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Sabato, 27 Aprile 2024
Vino ed Europa

"No alle foto di malati terminali sulle etichette delle bottiglie di vino"

L'eurodeputato della Lega Panza si esprime così contro le avvertenze che lo equiparano alle sigarette, ma non esclude la proposta di distinguere i messaggi in base al grado di alcol presente

Non si arresta la discussione intorno alle etichette per gli alcolici. Sulle barricate Italia, Francia e Spagna, grandi produttori di vino allarmati dall'autorizzazione concessa dall'Unione europea all'Irlanda di apporre avvertenze ispirate a quelle presenti sulle sigarette. Il Belpaese al momento difende in primis il suo fiore all'occhiello: il vino, grazie al quale l'export italiano si è difeso bene anche durante i periodi difficili della pandemia e la recente crisi seguita allo scoppio del conflitto in Ucraina.

Mentre in Italia il ministro della Salute Schillaci propone di "insegnare la cultura del vino nelle scuole", a Bruxelles gli eurodeputati italiani si muovono abbastanza compatti. Ultima occasione per ribadire il legame intrinseco tra vigna, territorio, cultura ed economia è l'evento organizzato all'Europarlamento “Piemonte: l’esperienza che non ti aspetti”, dedicata alla valorizzazione delle eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche della regione. Durante la conferenza Alessandro Panza, europarlamentare della Lega (gruppo Identità e Democrazia) ha commentato aspramente la proposta irlandese autorizzata dalla Commissione: "Il vino non è semplicemente una sostanza dannosa per la salute, ma è storia, tradizione, economia, turismo ed è una risorsa per il nostro territorio fondamentale".

Il leghista ha poi ricordato che l'Italia, in quanto primo esportatore di vino al mondo, non può correre il rischio di veder mettere in discussione questo patrimonio, precisando che "ci aspettiamo che anche qui a Bruxelles si capisca qual è il vero valore del vino". Durante il Consiglio dedicato ad Agricoltura e Pesca di questo fine gennaio, sia il ministro francese che quello spagnolo si sono dichiarati sulla stessa linea di Roma. Si opporranno dunque a qualunque proposta dell'esecutivo europeo di estendere le avvertenze sulla salute autorizzate in Irlanda al resto degli Stati membri.

I timori rispetto ad una nuova etichetta sono centrati su immagini "spaventose" e messaggi che collegano l'alcol ai tumori e alle malattie cardiovascolari, come l'espressione 'nuoce gravemente alla salute'. "Serve non terrorizzare il consumatore. Utilizzare strumenti equiparabili a quelli delle sigarette lo riteniamo eccessivo", ha dichiarato Panza, precisando: "Non si può mettere un malato terminale su una bottiglia di vino".

Il politico reputa sufficienti le informazioni già presenti sulle bottiglie relative alla percentuale di alcool e alla presenza o meno di solfiti. "Promuoviamo un consumo ovviamente moderato, consapevole, un consumo che assolutamente non riteniamo essere pericoloso per la salute come quello di altre sostanze che consumiamo", ha riferito l'eurodeputato leghista che confida nell'educazione in ambito scolastico e familiare per mettere in rilievo i pericoli connessi all'abuso.

Panza ha poi evidenziato il consumo non congruo di alcol in Irlanda e che il 70% della popolazione dell'isola dei trifogli soffre di alcolismo. L'Italia in verità non è esente da problemi. Solo nel 2020 nello Stivale sono stati quasi 30mila gli accessi ai Pronto soccorso per problemi di salute legati all'alcol, soprattutto tra i giovani e con maggiore incidenza tra gli uomini.

Uno studio ha notato poi i cambiamenti in atto nei gusti della popolazione tricolore: il consumo esclusivo di vino e birra in questi anni è diminuito in quasi tutte le fasce di età, mentre è aumentata l’abitudine a consumare altri alcolici, come liquori, cocktail e amari, specialmente tra le donne di 45 anni e più. A destare timore è il binge-drink tra i giovanissimi, cioè il consumo compulsivo di alcolici in cui le bevande vengono trangugiate anziché degustate. Sulla possibilità di ideare etichette distinte per vino/birra e superalcolici Panza ha affermato: "Si può ragionare e si possono fare delle proposte sicuramente, perché è indubbio che bisogna avere una consapevolezza diversa se si beve il vino con i suoi dieci/14 gradi o se si beve un superalcolico".

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