lo studio dell'Efsa è ancora in corso poiché i primi risultati comunicati sono solo preliminari. Si vedrà. I promotori di "Secrets toxiques", dal canto loro, chiedono all'agenzia Ue un altro passo in direzione della trasparenza: usare nelle sue valutazioni sui fitofarmaci "tutte le pubblicazioni scientifiche, compresi i pareri Iarc". E non solo quelli degli stessi produttori di pesticidi. 

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